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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20048 del 22 settembre 2010
«Nel giudizio d'impugnazione dei crediti ammessi al passivo fallimentare a norma dell'art. 101 legge fall., la legittimazione è attribuita a ciascun creditore e non anche al curatore, così come è previsto anche dall'art. 100 legge fall.,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6172 del 17 aprile 2003
«Nel procedimento di impugnazione del credito ammesso al passivo fallimentare (art. 100 L. fall.), il curatore è considerato ope legis contraddittore necessario, dovendo essere chiamato in giudizio — al pari del creditore ammesso il cui credito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11948 del 25 novembre 1998
«In tema di impugnazione di crediti ex art. 100 della legge fallimentare, il principio secondo il quale non spetta al creditore già ammesso l'assunzione di un ruolo di iniziativa nel giudizio di impugnazione, onde fornire nuovamente la prova del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22013 del 19 ottobre 2007
«La domanda avente ad oggetto la prededucibilità di un credito può essere dedotta per la prima volta con lo strumento dell'insinuazione tardiva al passivo, laddove i necessari presupposti fattuali siano maturati solo successivamente al decreto con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6543 del 11 maggio 2001
«L'ammissione al passivo fallimentare di una parte del credito, rappresentato sin dall'origine da una pluralità di cambiali di identico importo, ma con diverse scadenze mensili, preclude l'ammissibilità della insinuazione tardiva del restante...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9616 del 25 settembre 1998
«La rinunzia da parte del creditore alla domanda di insinuazione tardiva al passivo fallimentare comporta l'estinzione del relativo procedimento e la non riproponibilità dell'istanza, in virtù della previsione in cui all'art. 98 L. fall. (secondo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4310 del 19 marzo 2012
«Ai fini dell'ammissibilità della domanda tardiva di ammissione del credito ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 101 legge fall. (cd. supertardiva), il mancato avviso al creditore da parte del curatore del fallimento, previsto dall'art. 92 legge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19628 del 30 settembre 2004
«L'estinzione del procedimento di insinuazione tardiva del credito, per effetto della mancata o non tempestiva costituzione del creditore, non preclude, di per sè, la possibilità di far valere successivamente, anche nell'ambito della stessa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11096 del 5 novembre 1998
«In tema di ammissione al passivo fallimentare, alla richiesta del creditore, che abbia presentato domanda di insinuazione tardiva, di partecipare a precedenti piani di riparto consegue, in caso di contestazione del curatore, la trasformazione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 55 del 5 gennaio 2000
«Il decreto con il quale il giudice delegato, in sede di dichiarazione tardiva di crediti, in presenza di contestazioni parziali del curatore non accettate dal creditore istante, abbia ammesso solo in parte (eventualmente anche con semplice...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12855 del 26 maggio 2010
«L'estinzione del procedimento di insinuazione tardiva del credito, per effetto della mancata o non tempestiva costituzione del creditore, non preclude, di per sè, la possibilità di far valere successivamente, anche nell'ambito della stessa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8575 del 28 agosto 1998
«L'art. 101 legge fallimentare nel prevedere che i creditori possono chiedere l'ammissione al passivo fino a che non siano esaurite tutte le ripartizioni dell'attivo fallimentare, pone solo un limite cronologico all'esercizio di tale diritto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23408 del 9 novembre 2007
«In conformità alla regola generale dettata dall'art. 310, ultimo comma, c.p.c., nel processo di esecuzione e, quindi, anche in quello di espropriazione forzata presso terzi, in mancanza di diverso accordo tra le parti, qualora il processo si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21252 del 14 ottobre 2010
«Il terzo datore di pegno, che abbia concesso garanzia (nella specie, sulla partecipazione sociale di s.r.l.) al creditore per l'adempimento delle obbligazioni del mutuatario, è privo della legittimazione ad impugnare la sentenza pronunciata in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27762 del 11 dicembre 2013
«In ipotesi di fusione per incorporazione, la società incorporata non si estingue ai sensi del vigente art. 2504 bis c.c., con la conseguenza che, ove quest'ultima fosse già mandataria per la gestione di un credito e delle relative controversie in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7517 del 16 luglio 1999
«Non sussiste dipendenza di cause, con conseguente inscindibilità delle stesse, nel rapporto che lega ciascuno dei condebitori solidali all'unico creditore. Ne consegue che, proposto ricorso per cassazione da uno dei condebitori solidali, gli altri...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25143 del 14 ottobre 2008
«Allorché venga riformata in appello una sentenza già posta in esecuzione forzata, il debitore esecutato ha diritto alla restituzione non solo del capitale pagato sulla base del titolo successivamente riformato, ma anche delle somme corrisposte a...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8500 del 27 agosto 1998
«L'intervento dei terzi nel giudizio di appello, data la formulazione dell'art. 344 c.p.c., che ne impedisca un'interpretazione diversa da quella letterale, può ritenersi ammesso limitatamente ai soli terzi che potrebbero proporre opposizione a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4382 del 19 aprile 1995
«Il potere-dovere del giudice d'appello, che sia chiamato a pronunciarsi sulla liquidazione del danno da illecito (contrattuale od extracontrattuale), di tenere conto dell'ulteriore svalutazione verificatasi dopo la sentenza di primo grado, senza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9763 del 18 novembre 1994
«L'ammissibilità nel giudizio di appello, a norma dell'art. 345, comma 2, primo periodo, c.p.c., della domanda di risarcimento (o di ulteriore risarcimento) dei danni sofferti dopo la sentenza impugnata comporta una deroga al principio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27906 del 21 dicembre 2011
«L'eccezione di giudicato può legittimamente essere allegata dopo l'udienza di precisazione delle conclusioni (nella specie in sede di appello), se soltanto dopo tale momento esso si è formato. Ricorrendo tale ipotesi, il giudice non può ritenere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10116 del 15 ottobre 1997
«Il creditore che agisce con il rimedio della opposizione di terzo revocatoria avverso un decreto ingiuntivo (che si assuma) ottenuto, nei confronti del proprio debitore, da un terzo per effetto di collusione tra questi ultimi, ha l'onere di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4324 del 27 giugno 1988
«La sentenza che accoglie l'opposizione di terzo revocatoria ex art. 404, secondo comma, c.p.c., proposta da un avente causa o da un creditore di una delle parti avverso la sentenza passata in giudicato o comunque esecutiva (ovvero il decreto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15339 del 1 dicembre 2000
«Nel rito del lavoro le preclusioni previste dagli artt. 414 e 416 c.p.c. fanno riferimento alla posizione — rispettivamente di attore o di convenuto — assunta processualmente dalle parti. Ne consegue che, nell'ipotesi in cui il giudizio di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3114 del 3 marzo 2001
«Nel rito del lavoro, al ricorso per ingiunzione è applicabile l'onere per il creditore procedente di indicare gli elementi essenziali dell'azione, ossia il fondamento o titolo causa petendi e l'oggetto petitum della pretesa azionata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10686 del 14 dicembre 1994
«Nel rito del lavoro — che si applica anche alle controversie in materia di locazione urbana, ai sensi degli artt. 30, 45 e ss. L. 27 luglio 1978, n. 392 — l'introduzione del giudizio di appello con citazione, quando questa è stata depositata nei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10615 del 19 luglio 2002
«I trattamenti di pensione corrisposti dallo stesso datore di lavoro, e non da un centro autonomo di imputazione di un distinto rapporto previdenziale, hanno natura di retribuzione differita, anche se della prestazione sia beneficiario iure proprio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12999 del 5 settembre 2003
«Nel caso in cui i requisiti condizionanti l'attribuzione del diritto alla prestazione assistenziale, quale in specie l'assegno di invalidità, previsto dall'art. 13 della legge n. 118 del 1971, vengano ad esistenza nel corso del giudizio,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9583 del 2 luglio 2002
«Il ritardato pagamento di un debito previdenziale o assistenziale determina l'obbligo dell'Istituto debitore di corrispondere gli accessori a prescindere dall'imputabilità soggettiva del ritardo nell'adempimento, atteso che, stante la tutela...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1112 del 20 gennaio 2005
«La regola per cui la rivalutazione monetaria costituisce una componente essenziale del credito assistenziale che deve essere liquidata anche d'ufficio dal giudice, in ogni stato e grado del giudizio, senza necessità di specifica domanda del...»