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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9358 del 4 settembre 1991
«Ai fini della determinazione della gravità dell'inadempimento, il giudice del merito può tenere conto anche del comportamento dell'inadempiente posteriore alla domanda di risoluzione del contratto, in considerazione del fatto che l'unità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 11 giugno 1983
«Ai fini della determinazione della gravità o meno dell'inadempimento, il giudice del merito può tenere conto anche del comportamento dell'inadempiente posteriore alla domanda di risoluzione del contratto, ma l'unità del rapporto obbligatorio, cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6121 del 1 giugno 1993
«Dal momento in cui è proposta la domanda giudiziale di risoluzione del contratto per inadempimento dell'altra parte, e fino a quando non si sia formato il giudicato su questa domanda, il convenuto, sia nel caso che la predetta domanda debba...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4526 del 18 maggio 1987
«L'adempimento effettuato dopo la domanda di risoluzione del contratto, pur non arrestando gli effetti di tale domanda, deve essere, tuttavia preso in esame dal giudice al fine della valutazione dell'importanza dell'inadempimento, potendo esso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3438 del 8 giugno 1985
«La proposizione della domanda di risoluzione di un contratto ad esecuzione continuata o periodica — quale il contratto di affittanza agraria — non esonera il conduttore o l'affittuario dal regolare pagamento del corrispettivo nel corso del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3353 del 20 maggio 1986
«Il giudice chiamato a pronunciarsi sulla domanda di risoluzione del contratto per inadempimento deve proporsi d'ufficio il problema della gravità dell'inadempimento ed è tenuto ad indicare, qualora accolga la domanda, il motivo per cui, nel caso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6643 del 31 luglio 1987
«Poiché la gravità dell'inadempimento, in base al combinato disposto degli artt. 1453, primo comma, e 1455 c.c., costituisce la premessa necessaria della pronuncia costitutiva di risoluzione del contratto, la legittimità o illegittimità del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 635 del 11 febbraio 1978
«Qualora un pagamento non sia stato effettuato nel termine previsto nel contratto, ben può il giudice del merito pronunciare la risoluzione per inadempimento, dopo avere valutato la gravità dello stesso, anche se la parte adempiente non abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5407 del 13 marzo 2006
«Anche ai fini dell'accertamento della risoluzione di diritto, conseguente a diffida ad adempiere senza esito, intimata dalla parte adempiente, il giudice è tenuto comunque a valutare la sussistenza degli estremi, soggettivi e oggettivi,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 2 settembre 1978
«L'atto di diffida ad adempiere ex art. 1454 c.c. consente al contraente adempiente di conseguire lo stesso risultato della risoluzione di diritto, mediante la sua notificazione all'altro contraente. Tale atto unilaterale e recettizio ha la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 167 del 5 gennaio 2005
«L'azione di risoluzione del contratto in applicazione dell'art. 1456 c.c. tende ad una pronuncia dichiarativa dell'avvenuta risoluzione di diritto a seguito dell'inadempimento di una delle parti previsto come determinante per la sorte del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10935 del 11 luglio 2003
«In tema di contratti, la clausola risolutiva espressa attribuisce al contraente il diritto potestativo di ottenere la risoluzione del contratto per l'inadempimento di controparte senza doverne provare l'importanza e la risoluzione del contratto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4369 del 16 maggio 1997
«La stipulazione di una clausola risolutiva espressa non significa che il contratto possa essere risolto solo nei casi espressamente previsti dalle parti, rimanendo fermo il principio per cui ogni inadempimento di non scarsa rilevanza può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5455 del 18 giugno 1997
«L'operatività della clausola risolutiva espressa viene meno in conseguenza della rinunzia della parte interessata ad avvalersene, ma, qualora si deduca la rinunzia tacita - che è pur sempre un atto di volontà abdicativa, ancorché non manifestato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 90 del 22 febbraio 1991
«In tema di misure cautelari personali, per poter ritenere adempiuto l'obbligo della motivazione non è sufficiente la generica indicazione della fonte dalla quale potrebbero ricavarsi gli indizi di colpevolezza, oppure il generico richiamo al tipo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4058 del 11 ottobre 1989
«In tema di clausola risolutiva espressa, la sua rinuncia tacita da parte del creditore costituisce atto di volontà abdicativa, ancorché la volontà stessa venga manifestata, anziché espressamente, mediante comportamenti incompatibili con la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3575 del 27 ottobre 1975
«All'agente può essere conferita dal preponente anche la rappresentanza per la conclusione degli affari oggetto del contratto di agenzia (art. 1752 c.c.). In ogni caso, però, resta fermo il tratto caratteristico del contratto di agenzia: l'assoluta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3823 del 6 giugno 1983
«Il termine per adempiere, la cui scadenza non sia con rigore determinata o che abbia carattere puramente indicativo, non riveste gli estremi dell'essenzialità, in senso tecnico, tale cioè da implicare, se non osservato, la risoluzione ipso iure...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1637 del 31 maggio 1971
«Pur in presenza dell'inutile decorso di un termine essenziale, è sempre necessaria la domanda di parte affinché possa pronunciarsi la risoluzione di un contratto. Invero l'espressione «di diritto» usata in proposito dalla norma dell'art. 1457,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4604 del 7 maggio 1999
«Con la sentenza di risoluzione di un contratto e di condanna alla restituzione del bene che ne aveva costituito oggetto, il giudice non può fissare un termine per la consegna del bene in quanto una tale previsione si traduce nell'illegittimo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2135 del 24 febbraio 1995
«Nei contratti a prestazioni corrispettive, la retroattività (art. 1458, comma 1, c.c.) della pronuncia costitutiva di risoluzione per inadempimento, collegata al venir meno della causa giustificatrice delle attribuzioni patrimoniali già eseguite,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3539 del 16 ottobre 1976
«La risoluzione del contratto per inadempimento produce effetti liberatori e restitutori: se questi ultimi non possono essere disposti in forma specifica, il giudice deve ordinarli per equivalente, ancorché questa forma di restituzione non sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10482 del 22 ottobre 1993
«Con riguardo al cosiddetto leasing finanziario, stabilire se il canone dovuto dal detentore del bene costituisca corrispettivo del godimento di questo per una durata prestabilita, di guisa che tale funzione di godimento viene a prevalere su...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1690 del 26 gennaio 2006
«Non incorre in alcuna contraddizione il giudice di merito che apprezzi un comportamento di inadempimento come contrario a buona fede ai fini di giustificare un'eccezione di inadempimento ex art. 1460 c.c. e poi lo consideri di scarsa importanza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19556 del 19 dicembre 2003
«Il principio di autotutela sancito dall'art. 1460 c.c. (in forza del quale, nei contratti a prestazioni corrispettive, ciascun contraente può rifiutare la propria prestazione in costanza di inadempimento della controparte) deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24899 del 25 novembre 2005
«L'eccezione di inadempimento prevista dall'art. 1460 c.c. è opponibile quando sussista un rapporto di corrispettività e contemporaneità tra le prestazioni relative alle obbligazioni reciproche delle parti e la non contrarietà a buona fede...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13840 del 9 giugno 2010
«Nei contratti con prestazioni corrispettive, ai fini della pronuncia di risoluzione per inadempimento in caso di inadempienze reciproche, il giudice di merito è tenuto a formulare un giudizio - incensurabile in sede di legittimità se congruamente...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11430 del 16 maggio 2006
«Il giudice, ove venga proposta dalla parte l'eccezione inadimplenti non est adimplendum , deve procedere ad una valutazione comparativa degli opposti adempimenti avuto riguardo anche allo loro proporzionalità rispetto alla funzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6756 del 5 maggio 2003
«Nel caso di contrapposte domande di esecuzione in forma specifica di un contratto preliminare e di risoluzione di detto contratto per inadempimento, il giudice del merito deve procedere ad una valutazione comparativa ed unitaria degli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 387 del 16 gennaio 1997
«Il principio che sorregge l'eccezione inadempleti contractus, e che trova la sua consacrazione nella formulazione dell'art. 1460 c.c., trae fondamento dal nesso di interdipendenza che nei contratti a prestazioni corrispettive lega le opposte...»