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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2034 del 1 marzo 1994
«Con riguardo al procedimento per ingiunzione promosso da avvocato per il pagamento della parcella, in ordine all'applicabilità del procedimento speciale introdotto dalla L. n. 794 del 1942, le prestazioni stragiudiziali che siano strettamente...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4621 del 26 aprile 1991
«Anche con riguardo ad opposizione a decreto ingiuntivo, l'originaria carenza di autorizzazione del sindaco a stare in giudizio in rappresentanza del comune, resa dal competente organo collegiale (per i Comuni della Sicilia, la giunta municipale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2496 del 15 aprile 1985
«L'opposizione a decreto ingiuntivo emesso dal giudice del lavoro per un credito basato su uno dei rapporti previsti dagli artt. 409 e 442 c.p.c. è regolato dalle norme sul nuovo rito del lavoro e pertanto deve essere proposto nella forma del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4294 del 3 marzo 2004
«Qualora contro il decreto ingiuntivo sia stata proposta opposizione, la mancata tempestiva costituzione dell'opponente determina l'improcedibilità dell'opposizione, rilevabile d'ufficio anche in sede di legittimità, non essendo applicabile l'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9810 del 5 luglio 2002
«Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, che è diretto ad infirmare o modificare il provvedimento monitorio e postula, dunque, che quest'ultimo non sia divenuto irrevocabile, la produzione della copia notificata del decreto opposto non è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16744 del 17 luglio 2009
«La dichiarazione di incompetenza del giudice che ha emanato il decreto ingiuntivo, pronunciata dallo stesso giudice funzionalmente competente ex art. 645 c.p.c. - configurandosi il requisito della competenza come condizione di ammissibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3582 del 12 marzo 2001
«La dichiarazione di nullità del decreto ingiuntivo comporta non già il riconoscimento della sua inefficacia — come avviene nel caso della revoca — bensì quello dell'esistenza di un vizio sostanziale che impedisce al provvedimento di aver vita sin...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12155 del 24 novembre 1995
«L'opposizione tardiva a decreto ingiuntivo — che il debitore intimato può esperire qualora non abbia avuto conoscenza del decreto per nullità della notificazione (nella specie, perché effettuata con la procedura prevista per gli «irreperibili»...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1290 del 2 febbraio 1993
«L'attestazione in giudizio del locatore o del suo procuratore circa la persistenza della morosità del conduttore, cui l'art. 663 ultimo comma c.p.c. subordina la convalida dello sfratto, è sostanzialmente un'ulteriore conferma dell'intimazione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5088 del 3 giugno 1996
«Il ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. contro i provvedimenti adottati con forma diversa dalla sentenza è consentito a condizione che essi abbiano la natura sostanziale di una sentenza, nel senso che, oltre ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2213 del 29 ottobre 1970
«Il sequestro giudiziario, di cui all'art. 670 n. 2 c.p.c. è strumentalmente preordinato ad assicurare elementi di prova da utilizzare nel giudizio di merito. Esso, pertanto, è provvisorio, non soltanto nel senso che è temporaneo, ma soprattutto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13400 del 29 ottobre 2001
«Costituisce elemento oggettivo per valutare il pericolo nel ritardo, condizione di ammissibilità per la concessione del sequestro conservativo, il rapporto di proporzione, quantitativo e qualitativo, tra patrimonio del debitore e presunto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2411 del 14 aprile 1980
«La sentenza che pronuncia sulla domanda di separazione dei coniugi può modificare senza alcun limite i provvedimenti presidenziali emanati, in via temporanea ed urgente, nell'interesse dei coniugi e della prole, in quanto la condizione, che si...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 23456 del 10 novembre 2011
«Nei procedimenti camerali attivati su ricorso, il giudice adito è tenuto a fissare con decreto l'udienza di comparizione con termine per la notifica del ricorso stesso e del decreto alle controparti, ed è, altresì, tenuto al deposito di tale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2451 del 16 gennaio 2008
«In tema di successione di leggi penali, la modificazione della norma extrapenale richiamata dalla disposizione incriminatrice esclude la punibilità del fatto precedentemente commesso se tale norma è integratrice di quella penale oppure ha essa...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 22632 del 5 giugno 2008
«Il grado della colpa, che rileva ex artt. 43, 61, comma primo, n. 3 e 133 c.p. ai fini della personalizzazione del rimprovero che può essere mosso all'agente, e quindi della sua colpevolezza, va determinato considerando: 1 ) la gravità della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 578 del 28 gennaio 1997
«In tema di concorso di cause la causa sopravvenuta sufficiente da sola alla produzione dell'evento e, quindi, avente efficacia interruttiva del nesso di causalità, è quella del tutto indipendente dal fatto posto in essere dall'agente, avulsa...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6215 del 16 febbraio 2010
«In tema di colpa medica, in presenza di una condotta colposa posta in essere da un determinato soggetto, non può ritenersi interruttiva del nesso di causalità (art. 41, comma secondo, c.p.) una successiva condotta parimenti colposa posta in essere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12710 del 21 dicembre 1994
«Nelle fattispecie contravvenzionali la buona fede può acquistare giuridica rilevanza solo a condizione che si traduca in mancanza di coscienza dell'illiceità del fatto (commissivo od omissivo) e derivi da un elemento positivo, estraneo all'agente,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5687 del 5 febbraio 2013
«In tema di falso ideologico è configurabile il reato impossibile di cui al comma secondo dell'art. 49 c.p., a condizione che la difformità dell'atto dal vero non risulti riconoscibile "ictu oculi", ovvero in base alla mera disamina dello stesso.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3405 del 24 marzo 1992
«L'art. 49 c.p. prevede la non punibilità dell'agente quando per l'inidoneità dell'azione o per la inesistenza dell'oggetto di essa, è impossibile che si verifichi l'evento dannoso o pericoloso, che costituisce la conseguenza del reato....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 829 del 24 gennaio 1995
«In tema di distinzione tra concussione e corruzione, ciò che conta è che il pubblico ufficiale, avvalendosi del proprio potere, determini la libera volontà del privato attraverso un comportamento costringente o inducente, operando così una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3170 del 23 marzo 1995
«In tema di imputabilità le c.d. «reazioni a corto circuito», anche se normalmente sono riferibili a stati emotivi e passionali non integranti una condizione patologica, possono tuttavia costituire, in determinate situazioni, manifestazioni di una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5885 del 17 giugno 1997
«In tema di imputabilità, il complesso normativo costituito dagli artt. 85, 88, 89 e 90 del codice penale richiede, ai fini della esclusione o della attenuazione di essa, una infermità (termine inteso in una accezione più lata di quello «malattia»)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1775 del 16 gennaio 2003
«Per escludere lo stato di imputabilità non è sufficiente la condizione generica di tossicodipendenza, ma accorre che l'intossicazione da sostanze stupefacenti sia cronica ed abbia prodotto un'alterazione psichica permanente, ossia una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10398 del 1 settembre 1999
«Nel caso in cui il querelante manifesti contestualmente la volontà di perseguire alcuni colpevoli e non altri, l'intento punitivo ha prevalenza, in quanto esso, in base all'art. 123 c.p., permane e si espande, mentre la rinuncia risulta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8773 del 6 agosto 1994
«... Condizione essenziale è, peraltro, che si tratti di concorso nello stesso reato. Pertanto, l'effetto estensivo non si verifica quando, pur trattandosi dello stesso titolo di reato e pur essendo identico l'oggetto, il reato venga posto in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4318 del 7 maggio 1985
«La querela è condizione di procedibilità del reato nei confronti di chiunque ne risulta responsabile e conserva validità anche nel caso di erronea indicazione del colpevole fatta dalla persona offesa.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29378 del 9 luglio 2013
«Il contenuto della querela può essere integrato successivamente alla presentazione dell'atto a condizione che l'istanza di punizione, relativa ai reati commessi in danno del querelante, sufficientemente specificati nei loro elementi costitutivi,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1460 del 17 febbraio 1997
«La disposizione dell'art. 337 comma terzo c.p.p., concernendo la prova della legittimazione ad esercitare il diritto di querela in nome della persona giuridica, ente o associazione, pone quale onere per il querelante l'indicazione della fonte...»