-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3349 del 15 ottobre 1992
«In caso di patteggiamento il giudice, oltre a valutare la congruità della pena indicata dalle parti, in una con la correttezza della qualificazione giuridica del fatto e l'applicazione e la comparazione delle prospettate circostanze, sempre che...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4037 del 3 aprile 1992
«Non viola il divieto della reformatio in peius il giudice di appello che, riformando la sentenza di condanna del primo giudice, applichi la misura di sicurezza prevista dalla legge come conseguenza del proscioglimento per vizio di mente richiesto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4322 del 24 novembre 1992
«La procedura prevista per la correzione degli errori materiali è applicabile anche alle sentenze emesse dalla Corte di cassazione, sempreché il giudice si trovi di fronte a una situazione nella quale il provvedimento sia affetto da mere...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4490 del 2 dicembre 1992
«Allorché al giudice di appello viene denunciata la nullità del provvedimento per carenza di pronuncia o di motivazione su uno dei punti che hanno formato oggetto in primo grado di specifica domanda di decisione egli, proprio perché giudice di...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4495 del 11 aprile 1992
«La concessione della sospensione condizionale della pena è impugnabile da parte dell'imputato nei casi in cui da ciò che dovrebbe costituire un beneficio derivi la lesione di un diritto o quanto meno di un interesse giuridicamente apprezzabile....»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4789 del 28 aprile 1992
«La nullità di una decisione emessa sulla base degli artt. 599, quarto e quinto comma e 602 secondo comma del nuovo codice di procedura penale, dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale con sentenza 10 ottobre 1990, n. 435, non può essere...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 509 del 3 marzo 1992
«Allorché l'obbligo al cui adempimento è subordinata la concessione della sospensione condizionale della pena inerisce alla cessazione, o non, della condotta antigiuridica che costituisce l'elemento materiale del reato di guisa che la sua...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5166 del 4 maggio 1992
«All'annullamento, da parte della Cassazione, del provvedimento di inammissibilità dell'impugnazione, ancorché emesso con sentenza, consegue il rinvio allo stesso giudice che lo ha pronunciato, poiché si tratta di un provvedimento per il quale è...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5521 del 12 maggio 1992
«L'appello incidentale (art. 595 c.p.p.) non incontra alcun limite derivante dal contenuto dell'appello principale. In mancanza di espressi limiti legislativamente stabiliti, infatti, non è possibile ritenere che tale impugnazione debba essere...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 581 del 31 marzo 1992
«L'art. 242 comma terzo, ultima parte, del D.L.vo 28 luglio 1989, n. 271 (norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale), nel prevedere che, entro il termine ivi indicato, il giudice istruttore pronunci sentenza...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6683 del 4 giugno 1992
«Il divieto della reformatio in peius vale in ogni stato e grado del giudizio e, una volta conseguita dall'imputato una determinata posizione a lui favorevole, non può, in difetto d'impugnazione del pubblico ministero, emettersi una qualsiasi...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7842 del 8 luglio 1992
«Pur costituendo la adeguatezza della pena nella sua concretezza più il risultato di una intuizione che di un processo logico di natura analitica, il giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale di determinazione di essa, per evitare che la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 802 del 10 marzo 1992
«La «manifesta infondatezza» che, ai sensi dell'art. 634, comma primo, c.p.p. legittima la declaratoria di inammissibilità della richiesta di revisione, deve essere tale da dar luogo alla sua rilevabilità ictu oculi, sulla base di un semplice e...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 865 del 29 gennaio 1992
«Il principio del divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale, applicabile quindi anche al giudizio di rinvio e a tale fine va operato il raffronto tra la pena inflitta con la sentenza annullata e quella applicata dal...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9373 del 4 settembre 1992
«Nel caso in cui essendo stati proposti avverso la stessa sentenza appello da una delle parti e ricorso per cassazione dall'altra e non essendosi fatto luogo a conversione del ricorso in appello ai sensi dell'art. 580 c.p.p., si sia giudicato del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9770 del 13 ottobre 1992
«L'appello incidentale rimane limitato dall'appello principale e può riguardare solo quei capi o quei punti della sentenza che di questo hanno formato oggetto, e rispetto ai quali l'impugnante in via incidentale lamenta l'ingiusta decisione. (In...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9920 del 17 ottobre 1992
«Quando ricorrano i presupposti per ritenere la continuazione nel reato, l'art. 81, cpv., c.p., può trovare applicazione anche in riferimento a reati per i quali siano previste rispettivamente la pena detentiva per il reato più grave ed una pena...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9930 del 17 ottobre 1992
«La L. 11 febbraio 1992, n. 157, che detta norme per la protezione della fauna, nello stabilire, all'art. 30, le sanzioni penali, ha anche disposto al comma terzo che nei casi di cui al comma primo non si applicano gli artt. 624, 625 e 626 c.p....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 108 del 17 marzo 1993
«Le norme che disciplinano l'esecuzione della pena e le misure alternative alla detenzione (ivi comprese le condizioni richieste per la concessione di queste ultime), non possono essere ritenute di natura penale sostanziale, non prevedendo esse...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11401 del 14 dicembre 1993
«In tema di patteggiamento ex art. 444 c.p.p., il procedimento che il giudice deve seguire nel determinare in concreto la pena da applicare comporta che i vari reati da unificare ex art. 81 cpv. c.p. siano valutati nella loro entità e consistenza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1291 del 10 febbraio 1993
«Il vincolo della continuazione è incompatibile con la commissione di un reato permanente ontologicamente unico, come l'associazione per delinquere, anche se interrotto da evenienze precedenti. La segmentazione del reato associativo operata a...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1453 del 18 giugno 1993
«Il giudice di primo grado cui siano stati trasmessi gli atti a seguito di declaratoria da parte del giudice di appello di nullità della sentenza non può, nel caso in cui dissenta da siffatta decisione, elevare conflitto. Deve infatti escludersi...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1541 del 14 agosto 1993
«Qualora l'imputato, giudicato in contumacia in primo grado, abbia con precedente atto di nomina del difensore conferito a quest'ultimo ogni più ampia facoltà di legge e, altresì, una procura speciale per il rito abbreviato e per l'applicazione...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1592 del 22 febbraio 1993
«In tema di caccia, a seguito dell'entrata in vigore della L. 11 febbraio 1992, n. 157, è stata abolita (art. 30) l'ipotesi di furto di selvaggina e sono state introdotti taluni reati, prima costituenti semplici illeciti amministrativi. Nel caso di...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1653 del 22 febbraio 1993
«La sentenza di condanna può aver luogo solo se le prove raccolte in giudizio diano la certezza della sussistenza del fatto costituente reato e della sua commissione da parte dell'imputato; pertanto non è ammissibile che se un fatto risulti per sua...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1992 del 3 marzo 1993
«In sede di giudizio di rinvio è irrilevante la questione di legittimità costituzionale avente ad oggetto la norma che il giudice del rinvio è tenuto ad applicare sulla base del principio di diritto enunciato dalla Corte di cassazione. Infatti,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1996 del 3 marzo 1993
«La preclusione determinata dal giudicato interno copre il dedotto e il deducibile. (Applicazione in tema di riproposizione, avverso la sentenza di rinvio, di questione già decisa in senso negativo, dalla sentenza di annullamento della Corte di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2094 del 25 giugno 1993
«Non può essere rimediata da un provvedimento di correzione di errore materiale, ai sensi degli artt. 130 e 547 c.p.p., l'omessa pronuncia in ordine alla condanna delle spese giudiziali in relazione al rapporto civile tra le parti definito con...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2128 del 4 marzo 1993
«Il giudice del merito deve stabilire con precisione la cronologia degli episodi criminosi avvinti in continuazione, in considerazione delle implicazioni che la data del commesso reato può comportare. (Fattispecie relativa ad ipotesi di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3476 del 16 ottobre 1993
«In tema di continuazione, l'identità del disegno criminoso viene meno quando tra l'uno e l'altro fatto-reato intervengano circostanze — quali il processo, la custodia cautelare, la sentenza di condanna — tali da modificare l'originario progetto.»