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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3166 del 16 settembre 1992
«Poiché la contestazione dell'accusa si sostanzia nella specifica indicazione del fatto che l'imputato o l'indagato è accusato di avere posto in essere, e non nella mera indicazione delle norme giuridiche, per loro natura generali e astratte, ai...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3407 del 18 marzo 1994
«In materia di reati concernenti carte di credito e documenti ad esse assimilati, quali attualmente previsti dall'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, n. 143, convertito con modificazione in L. 5 luglio 1991, n. 197, la competenza a conoscere del fatto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2125 del 25 giugno 1993
«Il mancato adempimento delle obbligazioni civili nascenti dal reato non è ostativo alla concessione della riabilitazione quando derivi dall'impossibilità di prestare le dette obbligazioni, ossia quando il condannato dimostri di non essere in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21063 del 26 maggio 2011
«La competenza per tutte le ipotesi di reato contenute nell'art. 416-bis c.p., a prescindere dalla pena edittale prevista in riferimento alla violazione contestata, appartiene al Tribunale anche con riguardo ai procedimenti avviati precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3089 del 8 marzo 1999
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, relativmente alla individuazione del giudice territorialmente competente a giudicare del reato associativo, data la natura permanente del delitto occorre fare riferimento al luogo in cui ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3784 del 7 aprile 1995
«Considerata la natura permanente del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti non è censurabile l'affermazione di competenza ratione loci del giudice del luogo in cui ha avuto inizio la consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1291 del 5 giugno 1996
«Le norme speciali di cui all'art. 30 L. 6 agosto 1990, n. 223, in tema di trattamento sanzionatorio e di competenza territoriale per il reato di diffamazione con attribuzione di fatto determinato commesso attraverso trasmissioni televisive —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6018 del 30 gennaio 1995
«In tema di diffamazione commessa a mezzo di trasmissioni radiofoniche e televisive, la competenza territoriale deve essere stabilita applicando l'art. 30, comma 5, L. 6 agosto 1990, n. 223, e cioè con riferimento al foro di residenza della parte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49356 del 22 dicembre 2009
«Quando si procede per uno dei reati associativi indicati nell'art. 51, comma terzo bis, c.p.p., e per reati connessi, la competenza va determinata con riferimento al reato di competenza distrettuale nei limiti in cui sia possibile individuare,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33435 del 4 maggio 2006
«Ai fini della determinazione della competenza per territorio, l'adempimento dell'iscrizione della notizia di reato richiamato dalla regola suppletiva di cui all'art. 9, comma terzo, c.p.p. deve intendersi in senso rigorosamente formale, e deve...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11849 del 13 marzo 2003
«Al fine di determinare la competenza per territorio facendo ricorso alla regola suppletiva di cui al terzo comma dell'art. 9 c.p.p., che indica la competenza del giudice del luogo ove ha sede l'ufficio del pubblico ministero che per primo ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3624 del 4 aprile 1995
«In tema di competenza per reati commessi all'estero, ai fini dell'applicazione dell'art. 10 comma 1 c.p.p., non sussiste equipollenza tra esecuzione dell'ordine di accompagnamento e arresto. La norma, così come, quanto ai concetti di residenza,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1972 del 17 febbraio 1994
«A norma dell'art. 6 c.p. sono punibili secondo la legge italiana, come fossero commessi per intero in Italia, anche i reati la cui condotta è avvenuta solo in parte nel territorio dello Stato o ivi si è verificato l'evento. Ne risulta che anche i...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 292 del 13 gennaio 2005
«La deroga alle regole generali della competenza per territorio nei procedimenti in cui un magistrato assume la qualità di indagato, di imputato ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato, si applica anche al magistrato onorario il cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5371 del 2 dicembre 1999
«In tema di competenza per il giudizio di revisione, il rinvio di cui all'art. 1 legge 23 novembre 1998 n. 405 ai criteri di cui all'art. 11 c.p.p. comporta la individuazione di tale competenza con riferimento a quella stabilita per i procedimenti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5021 del 27 marzo 1996
«A norma dell'art. 7, comma 2 della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, le funzioni del collegio per i reati ministeriali, alla scadenza del biennio della durata della sua carica sono prorogate per i procedimenti non definiti nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3444 del 19 marzo 1998
«La ipotesi di connessione di cui all'art. 12, lett. b), c.p.p. si riferisce, oltre che ai diversi reati commessi con una sola azione od omissione, ai diversi reati che, con più azioni od omissioni, l'agente commette in esecuzione del medesimo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19831 del 9 giugno 2006
«L'attribuzione delle funzioni inquirenti per taluni reati all'ufficio del P.M. presso il tribunale del capoluogo del distretto (tra cui il delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso), nel cui ambito ha sede il giudice competente,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1318 del 13 febbraio 1997
«In tema di competenza per connessione, la regola della perpetuatio jurisdictionis è stata confermata e anzi rafforzata dal nuovo codice di procedura penale, stante la natura di criterio originario e autonomo di attribuzione della competenza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 29187 del 20 luglio 2007
«In tema di competenza per connessione, al fine di stabilire quale sia il reato più grave deve farsi riferimento all'imputazione contestata dal pubblico ministero.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6221 del 16 febbraio 2006
«Il riconoscimento della circostanza attenuante della dissociazione attuosa, prevista dall'art. 8 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, conv. con L. n. 203 del 1991, secondo cui «la pena dell'ergastolo è sostituita da quella della reclusione da dodici a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1328 del 10 febbraio 1995
«Nessuna forma d'impugnazione è prevista dal nuovo codice di rito per i provvedimenti di riunione (o di separazione) dei processi. E poiché nel sistema processuale vigente è conservata la regola della tassatività delle impugnazioni, ne deriva che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 273 del 12 gennaio 1996
«Quando il tribunale ritenga illegittimamente instaurato il giudizio immediato per una parte delle imputazioni di cui al giudizio, può disporre lo stralcio degli atti relativi a tali contestazioni e deve valutare la necessità della unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1740 del 12 luglio 1995
«Il giudizio immediato su richiesta dell'imputato che rinuncia all'udienza preliminare si differenzia da quello richiesto dal pubblico ministero poiché, diversamente da questo, non esige particolari condizioni, ma si basa unicamente sulla richiesta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1429 del 4 giugno 1996
«Non è abnorme, e non è quindi ricorribile direttamente in Cassazione, il provvedimento con il quale il tribunale avanti al quale sia presentata richiesta di rimessione, ordina la separazione della posizione dell'imputato che chiede la rimessione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12729 del 17 ottobre 1994
«L'art. 130 norme att. fa conseguire, «di fatto», una separazione del procedimento, nel senso che una parte di esso, cioè quella rimessa al giudice, passa nella fase processuale in senso proprio, mentre l'altra resta nella fase procedimentale. Si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14 del 5 gennaio 1994
«Allorquando venga proposto, ai sensi dell'art. 311, comma secondo, c.p.p., ricorso diretto per cassazione avverso ordinanze che dispongono misure cautelari, è proponibile la censura prospettata sulla base dell'asserita violazione, da parte del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7826 del 7 agosto 1997
«La valutazione della competenza territoriale deve essere svolta con riferimento al momento della proposizione della relativa eccezione e cioè al più tardi nella fase di cui all'art. 491 comma primo c.p.p., vale a dire subito dopo l'accertamento,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 625 del 17 marzo 1993
«In assenza di norme specifiche attinenti l'incompetenza per territorio nel procedimento di sorveglianza (quale risulta disciplinato del combinato disposto degli artt. 678 e 666 c.p.p.), deve farsi necessariamente riferimento alle norme di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 781 del 27 agosto 1991
«Il giudice che emetta un provvedimento di custodia cautelare deve procedere all'interrogatorio ancorché per gli stessi fatti altro giudice lo abbia effettuato a seguito di propria ordinanza di custodia. Infatti, l'interrogatorio, quando è condotto...»