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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9285 del 20 aprile 2006
«Qualora sia invocata la tutela possessoria delle distanze legali (nella specie, delle vedute dalle costruzioni), ha natura petitoria — e, come tale, non può trovare ingresso nel relativo giudizio, ai sensi dell'art. 705 c.p.c. — l'eccezione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5242 del 29 maggio 1999
«Il divieto di proporre il giudizio petitorio da parte del soggetto convenuto nel giudizio possessorio non rileva quando i due giudizi non riguardano la stessa questione e hanno ciascuno un petitum diverso, come nel caso in cui i proprietari di due...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3825 del 22 aprile 1994
«Per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 25 del 3 febbraio 1992, che ha dichiarato l'illegittimità, per contrasto con gli artt. 3 e 24 della Costituzione, dell'art. 705 c.p.c., nella parte in cui subordina la proposizione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11122 del 17 novembre 1990
«L'art. 705 c.p.c., il quale sancisce il divieto per il convenuto nel giudizio possessorio di proporre il giudizio petitorio fino a quando il primo non sia stato definito e la decisione eseguita, essendo ispirato all'esigenza di ordine pubblico del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1501 del 16 febbraio 1994
«Alla stregua della ratio connotante l'art. 705 c.p.c. — secondo cui il convenuto nel giudizio possessorio non può proporre giudizio petitorio finché il primo non sia stato definito e la decisione non sia stata eseguita — la proposizione da parte...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2371 del 17 febbraio 2012
«In tema di concorso tra giudizio possessorio e giudizio petitorio, il passaggio in giudicato della sentenza di rigetto di separata domanda di accertamento della proprietà, proposta da parte dell'attore in possessorio, non fa automaticamente venir...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8427 del 18 agosto 1990
«Con riguardo a domanda di separazione personale, proposta nei confronti di coniuge straniero, la sussistenza o meno della giurisdizione del giudice italiano va riscontrata in base al criterio di collegamento di cui all'art. 4 primo comma (prima...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 16957 del 4 agosto 2011
«Ai fini dell'individuazione del tribunale competente per territorio sulla domanda di separazione personale dei coniugi, tale luogo deve essere identificato con l'ultima residenza comune dei coniugi, non potendosi ricorrere al foro subordinato...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3680 del 17 febbraio 2010
«Il giudizio di separazione personale tra coniugi, cittadini di due diversi Stati membri dell'Unione Europea, può essere validamente instaurato nella residenza abituale della parte attrice, così come previsto nell'art. 3, n. 1, lett. a), del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5729 del 18 aprile 2001
«In tema di separazione personale tra coniugi, il momento determinativo della competenza per territorio del giudice adito va stabilito attribuendo rilevanza esclusiva alla data del deposito del ricorso presso la cancelleria di quest'ultimo —...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3095 del 24 giugno 1989
«Nel procedimento di separazione personale ex art. 706 c.p.c. — che è unico, seppure distinto in due fasi, delle quali anche quella presidenziale ha carattere contenzioso — la costituzione dell'attore si perfeziona al momento e per effetto del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3532 del 29 maggio 1980
«Il giudice istruttore, in mancanza di delega da parte del presidente del tribunale, cui appartiene in materia la competenza funzionale, non può rinnovare il tentativo di conciliazione delle cause di separazione tra coniugi, neppure a norma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1435 del 16 aprile 1975
«Le risposte date dai coniugi nella fase presidenziale del procedimento di separazione personale, non hanno valore di confessione e da esse il giudice può trarre solo elementi presuntivi che corroborino le altre prove acquisite al processo. Esse,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1050 del 18 aprile 1974
«Per effetto della sentenza n. 151 del 30 giugno 1971 della Corte costituzionale (dichiarativa dell'illegittimità costituzionale e degli artt. 707, primo comma, e 708 c.p.c., nella parte in cui disponevano che ai coniugi comparsi personalmente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11029 del 5 ottobre 1999
«Nel procedimento di separazione personale dei coniugi, il provvedimento presidenziale di fissazione di un assegno di mantenimento, emesso in via provvisoria ai sensi dell'art. 708, c.p.c., ha natura cautelare e tende ad assicurare il diritto al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5696 del 12 novembre 1984
«I provvedimenti temporanei ed urgenti, adottati dal presidente del tribunale o dal giudice istruttore nel procedimento di separazione personale a norma dell'art. 708 c.p.c., sono soggetti, in difetto di spontaneo adempimento, ad esecuzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2564 del 5 ottobre 1960
«In applicazione del disposto dell'art. 2818 c.c. non può riconoscersi all'ordinanza del presidente del tribunale, emanata ai sensi dell'art. 708 c.p.c., in procedimento di separazione personale di coniugi, valore di titolo idoneo alla iscrizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3374 del 1 aprile 1998
«I provvedimenti temporanei ed urgenti adottati, a norma dell'art. 708 c.p.c., dal presidente del tribunale in tema di affidamento della prole sono soggetti, in assenza di spontaneo adempimento, ad esecuzione coattiva in via breve, a mezzo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20419 del 21 settembre 2006
«I provvedimenti di carattere ordinatorio, in quanto retrattabili o comunque inidonei a pregiudicare la decisione della causa, non hanno natura di sentenze implicite sulla competenza, per la cui configurabilità si richiede che il provvedimento (a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13593 del 12 giugno 2006
«L'interesse ad agire, necessario anche ai fini dell'impugnazione del provvedimento giudiziale, va apprezzato in relazione alla utilità concreta derivabile alla parte dall'eventuale accoglimento dell'impugnazione e non può consistere in un mero...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 23456 del 10 novembre 2011
«Nei procedimenti camerali attivati su ricorso, il giudice adito è tenuto a fissare con decreto l'udienza di comparizione con termine per la notifica del ricorso stesso e del decreto alle controparti, ed è, altresì, tenuto al deposito di tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 986 del 7 febbraio 1996
«Ai sensi degli artt. 194, secondo comma, c.p.c. e 90 primo comma att. c.p.c., alle parti va data comunicazione del giorno, ora e luogo di inizio delle operazioni peritali, mentre l'obbligo di comunicazione non riguarda le indagini successive,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8386 del 20 giugno 2000
«Nei procedimenti in camera di consiglio nei quali, per previsione legislativa, debba essere sentito il pubblico ministero (nella specie, impugnazione innanzi al tribunale della decisione della Commissione regionale per l'artigianato, adita in sede...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14200 del 28 luglio 2004
«Il giudizio per la dichiarazione di paternità (e di maternità) naturale di minori davanti al tribunale per i minorenni è soggetto, a norma dell'art. 38 disp. att. c.c., al rito camerale (e non al rito contenzioso ordinario), nel rispetto tuttavia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1947 del 8 marzo 1999
«In tema di giudizio camerale, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 738 c.p.c. (secondo cui «il giudice può assumere informazioni»), il giudice, senza che sia necessario il ricorso alle fonti di prova disciplinate dal codice di rito, risulta di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 20670 del 25 ottobre 2005
«Nel procedimento camerale ex art. 737 c.p.c. — con cui si svolge l'opposizione al decreto prefettizio di espulsione dello straniero —, affinché il principio del contraddittorio possa dirsi rispettato è necessario, ma nel contempo sufficiente, che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16206 del 19 agosto 2004
«Nel giudizio promosso con ricorso contro il decreto prefettizio di espulsione dello straniero, ai sensi dell'art. 13, comma 9, del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286 (nel testo precedente all'abrogazione di cui alla legge 30 luglio 2002, n. 189),...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8983 del 12 maggio 2004
«Nel procedimento di opposizione al decreto di espulsione amministrativa dello straniero, al giudice è attribuito dall'art. 738 c.p.c., cui rinvia l'art. 13, comma 2, del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286, come modificato dall'art. 3 del D.L.vo 13...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2451 del 16 gennaio 2008
«In tema di successione di leggi penali, la modificazione della norma extrapenale richiamata dalla disposizione incriminatrice esclude la punibilità del fatto precedentemente commesso se tale norma è integratrice di quella penale oppure ha essa...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4296 del 4 febbraio 2004
«La disciplina relativa alla successione delle leggi penali (art. 2 c.p.) si applica qualora la disposizione richiamata da una «norma penale in bianco» sia modificata o abrogata, ovvero nell'ipotesi in cui venga modificata una norma «definitoria» —...»