-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35035 del 29 settembre 2005
«Nell'ipotesi in cui un sanitario addetto al servizio di guardia medica non aderisca alla richiesta di intervento urgente, sussiste il reato di omissione di atti d'ufficio solo quando sia comprovato che l'urgenza prospettata era effettiva e reale...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7761 del 5 agosto 1997
«In tema di omissione di atti di ufficio di cui all'art. 328, comma secondo, c.p., è erroneo ritenere che l'“obbligo di informazione” dovuto all'interessato sia ipotizzabile solo in caso di accertata sussistenza dell'“obbligo principale di compiere...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4293 del 6 aprile 2000
«Ciò che assume rilievo è solo il fatto che il comportamento posto in essere provochi quella lesione della libera concorrenza che la norma penale intende tutelare a garanzia degli interessi della pubblica amministrazione. (Fattispecie in cui alcuni...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9845 del 20 settembre 1991
«In materia di turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.), la turbativa può essere posta in essere non soltanto nel momento preciso in cui la gara si svolge, ma anche nel complesso procedimento che porta alla gara o fuori di questa: ciò che ha...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5575 del 13 maggio 1998
«La Suprema Corte, in accoglimento del ricorso proposto dal P.M. e nell'enunciare il principio di cui in massima, ha annullato con rinvio l'impugnata sentenza precisando che il giudice di merito, in sede di rinvio e sulla scorta di tutto quanto...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12175 del 29 marzo 2005
«La qualifica di pubblico ufficiale non viene meno, per un soggetto chiamato a svolgere le relative funzioni, quando sussistano irregolarità nel procedimento o nell'atto di conferimento dell'ufficio, dato che in proposito assume rilievo il mero...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8797 del 24 febbraio 2003
«Con la trasformazione dell'ente pubblico economico «Poste Italiane» in società per azioni, non è più configurabile l'aggravante inerente alla natura pubblica della persona offesa dal reato di truffa, in quanto la natura eventualmente pubblica del...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1408 del 30 giugno 1994
«Riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio il medico di fiducia che svolge le funzioni previste dagli artt. 4 e 5 della L. 22 maggio 1978, n. 194 (Norme sulla tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12556 del 1 dicembre 2000
«In tema di reati contro la pubblica amministrazione, la gestione di una discarica pubblica assentita con autorizzazione amministrativa, per le prescrizioni che la regolano e per il rilievo degli interessi collettivi coinvolti, realizza le...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10138 del 25 settembre 1998
«Anche dopo la trasformazione dell'Ente poste in società per azioni, i servizi postali e quelli di telecomunicazioni appartengono al novero dei servizi pubblici, sia per la situazione di sostanziale monopolio alla produzione affidata all'Ente poste...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23465 del 22 giugno 2005
«La qualità di incaricato di pubblico servizio del dipendente di Trenitalia S.p.A. va accertata, da parte del giudice di merito, esclusivamente sulla base della disciplina della attività oggettivamente considerata ed indipendentemente dal fatto che...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33855 del 18 settembre 2001
«Non integra il delitto di calunnia (art. 368 c.p.) la condotta di colui il quale denunci un fatto realmente accaduto, qualificato con un preciso nomen iuris, ma non corrispondente ad alcuna fattispecie astratta di reato, atteso che nell'azione...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34881 del 14 settembre 2007
«In tema di calunnia, ai fini dell'integrazione dell'elemento psicologico non assume alcun rilievo la forma del dolo eventuale, in quanto la formula normativa «taluno che egli sa innocente» risulta particolarmente pregnante e indicativa della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5457 del 6 maggio 1988
«Ove, invece, siffatti limiti vengano varcati, come sull'ipotesi in cui, al di fuori di ogni intento difensivo, dopo aver diffamato taluno, l'imputato assuma davanti all'autorità giudiziaria iniziative dirette a far condannare il diffamato per...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11497 del 10 novembre 2000
«L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p., concernendo l'elemento intenzionale del reato, ha natura soggettiva, e pertanto si applica per il solo fatto che l'agente commetta un reato allo scopo di eseguirne (occultarne o conseguire il profitto di)...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 208 del 5 gennaio 2006
«Superiore Magistratura ed il Ministro della giustizia), ebbero ad escludere qualsiasi rilievo, anche di carattere disciplinare, in merito a tale accusa, con la conseguenza che le pubblicazioni successive alle prime notizie si caratterizzano come...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10135 del 12 marzo 2002
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'esercizio della critica per assumere rilievo scriminante nei confronti di un'offesa deve essere esercitato nei limiti del diritto costituzionalmente garantito, sicché restano ugualmente punibili le...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9373 del 31 agosto 1994
«La circostanza attenuante non è stata ravvisata sul rilievo che la pregressa conoscenza tra vittima ed omicida, implicando la consapevolezza da parte di quest'ultimo delle tendenze omosessuali dell'altra, annullava di fatto la potenzialità...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13575 del 24 marzo 2014
«Ai fini della valutazione della configurabilità della circostanza attenuante di cui all'art. 62, comma primo, n. 4, c.p., il giudice deve avere riguardo soltanto al "danno patrimoniale" (nel quale rientra anche quello fisico o morale procurato...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4235 del 7 marzo 2000
«Viceversa, non assumono alcun rilievo le statuizioni della sentenza di condanna che attengono esclusivamente alla pena, quali la possibile concessione di attenuanti (diverse da quelle dell'art. 62, n. 4, c.p.) e il giudizio di comparazione tra...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2335 del 24 febbraio 1994
«La pronuncia contenente un siffatto diniego è affetta dal vizio di motivazione e, pertanto, ricorribile per cassazione ai sensi dell'art. 606, lett. e) c.p.p. (Fattispecie di tentata rapina, nella quale la Suprema Corte ha annullato con rinvio la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29938 del 29 luglio 2010
«L'attenuante di cui all'art. 62 n. 5 c.p., richiedendo la sussistenza del fatto doloso della persona offesa, rinvia, per la nozione del dolo, al precedente art. 43 e quindi presuppone che la persona offesa preveda e voglia l'evento dannoso come...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31436 del 16 luglio 2004
«In tema di favoreggiamento personale, l'aiuto richiesto per la configurazione del reato riguarda ogni condotta, anche omissiva come il silenzio, la reticenza, il rifiuto di fornire notizie avente ad oggetto il risultato di consentire all'autore di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6235 del 29 maggio 2000
«Ai fini della configurabilità del reato di favoreggiamento personale, è sufficiente che sia stata posta in essere un'azione diretta ad aiutare taluno ad eludere le investigazioni o a sottrarsi alle ricerche dell'autorità, mentre non è necessario...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 463 del 4 maggio 1993
«Dedotta dal ricorrente la legittimità della dichiarazione reticente, sotto il profilo che egli non aveva posto in essere alcuna attività favoreggiatrice, ma al più attività di intralcio alle investigazioni sul suo conto, rientranti nell'esercizio...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31657 del 24 agosto 2001
«Non integra il reato di favoreggiamento personale la condotta permanente omissiva del medico, il quale, pedinato dalle forze di polizia, pone in essere accorgimenti vari allo scopo di non completare il tragitto verso la abitazione del latitante...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11679 del 27 marzo 2012
«Integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la sua durata, la distanza dello spostamento, ovvero i motivi che inducono il soggetto ad...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6132 del 25 maggio 1994
«Il tutto anche considerando che, ex artt. 703 e 689 c.p.c., assume rilievo nell'area della tutela penale derivante dall'art. 388, comma 2, c.p., anche il fine di assicurare il possesso a favore di chi ha subito lo spoglio per tutta la durata del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12639 del 10 aprile 2006
«È ipotizzabile la sussistenza della continuazione tra reato associativo e reati fine a condizione che questi ultimi siano già stati programmati al momento della costituzione della associazione. (Fattispecie nella quale la richiesta di applicazione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14614 del 30 ottobre 1989
«Ciò che rende le due ipotesi fra loro dissimili è il fatto che l'assetto organizzativo acquista di per sé un autonomo rilievo sul terreno sanzionatorio per il pericolo che esso, con la sua esistenza, rappresenta per l'ordine pubblico; ma tale...»