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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9454 del 1 settembre 1987
«Il reato di estorsione si consuma con la consegna da parte della vittima della somma di denaro al richiedente. È irrilevante che l'autore dell'estorsione abbia mantenuto il possesso delle cose profitto di reato per un periodo anche estremamente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10473 del 25 ottobre 1988
«In tema di furto non hanno alcuna rilevanza, perché il reato possa qualificarsi consumato e non tentato, l'elemento spaziale e quello temporale: se la cosa sottratta è passata nel dominio dell'agente anche per breve tempo ed anche nello stesso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10834 del 11 novembre 1988
«Infatti, il delitto di violenza privata, che è reato istantaneo, deve considerarsi consumato nel momento stesso della coartazione all'arresto, poiché è irrilevante che gli effetti della imposizione si siano protratti nel tempo e che la vittima...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11011 del 14 novembre 1988
«Il semplice possesso di banconote provenienti dal pagamento di somme versate per ottenere la liberazione del sequestrato, in uno alle contraddizioni incorse nel tentativo di giustificarne la provenienza, pur essendo chiaramente indicativo di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12655 del 17 dicembre 1988
«Ai fini della sussistenza del reato di calunnia non è richiesta una denuncia in senso formale, contenente l'addebito specifico di una determinata fattispecie criminosa, essendo sufficiente la semplice insinuazione, a carico di chi si sa innocente,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 346 del 13 gennaio 1988
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 61 n. 5 c.p. se il tempo di notte, di per sé solo, non realizza automaticamente tale aggravante, con esso possono concorrere altre condizioni che consentono, attraverso una complessiva...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4791 del 20 aprile 1988
«Perché sussista l'aggravante prevista dall'art. 635 cpv. n. 1 c.p. occorre che la violenza o la minaccia si accompagnino al danneggiamento o comunque siano direttamente finalizzati ad esso. Ne consegue che, qualora l'attività violenta o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5232 del 30 aprile 1988
«La speciale esimente di cui all'art. 384 c.p. ricorre quando uno dei reati ivi richiamati è stato commesso in stato di necessità correlato al bisogno di conservazione della libertà o dell'onore, mentre non sussiste ove il danno temuto concerna la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8116 del 18 luglio 1988
«Ai fini della configurabilità del delitto di peculato il possesso può essere anche mediato e può far capo congiuntamente a più di un pubblico ufficiale, qualora le norme interne dell'ente pubblico prevedano che l'atto dispositivo sia posto in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9084 del 25 agosto 1988
«Il reato di invasione di terreni, di cui all'art. 633 c.p., consiste nell'arbitraria introduzione nel terreno altrui allo scopo di esercitare sullo stesso un rapporto di fatto, che escluda in tutto o in parte quello preesistente riguardante altra...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10491 del 25 luglio 1989
«Si configura il delitto di estorsione anche nell'ipotesi in cui taluno, essendo a conoscenza del furto di una cosa, usi di siffatta conoscenza come mezzo di pressione morale sull'animo del derubato, richiedendogli l'esborso di danaro per farlo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10693 del 27 luglio 1989
«Costituisce intimidazione illegittima, idonea, come tale, ad integrare il delitto di estorsione ex art. 629 c.p., anche una minaccia dalla parvenza esteriore di legalità allorquando sia fatta, non già con l'intenzione di esercitare un diritto, ma...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11983 del 9 settembre 1989
«Ne consegue che sussiste l'ingiustizia del profitto nell'ipotesi in cui taluno, dopo avere commesso una rapina, si impossessi di una pistola, sottraendola a un guardiano, allo scopo di impedire che questi possa, poi, attentare al rapitore, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12164 del 18 settembre 1989
«Per configurare il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione è sufficiente che il soggetto passivo subisca una limitazione di libertà personale, quale ne sia il grado e la durata, il luogo in cui avvenga e i mezzi usati per imporla,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14401 del 26 ottobre 1989
«Ai fini della consumazione del delitto di estorsione sono sufficienti, da un lato, il conseguimento del possesso della cosa o del denaro o del titolo, in cui si sostanzia il profitto ingiusto realizzato mediante violenza o minaccia e, dall'altro,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16135 del 21 novembre 1989
«In mancanza di elementi atti a dimostrare la legittima provenienza dell'arma — e quindi che il detentore ha provveduto di persona ad eliminare i contrassegni, commettendo, così, il reato di cui all'art. 23, quarto comma, L. 18 aprile 1975, n. 110...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16817 del 1 dicembre 1989
«L'art. 388 c.p. (mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice) prevede nella prima parte — concernente la mancata esecuzione degli obblighi civili nascenti da una sentenza di condanna — il compimento di atti fraudolenti, diretti ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3885 del 17 marzo 1989
«Qualora l'autore di un reato faccia uso della violenza non fine a sé stessa, ma per commettere altro reato, sussiste la circostanza aggravante del nesso teleologico nella contestualità dei reati commessi con un'unica condotta, giacché la legge...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4285 del 28 marzo 1989
«Devono essere ritenute compatibili la circostanza aggravante prevista dall'art. 625, n. 7 c.p. (furto commesso su cose esposte alla pubblica fede) e quella di cui all'art. 61, n. 5 stesso codice (minorata difesa), in quanto la prima concerne...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6201 del 26 aprile 1989
«Il possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso non è assorbito nel delitto di furto, a norma dell'art. 625, n. 2, c.p., se tale possesso si protragga oltre il tempo necessario alla perpetrazione del furto medesimo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6728 del 3 maggio 1989
«La differenza tra il reato di associazione per delinquere e il concorso di più persone nel reato sta nel fatto che nella partecipazione criminosa l'accordo si esaurisce nella consumazione dei reati da realizzare, mentre nell'associazione per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6949 del 9 maggio 1989
«Sebbene la norma di cui all'art. 633 c.p. (invasione di terreni o edifici) intenda tutelare non la proprietà in senso giuridico civilistico, bensì la posizione di fatto tra soggetto e bene, tuttavia si impone pur sempre, nel caso della imputazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9384 del 5 luglio 1989
«Sussiste il reato di invasione di edificio pubblico nel caso in cui l'ingresso avvenga arbitrariamente ed in condizioni di divieto, né rileva la finalità perseguita dagli agenti, che, agli effetti dell'art. 633 c.p., può anche consistere...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10780 del 27 luglio 1990
«In caso di concorso di norme penali ed amministrative è possibile applicare il principio di specialità soltanto se detto concorso sia apparente e non se esso sia formale. In applicazione di tale principio, nei rapporti tra la L. n. 968 del 1977...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10814 del 27 luglio 1990
«Ne deriva che qualora il possesso sia pacifico e continuo (nella specie esercitato anche in forza di titoli legittimi) manca l'estremo dell'arbitrarietà dell'invasione, essendo questo incompatibile con detta situazione di fatto produttiva di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11940 del 29 agosto 1990
«Qualora per il compimento dell'atto sia prescritto un termine, decorso il quale l'atto non può più produrre i suoi effetti tipici (cosiddetto termine perentorio), il compimento di esso non esclude l'omissione già realizzata; qualora, invece,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13348 del 11 ottobre 1990
«L'art. 2, terzo comma, c.p. prevede le ipotesi in cui una legge posteriore al tempo del commesso reato modifichi la fattispecie incriminatrice anteriore, senza abolire l'incriminazione né crearne di nuove, e fissa il principio dell'applicabilità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1405 del 5 giugno 1990
«...udice. In conseguenza, situazioni di conflittualità sono ammissibili solo fra giudici e non fra giudice e pubblico ministero, il quale ultimo è parte, sia pure pubblica, nel processo penale. L'eventuale contrasto fra giudice e P.M. non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2042 del 18 luglio 1990
«...che ad esse è necessario avere riguardo come dato da cui prendere le mosse per compiere le valutazioni suddette; il ravvedimento, infatti, va stabilito in relazione e rispetto alla pericolosità evidenziata dal soggetto con il delitto commesso.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2079 del 15 febbraio 1990
«Ai fini della configurabilità dell'ipotesi di non punibilità previste dall'art. 384, primo comma, c.p., il rapporto di necessità tra il fatto delittuoso commesso e lo scopo della conservazione della libertà e dell'onore, proprio o di un prossimo...»