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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1836 del 21 giugno 1974
«In tema di promessa del fatto di un terzo l'impegno del promittente si esaurisce nell'indurre il terzo ad obbligarsi o compiere il fatto promesso. In caso di rifiuto del terzo può, nei confronti del promittente, emettersi condanna al pagamento di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18779 del 26 settembre 2005
«Stante la natura accessoria della clausola penale rispetto al contratto che la prevede, l'obbligo che da essa deriva non può sussistere autonomamente rispetto all'obbligazione principale; ne consegue che, se il debitore è liberato dall'obbligo di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6561 del 10 giugno 1991
«La clausola penale è un patto accessorio del contratto con funzione sia di coercizione all'adempimento sia di predeterminazione della misura del risarcimento in caso di inadempimento. Essa, pertanto, a norma dell'art. 1453 comma primo c.c. trova...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5305 del 20 ottobre 1984
«La clausola penale è una pattuizione accessoria del contratto convenuta dalle parti per rafforzare, da un lato, il vincolo contrattuale e per stabilire, dall'altro, preventivamente, una determinata sanzione per il caso di inadempienza o di ritardo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 590 del 30 gennaio 1982
«La diffida ad adempiere, che non prefigga il preciso termine entro cui il contraente inadempiente deve adempiere sotto pena di risoluzione del contratto, è in contrasto con il precetto dell'art. 1454 c.c., in quanto determina nel diffidato una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21587 del 15 ottobre 2007
«In assenza di richiesta di applicazione della clausola penale, non può di ufficio il giudice statuire su di essa, neanche a seguito della pronuncia di risoluzione del contratto, attesa la natura autonoma della domanda di pagamento della penale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 625 del 17 gennaio 2003
«La condanna della parte inadempiente al pagamento della penale convenuta non presuppone necessariamente una pronuncia di risoluzione del contratto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2941 del 27 marzo 1999
«In caso di inadempimento di contratto preliminare, il giudice ben può, in assenza di domanda di risoluzione del contratto, condannare la parte inadempiente al pagamento della penale convenuta, senza pronunciare la risoluzione. La somma dovuta a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 771 del 25 gennaio 1997
«La richiesta di applicazione di una clausola penale contrattualmente prevista per il caso di inadempimento (richiesta senza la quale il giudice che pronunzi la risoluzione del contratto non può statuire sull'applicazione della clausola) non può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3606 del 28 ottobre 1975
«La pattuizione di una clausola penale per il caso di ritardo nell'adempimento non ha efficacia impeditiva dell'azione di risoluzione del contratto, nel caso di termine essenziale o quando il ritardo ecceda la normale tollerabilità.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6298 del 10 luglio 1996
«È legittima la clausola penale con cui le parti, nell'esercizio della libertà di autodeterminazione patrimoniale loro riconosciuta dall'ordinamento (art. 1322 codice civile), fissino, per il mero ritardo nell'adempimento, gli interessi in misura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3033 del 15 marzo 1995
«La penale, quando non sia stata prevista dalle parti anche per il semplice ritardo, può essere applicata solo per un inadempimento a cui sia seguita la risoluzione del, contratto e, nel caso in cui il creditore abbia dovuto — perché...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 995 del 28 marzo 1972
«Nel caso di clausola penale stipulata per il ritardo nell'inadempimento, al verificarsi del ritardo sorge l'obbligazione nascente dalla clausola penale, che diviene operativa; se poi intervenga l'inadempimento, in forza della legge sorgerà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5887 del 20 aprile 2001
«L'art. 1383 c.c. vieta il cumulo tra la domanda della prestazione principale del contratto e quella diretta ad ottenere il pagamento della penale prevista per l'inadempimento; pertanto, nel caso in cui il creditore abbia adito l'autorità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7078 del 22 giugno 1995
«Salva diversa volontà delle parti, la penale prevista per l'inadempimento non può essere applicata anche per il semplice ritardo solo perché nel contratto è stato previsto un termine (non essenziale) di adempimento della obbligazione perché,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4120 del 13 luglio 1984
«L'art. 1383 c.c. vieta il cumulo tra la domanda della prestazione principale e quella diretta ad ottenere la penale per l'inadempimento, ma non esclude che si possa chiedere tale prestazione insieme con la penale per il ritardo e, nell'ipotesi di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 936 del 2 aprile 1974
«Atteso che il pagamento della penale per il ritardo non è per se stesso incompatibile con la domanda di adempimento della prestazione, come precisato dall'art. 1383 c.c., e che non vi sono ragioni per escludere che il principio valga anche in tema...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11710 del 5 agosto 2002
«Il criterio normativo per l'esercizio del potere giudiziale di riduzione della penale è l'interesse esclusivamente patrimoniale del creditore all'integrale esecuzione del contratto (da valutarsi in termini oggettivi, commisurando la penale alla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4208 del 23 marzo 2001
«Gli artt. 1526, comma secondo e 1384 c.c. (applicabili anche alla locazione finanziaria), i quali prevedono rispettivamente il potere del giudice di ridurre l'indennità convenuta in caso di risoluzione del contratto, per l'inadempimento del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2655 del 26 marzo 1997
«Il criterio cui il giudice deve fare riferimento per esercitare il potere di riduzione della penale non è la valutazione della prestazione in sé astrattamente considerata, ma l'interesse che la parte secondo le circostanze ha all'adempimento della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1143 del 24 febbraio 1982
«La norma dell'art. 1384 c.c., sul potere del giudice di ridurre equamente la penale, ha carattere eccezionale e, pertanto, non è applicabile analogamente oltre l'ambito della clausola penale, cui testualmente si riferisce, né, in particolare, in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6456 del 5 dicembre 1981
«Mentre l'inadempimento di un contratto costituisce condizione sufficiente, quale che sia la sua importanza, a far sorgere il diritto alla penale prevista dai contraenti, il giudice del merito, che sia richiesto della sua riduzione a norma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1859 del 22 maggio 1976
«Il potere discrezionale di ridurre equamente la penale manifestamente eccessiva, attribuito al giudice del merito dall'art. 1384 c.c., prescinde dalla persistenza o meno, dopo il contratto, di un concorde apprezzamento delle parti sulla congruità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24458 del 24 novembre 2007
«La riduzione della penale pattuita ex contractu ove invocata dalla parte interessata non in via di azione ma in via di eccezione, può essere proposta per la prima volta anche nel giudizio di appello; peraltro il relativo potere del giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5324 del 4 aprile 2003
«In tema di contratto di mutuo, l'art. 1 della L. n. 108 del 1996, che prevede la fissazione di un tasso soglia al di là del quale gli interessi pattuiti debbono essere considerati usurari, riguarda sia gli interessi corrispettivi che gli interessi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2478 del 4 marzo 2000
«In caso di richiesta di condanna al pagamento di penale convenzionalmente stabilita per l'inadempimento, a carico della parte che eccepisca la entità manifestamente eccessiva della stessa, chiedendone la riduzione, nessun altro onere può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17923 del 23 agosto 2007
«La caparra confirmatoria di cui all'art. 1385 c.c. assume la funzione di liquidazione convenzionale del danno da inadempimento qualora la parte non inadempiente abbia esercitato il potere di recesso conferitole dalla legge e in tal caso, essa è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11356 del 16 maggio 2006
«La caparra confirmatoria ha natura composita — consistendo in una somma di denaro o in una quantità di cose fungibili — e funzione eclettica — in quanto è volta a garantire l'esecuzione del contratto, venendo incamerata in caso di inadempimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5846 del 16 marzo 2006
«La caparra confirmatoria conserva la sua funzione di garanzia sino alla conclusione del procedimento per la liquidazione dei danni derivanti dall'avvenuta risoluzione del contratto cui si riferisce, cosicché la richiesta di restituzione non può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18850 del 20 settembre 2004
«In caso di pattuizione di caparra confirmatoria, ai sensi dell'art. 1385, c.c., la parte adempiente, per il risarcimento dei danni derivati dall'inadempimento della controparte, può scegliere tra due rimedi, alternativi e non cumulabili tra loro:...»