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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 780 del 21 marzo 2000
«Nel caso di trasgressione alle prescrizioni inerenti ad una misura cautelare applicata nel contesto di una scarcerazione per decorrenza del termine massimo di custodia cautelare, il ripristino della custodia in carcere è subordinato, a norma...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18353 del 31 marzo 2011
«Il passaggio in giudicato di una sentenza di condanna a pena detentiva suscettibile di esecuzione comporta la caducazione immediata della misura coercitiva non custodiale già applicata al condannato; in tal caso, l'estinzione della misura opera di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 641 del 9 gennaio 2002
«In tema di misure cautelari personali, è preclusa, in tutti i casi in cui non sia espressamente consentita dalle norme processuali, l'applicazione congiunta di misure coercitive che pure siano tra loro astrattamente compatibili, quali il divieto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32894 del 3 settembre 2001
«In tema di obbligo di dimora, il provvedimento con cui il giudice impone il divieto di allontanamento dall'abitazione (nella specie: nelle ore notturne) non viola il limite di cui al quarto comma dell'art. 283, (il quale impone che il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4245 del 10 maggio 2000
«La misura cautelare dell'obbligo di dimora può essere accompagnata, ai sensi dell'art. 283, comma 4, c.p.p., dal divieto di allontanarsi dall'abitazione per alcune ore del giorno, con il solo limite che tale divieto non sia di «pregiudizio per le...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2136 del 17 maggio 1996
«Non può essere considerata trasgressiva del divieto di dimora in un determinato luogo e dell'obbligo di presentazione ad un ufficio di polizia giudiziaria predeterminato, e non può, quindi, dar luogo al ripristino, ai sensi dell'art. 307, comma 2,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2260 del 23 febbraio 1994
«L'obbligo di dimora previsto dall'art. 283 c.p.p., per il suo contenuto, è in sostanza una misura di sicurezza, come tale incompatibile con il rito di cui all'art. 444 c.p.p. (Nella fattispecie, poiché non era stato adottato alcun provvedimento in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44767 del 20 novembre 2003
«La misura dell'obbligo di dimora prevista dall'art. 283 c.p.p. è una misura coercitiva e non una misura cautelare detentiva. Ne consegue che, non è ammissibile ipotizzare il delitto di evasione di cui all'art. 385 c.p. in caso di violazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9809 del 13 ottobre 1992
«Commette il delitto di evasione l'imputato agli arresti domiciliari che si allontani dalla propria abitazione per trattenersi al di fuori di essa, sia pure per breve periodo e in appartamenti contigui o in luoghi condominiali. (Nella specie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5932 del 15 febbraio 2012
«Non sussiste la nullità del decreto di latitanza qualora le ricerche dell'imputato straniero senza fissa dimora siano state eseguite nel luogo dell'ultima dimora conosciuta, considerato che l'art. 295 cod. proc. pen. non prevede, ai fini...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5452 del 3 giugno 1998
«Per le notificazioni eseguite in forma diversa da quella della consegna a mani proprie del notificando nella sua residenza, dimora o domicilio, ex art. 139 c.p.c., opera il principio della cognizione legale che si basa sulla presunzione in forza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 456 del 21 marzo 1992
«In materia di misure cautelari personali vige il principio della «domanda cautelare». Ciò, non soltanto quando debba procedersi all'adozione di una misura, ma pure quando vengano in considerazione le modalità esecutive della misura stessa perché...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 41150 del 21 ottobre 2004
«Qualora, in pendenza di ricorso per cassazione proposto dall'imputato avverso ordinanza del Tribunale che, su appello del P.M., aveva disposto il ripristino della custodia cautelare in carcere in luogo degli arresti domiciliari, precedentemente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32944 del 6 settembre 2005
«Deve ritenersi vietata, salvo che la legge espressamente disponga altrimenti (come nel caso di cui all'art. 307, comma 1 bis c.p.p.), l'applicazione congiunta di più misure cautelari personali di natura coercitiva, ancorché tra loro astrattamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4032 del 26 gennaio 1993
«In ossequio al principio tantum devolutum quantum appellatum, il giudice di appello è tenuto a limitare la cognizione ai punti del processo interessati dai motivi dell'impugnazione, ma tale principio deve essere correlato con quello della naturale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11420 del 11 marzo 2003
«In virtù del principio di tassatività dei mezzi di impugnazione (art. 568 c.p.p.), il pubblico ministero non è legittimato a proporre il ricorso immediato per cassazione avverso le ordinanze che dispongono una misura coercitiva, spettando tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1739 del 27 marzo 1997
«Il provvedimento con cui il giudice (nella specie, dell'udienza preliminare) revoca la precedente ordinanza cautelare ed applica la misura dell'obbligo di dimora non può qualificarsi come provvedimento che applica una misura coercitiva, ma come...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37321 del 1 ottobre 2008
«La condotta di uno dei genitori integra il reato di cui all'art. 574 c.p. qualora, contro la volontà dell'altro, egli sottragga il figlio per un periodo di tempo rilevante, impedendo l'altrui esercizio della potestà genitoriale e allontanando il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 765 del 22 maggio 1996
«Il fermo può essere adottato, ove ne ricorrano i presupposti, anche nei confronti di persona sottoposta all'arresto per fini estradizionali, ai sensi dell'art. 716 c.p.p. Tale arresto, infatti, non esclude il pericolo di fuga, data la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3550 del 29 gennaio 2004
«Il certificato medico prodotto in udienza, con cui si attesta lo stato di malattia (nella specie faringite, con uno stato febbrile a 39 gradi), è atto idoneo a comprovare l'impossibilità a comparire dell'imputato se non è contraddetto da una...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2470 del 29 febbraio 2000
«L'art. 512 bis c.p.p. non impiega il termine residenza nel suo significato tecnico giuridico, come una nozione contrapposta o comunque differenziata rispetto a quella della dimora, ma si riferisce esclusivamente a quei cittadini stranieri che sono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5596 del 5 maggio 1999
«Il reato di rifiuto di atto di ufficio non è integrato qualora l'atto, pur rispondente alle ragioni indicate dall'art. 328, comma secondo, c.p., non riveste carattere di indifferibilità e di doverosità. (Fattispecie nella quale la Suprema Corte ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47465 del 11 dicembre 2003
«La competenza a decidere sulla domanda di estradizione per l'estero, appartiene alla corte di appello che ha disposto ex art. 715 c.p.p. la misura coercitiva in via provvisoria ovvero alla corte di appello il cui presidente ha convalidato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 791 del 5 febbraio 1985
«Ai fini della determinazione del giudice territorialmente competente, le risultanze anagrafiche in ordine alla residenza costituiscono semplici presunzioni, superabili, come tali, con prove contrarie sia in ordine al difetto dell'elemento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2596 del 18 marzo 1994
«Ai fini della determinazione del giudice territorialmente competente, il criterio del foro dell'attore assume carattere del tutto residuale rispetto a quelli soggettivi indicati dagli artt. 18 e 19 c.p.c., di guisa che può risultare concretamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9692 del 24 luglio 2000
«La competenza territoriale a conoscere delle controversie relative ai contratti conclusi con un operatore commerciale per la fornitura di beni o la prestazione di servizi fuori dai locali commerciali spetta, ai sensi dell'art. 12 del D.L.vo n. 50...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5513 del 13 maggio 1978
«Ai fini del delitto di atti osceni la cella carceraria è luogo aperto al pubblico. Infatti, per luogo aperto al pubblico deve intendersi quell'ambiente anche ad accessibilità non generalizzata e libera per tutte le persone che vogliano...»
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Cassazione civile, Sez. VI-lav., ordinanza n. 9373 del 28 aprile 2014
«Ai fini della determinazione del giudice territorialmente competente, la certificazione anagrafica in ordine al luogo di residenza di un soggetto ha valore meramente presuntivo circa il luogo dell'effettiva dimora abituale, il quale è accertabile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43426 del 5 novembre 2004
«L'abitacolo di un'autovettura non può essere considerato privata dimora, in quanto sfornito dei requisiti minimi indispensabili per potersi risiedere in modo stabile per un apprezzabile lasso di tempo, né tanto meno appartenenza di privata dimora,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12751 del 3 dicembre 1998
«In tema di violazione di domicilio, rientra nella nozione di «appartenenza» di privata dimora il pianerottolo condominiale antistante la porta di un'abitazione. Commette pertanto il reato in questione, nella sua forma consumata e non di semplice...»