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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 280 del 29 marzo 1994
«In materia di reati di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, la L. 13 dicembre 1989 n. 401 è meno favorevole rispetto all'art. 718 c.p., essendo prevista la pena della reclusione da sei mesi a tre anni (art. 4) a fronte della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28545 del 24 giugno 2004
«In virtù del principio tempus regit actum che governa la successione nel tempo delle norme processuali la competenza per materia in relazione al reato di guida in stato di ebbrezza, commesso prima dell'entrata in vigore del D.L. n. 151/2003,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3407 del 18 marzo 1994
«In materia di reati concernenti carte di credito e documenti ad esse assimilati, quali attualmente previsti dall'art. 12 del D.L. 3 maggio 1991, n. 143, convertito con modificazione in L. 5 luglio 1991, n. 197, la competenza a conoscere del fatto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4147 del 20 febbraio 1992
«La competenza per materia, determinata in base al fatto contestato in relazione al momento della commissione dello stesso, per il principio generale del tempus regit actum, applicabile alle norme processuali, resta radicata presso il giudice della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3089 del 8 marzo 1999
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, relativmente alla individuazione del giudice territorialmente competente a giudicare del reato associativo, data la natura permanente del delitto occorre fare riferimento al luogo in cui ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1291 del 5 giugno 1996
«Le norme speciali di cui all'art. 30 L. 6 agosto 1990, n. 223, in tema di trattamento sanzionatorio e di competenza territoriale per il reato di diffamazione con attribuzione di fatto determinato commesso attraverso trasmissioni televisive —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16307 del 26 aprile 2011
«La competenza per territorio per il reato di diffamazione, commesso mediante la diffusione di notizie lesive dell'altrui reputazione allocate in un sito della rete "Internet", va determinata in forza del criterio del luogo di domicilio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2739 del 26 gennaio 2011
«La competenza per territorio, per il reato di diffamazione commesso mediante la diffusione di notizie lesive dell'altrui reputazione allocate in un sito "web", va determinata in forza del criterio del luogo di domicilio dell'imputato, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33435 del 4 maggio 2006
«Ai fini della determinazione della competenza per territorio, l'adempimento dell'iscrizione della notizia di reato richiamato dalla regola suppletiva di cui all'art. 9, comma terzo, c.p.p. deve intendersi in senso rigorosamente formale, e deve...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41333 del 30 ottobre 2003
«Il difensore d'ufficio del latitante, rappresentando quest'ultimo ad ogni effetto di legge, ai sensi dell'art. 165, comma terzo, c.p.p., ed essendo abilitato, in base al disposto di cui all'art. 99, comma 1, stesso codice, ad esercitare in sua...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3624 del 4 aprile 1995
«In tema di competenza per reati commessi all'estero, ai fini dell'applicazione dell'art. 10 comma 1 c.p.p., non sussiste equipollenza tra esecuzione dell'ordine di accompagnamento e arresto. La norma, così come, quanto ai concetti di residenza,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5371 del 2 dicembre 1999
«In tema di competenza per il giudizio di revisione, il rinvio di cui all'art. 1 legge 23 novembre 1998 n. 405 ai criteri di cui all'art. 11 c.p.p. comporta la individuazione di tale competenza con riferimento a quella stabilita per i procedimenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5581 del 11 dicembre 1995
«La competenza del particolare collegio previsto dall'art. 7 della legge costituzionale n. 1 del 1989, relativa all'istruzione precedente l'eventuale giudizio secondo il codice di rito del 1930 e alle indagini preliminari del codice del 1988,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12067 del 29 marzo 2010
«Il soggetto che riveste la qualità di imputato in procedimento connesso ai sensi dell'art. 12, comma primo lett. c), c.p.p. o collegato probatoriamente, anche se persona offesa dal reato, deve essere assunto nel procedimento relativo al reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2794 del 4 marzo 1998
«Il nuovo testo dell'art. 289, comma secondo, c.p.p., introdotto dalla legge 16 luglio 1997 n. 234, che impone, nel corso delle indagini preliminari, al giudice di procedere all'interrogatorio dell'imputato prima di decidere sulla richiesta di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4527 del 8 febbraio 2005
«L'art. 13 comma 2 c.p.p., che non ha abrogato l'art. 264 c.p.m.p. (c.p. mil. pace), si applica nella delimitazione della vis attractiva nella giurisdizione ordinaria di tutti i casi di connessione prefigurati dall'art. 264 cit., essendo stata la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4766 del 31 gennaio 2003
«Il reato di collusione commesso dal militare della Guardia di finanza e previsto dall'art. 3 della legge 9 dicembre 1941 n. 1383 è un reato oggettivamente militare, ma, se commesso in accordo con estranei e connesso con reati comuni, appartiene...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12782 del 29 dicembre 1995
«La connessione di procedimenti prevista dall'art. 13, comma 2, c.p.p. che determina l'attribuzione di giurisdizione al giudice ordinario — opera solo nel caso che ci si trovi in presenza di reati comuni e di reati militari e che uno dei reati...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 40537 del 20 ottobre 2009
«In ipotesi di reati connessi, agli effetti della competenza per territorio ai sensi dell'art. 16, comma 1, c.p.p., ove non sia possibile individuare il luogo di commissione del reato più grave secondo le regole oggettive dettate dagli artt. 8 e 9,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25685 del 8 giugno 2004
«Ai fini della determinazione della competenza per territorio nell'ipotesi di reati connessi, ove non sia possibile individuare il luogo in cui è stato commesso il reato più grave, si deve avere riguardo al luogo di consumazione del reato che, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 915 del 18 marzo 1992
«In tema di competenza territoriale, l'art. 491 c.p.p., stabilisce un preciso sbarramento alla deducibilità della eccezione di incompetenza, a prescindere dal momento in cui la questione stessa diviene in concreto proponibile. Ne consegue che se,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4143 del 3 aprile 1998
«Ai fini della perseguibilità d'ufficio dei delitti contro la libertà sessuale, la connessione prevista dall'art. 542 c.p. non si identifica nell'istituto processuale di cui all'art. 12 c.p.p., essendo sufficiente che tra il reato di violenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1420 del 19 aprile 1994
«La circostanza aggravante del nesso teleologico di cui all'art. 61 n. 2 c.p. sussiste per il reato di lesioni personali volontarie commesso al fine di resistere ad un pubblico ufficiale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16668 del 23 aprile 2001
«In tema di riparto delle «attribuzioni» in relazione alla composizione del giudice, il contrasto negativo tra i due giudici del medesimo tribunale nelle due diverse composizioni, collegiale o monocratica, in merito all'ambito delle rispettive...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47805 del 17 novembre 2003
«Non costituisce «gravi situazioni locali», ai sensi dell'art. 45 c.p.p. ed ai fini della rimessione del processo: a) né la circostanza che il P.M. abbia opposto il segreto istruttorio alla richiesta di documentazione avanzata da ispettori...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18765 del 18 aprile 2003
«Il principio sancito dagli artt. 62 e 63, comma 2, c.p.p., della inutilizzabilità erga omnes delle dichiarazioni rese dall'indagato, ancorché di reato connesso o collegato, deve essere inteso in relazione alla sua ratio, che è ispirata alla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2700 del 27 febbraio 1999
«L'incertezza o l'erronea identificazione della persona autrice del reato non vanno confuse con l'incertezza o la falsità delle generalità che la contraddistinguono. Ne consegue che, nella prima ipotesi, in cui la persona chiamata a rispondere...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10177 del 11 novembre 1997
«L'incertezza sull'individuazione anagrafica, quando sia certa l'identità fisica dell'imputato, non pregiudica il compimento di atti di indagine e la celebrazione del giudizio, competendo rispettivamente prima al pubblico ministero e poi al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10004 del 8 novembre 1997
«Poiché con il ricorso per saltum non può essere denunciato il vizio della motivazione di cui all'art. 606, lett. e), c.p.p., deve essere convertita in appello, ai sensi dell'art. 569, terzo comma, c.p.p., l'impugnazione del pubblico ministero...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8699 del 26 settembre 1996
«In caso di frode processuale l'esimente di cui all'art. 384 c.p. è invocabile dal soggetto che abbia commesso l'immutazione allo scopo di eludere le investigazioni e di evitare un procedimento penale, in virtù del principio non esplicito, ma...»