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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1104 del 11 febbraio 1985
«La comparsa d'intervento, sia autonomo che adesivo, che contenga conclusioni anche nei confronti di una parte rimasta contumace, deve essere notificata a quest'ultima, ai sensi dell'art. 292 c.p.c. L'omissione di detta notificazione, peraltro, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 765 del 6 marzo 1976
«L'inosservanza da parte dell'interveniente delle forme prescritte dall'art. 267 c.p.c. non importa la nullità dell'intervento, se, nonostante il vizio di forma, sia stata raggiunta la finalità di assicurare il contraddittorio delle parti interessate.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5260 del 2 aprile 2012
«In tema di effetti del fallimento, non è revocabile, ai sensi dell'art. 69 legge fall. (nel testo vigente "ratione temporis") la vendita di una quota di comproprietà immobiliare al coniuge da parte del socio illimitatamente responsabile, al quale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18564 del 9 settembre 2011
«In tema di intervento da parte del terzo nei giudizi trattati dalle sezioni stralcio dei tribunali ordinari, la disposizione di cui all'art. 268 c.p.c., che non consente, in generale, tale eventualità dopo la rimessione della causa al collegio, va...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 10579 del 7 maggio 2013
«Il terzo, chiamato in causa su istanza di parte, non può eccepire l'irritualità della stessa per mancata osservanza delle prescrizioni stabilite dall'art. 269, secondo comma, cod. proc. civ., essendo al riguardo carente di interesse, atteso che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 984 del 19 gennaio 2006
«La chiamata del terzo disposta, ex art. 106 c.p.c., ad istanza di parte è rimessa alla esclusiva valutazione discrezionale del giudice del merito, sicché l'esercizio del relativo potere non può formare oggetto d'impugnazione né, tantomeno, è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3156 del 5 marzo 2002
«Il concetto di «prima udienza» ex art. 269 c.p.c., agli effetti della chiamata del terzo, deve essere inteso in senso non meramente cronologico, bensì sostanziale, come indicativo della fase in cui si abbia una effettiva trattazione e cioè...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10578 del 3 giugno 2004
«In tema di partecipazione al riparto dell'attivo fallimentare dei creditori tardivi, l'art. 71 legge fall. — che prevede l'ammissione al passivo di chi, per effetto del positivo esperimento dell'azione revocatoria da parte del curatore, abbia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 776 del 20 gennaio 2004
«La parte che non abbia provveduto alla chiamata del terzo in giudizio nelle forme e nei termini fissati dall'art. 269, comma I c.p.c. non può denunciare, in sede di gravame (appello o cassazione), la mancata concessione di un termine per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1206 del 13 febbraio 1999
«La parte che, in ottemperanza all'ordine del giudice di integrare il contraddittorio con il litisconsorte necessario, cita il terzo, deve, a pena di estinzione del giudizio, rispettare il termine previsto dall'art. 163 bis c.p.c., senza che...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4309 del 23 febbraio 2010
«In tema di chiamata in causa di un terzo su istanza di parte, al di fuori delle ipotesi di litisconsorzio necessario di cui all'art. 102 c.p.c., è discrezionale il provvedimento del giudice di fissazione di una nuova udienza per consentire la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6092 del 12 maggio 2000
«La chiamata in causa di un terzo non può essere autorizzata dal giudice dopo la prima udienza, neanche se l'interesse della parte ad ottenere la partecipazione del detto terzo nel giudizio sia sorto nel corso dello svolgimento del processo ed a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2238 del 17 marzo 1990
«La parte costituita in giudizio può proporre domanda di garanzia nei confronti di un'altra parte, anch'essa costituita, mediante la comunicazione di una comparsa nelle forme previste dall'art. 170 c.p.c., non essendo necessario, perché sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3815 del 9 giugno 1986
«In appello non è ammissibile l'intervento coatto, né a istanza di parte né iussu iudicis, ancorché sia stato sollecitato al riguardo il potere discrezionale del giudice di primo grado.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2127 del 27 maggio 1975
«Data la natura del contratto di riporto quale negozio giuridico complesso, comprendente una vendita a pronti di titoli di credito dal riportato al riportatore ed una retrovendita a termine di altrettanti titoli della stessa specie, l'art. 76 della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4303 del 19 marzo 2012
«In caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica (nella specie somministrazione) pendenti al momento della dichiarazione di fallimento ed in presenza di esercizio provvisorio dell'impresa fallita, disposto ex art. 104 legge fall., i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4000 del 2 luglio 1985
«Per attribuire la qualità di parte all'interventore iussu iudicis non è necessario che egli proponga domande o che queste siano proposte contro di lui.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13568 del 11 giugno 2009
«Quando il curatore fallimentare agisce in revocatoria, ai sensi dell'art. 67 legge fall., impugnando l'atto con cui il fallito ha disposto dei beni in favore del creditore contestualmente spogliandosi del possesso, il terzo che invoca in proprio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5552 del 9 aprile 2003
«In tema di effetti del fallimento sui rapporti giuridici preesistenti e con riguardo al contratto di leasing cosiddetto traslativo, nel caso di fallimento del concedente trova applicazione l'art. 72, quarto comma, della legge fallimentare, che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5133 del 16 settembre 1981
«La valutazione dell'opportunità di ordinare l'intervento in causa del terzo a norma dell'art. 107 c.p.c. rappresenta una prerogativa esclusiva e discrezionale del giudice di primo grado, sia per i limiti temporali stabiliti, per la chiamata di un...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3326 del 13 giugno 1979
«L'irritualità dell'introduzione di una domanda, nei confronti del terzo chiamato in causa per ordine del giudice, perché effettuata con atto non notificato, ma solo depositato in cancelleria prima che il terzo medesimo con la notificazione della...»
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Cassazione civile, sentenza n. 404 del 17 febbraio 1951
«Nell'ipotesi in cui il giudice di appello abbia ordinato di ufficio l'intervento in causa di un terzo, solo il terzo chiamato, e non alcuna delle parti originarie, che hanno partecipato al giudizio di primo grado, ha interesse a denunciare per...»
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Cassazione civile, sentenza n. 4069 del 29 ottobre 1954
«L'art. 272 c.p.c. disponendo che le questioni relative all'intervento sono decise unitamente al merito, non fa distinzione alcuna tra questioni pregiudiziali di rito o preliminari di merito e questioni di merito, onde l'applicazione di esso non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12742 del 17 novembre 1999
«Il provvedimento discrezionale di riunione di più cause lascia immutata l'autonomia dei singoli giudizi e non pregiudica la sorte delle singole azioni, tanto che la sentenza che decide simultaneamente le cause riunite pur essendo formalmente unica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21727 del 11 ottobre 2006
«Allorquando sussista una situazione che, in ragione di nessi tra procedimenti pendenti avanti allo stesso ufficio giudiziario, riconducibili alle fattispecie di cui agli artt. 273 o 274 c.p.c., avrebbe dovuto giustificare la rimessione al capo...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3690 del 9 marzo 2012
«L'istituto della riunione di procedimenti relativi a cause connesse, previsto dall'art. 274 c.p.c., operante anche in sede di legittimità, è inapplicabile non solo nel caso di giudizi pendenti in gradi diversi, ma anche quando i due procedimenti,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10416 del 23 ottobre 1997
«La natura indiscutibilmente amministrativa della fase presidenziale del procedimento disciplinato dall'art. 274 c.p.c. (fase meramente prodromica rispetto a quella che si svolge, successivamente, dinanzi al giudice designato dal presidente per la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2009 del 26 febbraio 1994
«Il successivo accertamento, con la sentenza, della invalidità della costituzione in giudizio di una delle parti, che ne comporta la dichiarazione di contumacia, non incide sulla validità dell'udienza di discussione ancorché svoltasi con la sola...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6623 del 9 novembre 1983
«Una volta fissata l'udienza collegiale di discussione in un giorno riservato, secondo il calendario giudiziario, alla discussione medesima, la circostanza che in detta udienza il collegio sieda senza la partecipazione del giudice istruttore, ma in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4039 del 11 giugno 1983
«Sia nel rito ordinario che nel nuovo rito del lavoro, nel caso in cui il giudice, cui spetta la direzione del dibattimento, non abbia espressamente limitato la discussione alla trattazione di istanze preliminari, la parte ammessa alla discussione...»