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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4799 del 2 aprile 2001
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima norma)...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1073 del 1 febbraio 2000
«In tema di esecuzione per consegna o rilascio, a norma dell'art. 609, comma primo c.p.c. per «cose mobili appartenenti alla parte tenuta al rilascio» s'intendono non solo quelle di sua proprietà ma anche quelle oggetto di un semplice diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5766 del 14 giugno 1994
«In presenza degli altri requisiti fissati dall'art. 2082 c.c., ha carattere imprenditoriale l'attività economica, organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi ed esercitata in via esclusiva o prevalente, che sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3408 del 22 maggio 1986
«Mentre il concorso di colpa del creditore, previsto dal primo comma dell'art. 1227 c.c., può essere rilevato anche d'ufficio, nella diversa ipotesi dell'esimente contemplata dal secondo comma della stessa norma, il giudice è tenuto a svolgere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10526 del 13 maggio 2011
«Qualora la messa in circolazione di un veicolo in condizioni di insicurezza (nella specie, un ciclomotore con a bordo tre persone, di cui uno minore d'età, in violazione dell'art. 170 cod. strada) sia ricollegabile all'azione o omissione non solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2469 del 19 febbraio 2003
«In caso di obbligazione solidale dal lato passivo, l'accertamento del debito nei riguardi di uno solo dei condebitori non richiede la necessaria partecipazione al giudizio anche dell'altro e non fa stato nei suoi confronti. Ciò non impedisce...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2422 del 9 febbraio 2004
«Ai fini della concreta risarcibilità di danni subiti dal creditore — che pure sia in astratto sussistente, configurandosi i danni medesimi ai sensi dell'art. 1223 c.c., come conseguenza immediata e diretta dell'inadempimento — l'art. 1227, secondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2589 del 25 marzo 1988
«La norma dell'art. 1227 c.c., concernente il concorso del fatto colposo del creditore, si limita a fare applicazione concreta alla colpa del danneggiato del più generale principio di causalità, ma non implica l'affermazione di un dovere primario...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8527 del 8 aprile 2009
«La novazione non forma oggetto di un'eccezione in senso proprio, come si deduce dalla nozione e dalla disciplina quali delineate negli artt. 1230 - 1235 c.c., poste a raffronto con l'espressa previsione della non rilevabilità d'ufficio della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16038 del 17 agosto 2004
«Poiché la novazione oggettiva si configura come un contratto estintivo e costitutivo di obbligazioni, caratterizzato dalla volontà di far sorgere un nuovo rapporto obbligatorio in sostituzione di quello precedente con nuove ed autonome situazioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10293 del 7 maggio 2007
«In tema di remissione del debito, il carattere neutro della causa remissoria, secondo la previsione tipica dell'art. 1236 c.c., comporta che la relativa ricostruzione è devoluta alla cognizione esclusiva del giudice di merito, perché si fonda...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4090 del 9 settembre 1978
«La remissione di debito ben può avere ad oggetto una parte soltanto del debito stesso, ovvero, in un rapporto obbligatorio continuativo, alcune partite residue, incerte o contestate. L'accertamento circa l'estensione della remissione spetta al...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8971 del 19 aprile 2011
«La compensazione impropria, che si verifica quando i contrapposti crediti e debiti delle parti hanno origine da un unico rapporto, rende inapplicabili le sole norme processuali che pongono preclusioni o decadenze alla proponibilità delle relative...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18498 del 25 agosto 2006
«Quando tra due soggetti i rispettivi debiti e crediti hanno origine da un unico — ancorché complesso — rapporto, come nel caso in cui i reciproci crediti al risarcimento dei danni derivino da un unico evento prodotto dalle concomitanti azioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 260 del 11 gennaio 2006
«La compensazione legale, a differenza di quella giudiziale, opera di diritto per effetto della sola coesistenza dei debiti, sicché la sentenza che l'accerti è meramente dichiarativa di un effetto estintivo già verificatosi, né l'automatismo è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11943 del 8 agosto 2002
«Il principio secondo il quale l'istituto della compensazione — postulando l'autonomia dei rapporti cui si riferiscono le contrapposte ragioni di credito delle parti — non trova applicazione nel caso in cui non sussista la predetta autonomia di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10447 del 7 ottobre 1991
«L'applicabilità delle disposizioni degli artt. 1241 e ss. c.c. (riguardanti l'ipotesi della compensazione in senso tecnico-giuridico) postula l'autonomia dei rapporti da cui nascono i contrapposti crediti delle parti e pertanto va esclusa allorché...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2705 del 4 maggio 1981
«L'art. 1242 c.c. — pur precisando che la compensazione estingue i due debiti fin dal giorno della loro coesistenza ed ipso iure , in base alla circostanza oggettiva di tale coesistenza, cosa da attribuire alla relativa pronuncia del giudice...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2037 del 5 giugno 1976
«La compensazione estingue ope legis i debiti contrapposti per effetto del fatto oggettivo della loro coesistenza, sicché la dichiarazione giudiziale della parte che oppone la compensazione legale equivale ad una manifestazione di volontà diretta...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6391 del 14 luglio 1997
«L'eccezione di compensazione ha carattere di eccezione in senso stretto, non rilevabile d'ufficio dal giudice per l'espresso divieto posto dall'art. 1242 primo comma c.c., ed è soggetta nel rito del lavoro a decadenza se non proposta nella memoria...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4073 del 22 aprile 1998
«È esclusa la compensazione legale, per illiquidità del credito contrapposto, se contestato, mentre è esclusa quella giudiziale se il giudice del merito accerta che esso non è di pronta liquidazione, ovvero se a tal fine pende altro giudizio,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1650 del 29 aprile 1977
«Qualora sia opposto in compensazione un credito liquido ovvero di facile e pronta liquidazione, il giudice del merito deve provvedere al riguardo dichiarando la compensazione legale o pronunciando la compensazione giudiziale, ovvero, qualora...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1924 del 16 maggio 1975
«La differenza fra la compensazione legale e quella giudiziale risiede nel fatto che mentre nella prima la liquidità del credito opposto in compensazione è anteriore al giudizio, nella seconda, invece, il credito non è liquido, ma viene liquidato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11146 del 16 luglio 2003
«La compensazione legale estingue ope legis i debiti contrapposti in virtù del solo fatto oggettivo della loro coesistenza, sicché la pronuncia del giudice si risolve in un accertamento della avvenuta estinzione dei reciproci crediti delle parti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2055 del 22 giugno 1972
«Agli effetti della compensazione legale, la inesigibilità del credito per indeterminatezza del soggetto legittimato a richiederne il pagamento, viene meno retroattivamente dal momento in cui ex post si accerti la titolarità soggettiva di tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21923 del 15 ottobre 2009
«La compensazione giudiziale, prevista dall'art. 1243, secondo comma, c.c., è ammessa soltanto se il giudice del merito, nel suo discrezionale apprezzamento, riconosce la facile e pronta liquidità del credito opposto in compensazione, con la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 157 del 5 gennaio 2005
«Il giudice deve decidere sul credito opposto in compensazione anche allorché non sia di facile e pronta liquidazione, se fatto valere con domanda riconvenzionale e non eccedente la sua competenza per materia o valore; tuttavia, ove nella...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9904 del 20 giugno 2003
«In base al combinato disposto degli articoli 1246, n. 3, c.c. e 545, n. 3 c.p.c., le somme dovute ai privati a titolo di crediti di lavoro sono pignorabili e compensabili nella limitata misura di un quinto; tale limite non opera quando i...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2480 del 19 febbraio 2003
«La domanda di restituzione o riduzione in pristino della parte che ha eseguito delle prestazioni in base a sentenza cassata, prevista dall'art. 389 c.p.c., può essere proposta nello stesso giudizio di rinvio oppure in separata sede, e, in tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12664 del 25 settembre 2000
«In sede di opposizione alla esecuzione forzata proposta sulla base di un decreto ingiuntivo dichiarato esecutivo perché non opposto nei termini, la pretesa esecutiva fatta valere dal creditore può essere neutralizzata soltanto con la deduzione di...»