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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6291 del 25 giugno 1998
«A seguito della instaurazione di una procedura di espropriazione presso terzi da parte del creditore di un soggetto successivamente dichiarato fallito (ed a sua volta riconosciuto, dal giudice dell'esecuzione, legittimo creditore...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10498 del 7 maggio 2009
«In tema di locazione di immobili urbani adibiti ad uso non abitativo, disciplinata dalla legge sull'equo canone, la rinnovazione tacita del contratto alla prima scadenza contrattuale, per il mancato esercizio da parte del locatore della facoltà di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2606 del 20 aprile 1985
«In tema di vendita all'incanto di beni acquisiti al fallimento, il principio, secondo il quale le offerte, ivi incluse quelle in aumento del sesto, devono essere effettuate personalmente (artt. 579 e 584 c.p.c., applicabili in forza del richiamo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1114 del 27 marzo 1976
«Poiché, a norma degli artt. 599, 600 e 601 c.p.c., la separazione della quota in natura spettante al debitore esecutato è consentita nel solo caso in cui non tutti i comproprietari dei beni indivisi, oggetto dell'esecuzione, siano obbligati nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6968 del 1 agosto 1996
«Nell'ipotesi in cui venga proposta opposizione all'esecuzione mobiliare eseguita presso un terzo, ed il creditore opposto deceda e venga successivamente dichiarato fallito, cosicché il giudizio stesso venga riassunto nei confronti della curatela...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9742 del 26 settembre 1990
«Il giudizio di opposizione, instaurato dal debitore contro esecuzione intrapresa dal creditore e poi, a seguito del fallimento di quest'ultimo, proseguita dal curatore, non resta attratto nella competenza del tribunale fallimentare, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13444 del 12 settembre 2003
«Ancorché la dichiarazione di fallimento o la sottoposizione a liquidazione coatta amministrativa, intervenute nelle more del giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo emesso a carico del debitore fallito o sottoposto a l.c.a., determini...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22959 del 31 ottobre 2007
«Il decreto ingiuntivo dichiarato esecutivo ex art. 647 c.p.c. e passato in giudicato in data anteriore alla dichiarazione di fallimento, per mancata tempestiva opposizione o perché l'opponente non si è costituito, costituisce titolo per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19290 del 14 settembre 2007
«Con riguardo all'opposizione a decreto ingiuntivo, il fallimento del creditore opposto, nei cui confronti sia stata proposta dall'opponente domanda riconvenzionale, non comporta l'improcedibilità del giudizio di opposizione e la rimessione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6198 del 13 marzo 2009
«Il decreto ingiuntivo acquista efficacia di giudicato sostanziale solo a seguito della dichiarazione di esecutività ai sensi dell'art. 647 cod. proc. e, dunque, è inopponibile alla massa dei creditori concorsuali se non dichiarato esecutivo prima...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11830 del 16 maggio 2013
«È inammissibile, in relazione al divieto di introdurre nuove eccezioni nel giudizio di appello, di cui all'art. 437, secondo comma, cod. proc. civ., il motivo di impugnazione con cui l'intimato di sfratto per morosità deduca il proprio difetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1050 del 18 aprile 1974
«Per effetto della sentenza n. 151 del 30 giugno 1971 della Corte costituzionale (dichiarativa dell'illegittimità costituzionale e degli artt. 707, primo comma, e 708 c.p.c., nella parte in cui disponevano che ai coniugi comparsi personalmente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26358 del 9 giugno 2005
«Il condannato al pagamento della pena pecuniaria è tenuto al pagamento della pena anche nel caso in cui sia stata pronunciata nei suoi confronti dichiarazione di fallimento. Ne consegue che il giudice di sorveglianza può stabilire la conversione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4800 del 11 gennaio 1995
«La capacità del condannato di essere assoggettato a pena pecuniaria rimane integra anche dopo la sua dichiarazione di fallimento; in tale ipotesi si realizza una situazione di insolvenza — che rappresenta uno stato transitorio — e non di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3565 del 14 settembre 1994
«Alla stregua dei principi affermati dalla sentenza della Corte costituzionale 30 giugno 1971, n. 149 (richiamata dalla più recente sentenza della stessa corte in data 7 aprile 1987, n. 108), con la quale veniva dichiarata la illegittimità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15486 del 20 giugno 2013
«In tema di determinazione dell'assegno di mantenimento, nei casi di assoluta brevità della convivenza che non consentono di ricorrere al riscontro di altri comportamenti abituali dei coniugi, l'elemento costituito dalla consistenza patrimoniale,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19297 del 17 maggio 2007
«In tema di reati fallimentari, alle procedure concorsuali e penali avviate prima della data di entrata in vigore della L. n. 5 del 2006, che ha modificato la nozione di piccolo imprenditore contenuta nell'art. 1, comma secondo, L. fall., resta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2392 del 25 giugno 1996
«Il momento consumativo dei reati di bancarotta si perfeziona all'atto della pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento, ancorché la condotta, commissiva od omissiva, si sia esaurita anteriormente, in quanto la sentenza di fallimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32352 del 22 luglio 2014
«Ai fini della sussistenza del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale non è necessaria l'esistenza di un nesso causale tra i fatti di distrazione ed il successivo fallimento.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1926 del 21 giugno 2000
«Il fallimento priva il fallito dell'amministrazione e della disponibilità dei suoi beni esistenti alla data di dichiarazione del fallimento trasferendo l'una e l'altra alla curatela, tenuta alla gestione del patrimonio ai fini di soddisfacimento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13107 del 25 marzo 2009
«Integra il delitto di peculato la condotta del coadiutore del curatore del fallimento che si appropria di beni della società dichiarata fallita, dei quali abbia il possesso in ragione del suo incarico.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30542 del 16 luglio 2013
«Integra il reato di corruzione in atti giudiziari l'accordo intercorso tra un ispettore del Ministero delle attività produttive, pubblico ufficiale, ed il presidente di un consorzio di cooperative edilizie, finalizzato a formare, in cambio di un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41339 del 18 dicembre 2006
«Integra il delitto di cui all'art. 322, comma quarto, c.p. (istigazione alla corruzione attiva propria) — e non quello di cui all'art. 228 L. fall. (interesse privato del curatore negli atti del fallimento) — la condotta del pubblico ufficiale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4702 del 30 gennaio 2013
«La confisca per equivalente disposta con sentenza divenuta definitiva non può essere revocata in sede esecutiva, né il sopravvenuto fallimento della società a cui i beni erano stati confiscati, può essere considerato "caso eccezionale" o "fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10051 del 1 marzo 2013
«Il reato di rifiuto di atti di ufficio è configurabile anche in caso di inerzia omissiva che, protraendo il compimento dell'atto oltre i termini prescritti dalla legge, si risolve in un rifiuto implicito, non essendo necessaria una manifestazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20211 del 25 maggio 2012
«Il delitto di turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) può essere commesso, oltre che con violenza, minaccia, doni, promesse, collusioni, anche attraverso "altri mezzi fraudolenti", categoria nella quale rientra ogni genere di artificio,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11752 del 16 novembre 2000
«Il coadiutore tecnico-contabile del curatore del fallimento, autorizzato a prestare la propria attività professionale, in rappresentanza della curatela, presso l'Ufficio IVA in ordine ad una vertenza tributaria, svolge una qualificata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9900 del 14 settembre 1994
«In materia di reati contro la pubblica amministrazione con specifico riguardo alla nuova nozione di pubblico ufficiale introdotta dalla L. 26 febbraio 1990, n. 86, l'espressione «giurisdizionale» contenuta in detta legge deve essere intesa in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7111 del 18 luglio 1997
«In materia di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (art. 388 c.p.), deve ritenersi che, la sentenza dichiarativa di fallimento (art. 2 del R.D. 16 marzo 1942 n. 267) non determina l'automatica rimozione del vincolo imposto sui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47296 del 10 dicembre 2003
«Il fallimento del debitore non determina l'automatica rimozione del vincolo imposto con il sequestro sui beni a garanzia del credito, con la conseguenza, al fine della configurabilità del reato ex art. 388 c.p., che il custode dei suddetti beni...»