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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11462 del 15 dicembre 1997
«Anche nel vigore dell'attuale codice di procedura penale, vale la regola secondo la quale la circostanza che più imputati siano giudicati nello stesso processo in tanto determina l'obbligo solidale del pagamento delle spese processuali, in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2151 del 23 febbraio 2000
«...motivata, va emessa solo se le risultanze processuali siano tali da consentire di affermare che essa sia stata positivamente accertata, sulla base delle norme che regolano la acquisizione e la valutazione della prova nel processo penale.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4403 del 8 aprile 1999
«Nel caso in cui, in qualsiasi grado del giudizio, intervenga sentenza dichiarativa di improcedibilità perché l'azione penale non doveva essere iniziata, il giudice non può dichiarare la falsità di atti e documenti; invero, da un lato, la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 712 del 19 gennaio 1999
«La ratio cui si ispira la norma sopra citata è infatti l'eliminazione dalla circolazione di un atto che potrebbe arrecare pregiudizio alla fede pubblica, nonché l'esigenza di economia processuale nell'ambito dei rapporti tra giudizio penale e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2827 del 31 luglio 1997
«La falsità di un documento accertata nel corso del giudizio deve essere dichiarata nel dispositivo, ai sensi dell'art. 537 c.p.p., ancorché essa risulti da atti compiuti successivamente al decorso del termine di prescrizione del reato da cui è...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5870 del 15 febbraio 2012
«La morte dell'imputato, intervenuta prima dell'irrevocabilità della sentenza, comporta la cessazione sia del rapporto processuale in sede penale che del rapporto processuale civile inserito nel processo penale, con la conseguenza che le eventuali...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 25940 del 17 giugno 2003
«L'intervenuto fallimento dell'imputato non comporta la perdita della sua legittimazione passiva rispetto alle pretese risarcitorie avanzate in sede penale dalla costituita parte civile.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12489 del 1 dicembre 2000
«Costituisce capo della sentenza passibile di passare in giudicato in conseguenza di omessa impugnazione, la statuizione con la quale il giudice, in caso di esercizio dell'azione civile nel processo penale, decide circa le restituzioni ed il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7241 del 8 giugno 1999
«Il provvedimento di assegnazione di una provvisionale in sede penale ha carattere meramente delibativo e non acquista efficacia di giudicato in sede civile, perché destinato ad essere travolto in detta sede dall'effettiva liquidazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1045 del 26 gennaio 1999
«La facoltà del giudice penale di pronunciare una condanna generica al risarcimento del danno ed alla provvisionale, prevista dall'art. 539 c.p.p., non incontra restrizioni di sorta in ipotesi di incompiutezza della prova sul quantum, bensì trova...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7967 del 7 luglio 1998
«...riconosca il diritto della predetta parte, negato nella precedente fase. Ciò in quanto il divieto di cui all'art. 597 c.p.p. concerne esclusivamente le disposizioni a natura penale, ma non si estende alle statuizioni civili della sentenza.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6190 del 26 maggio 1994
«È legittima la condanna generica, in sede penale, al risarcimento del danno ambientale, ai sensi dell'art. 18, L. 18 luglio 1986, n. 349, recante «Istituzione del Ministero dell'ambiente e norme in materia di danno ambientale», in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12665 del 22 dicembre 1993
«Il provvedimento di sospensione del magistrato dalle funzioni e dallo stipendio, adottato ai sensi dell'art. 31, terzo comma del R.D.L. 31 maggio 1946, n. 511, in relazione all'art. 58 del D.P.R. 16 settembre 1958, n. 916, pur avendo una funzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12203 del 29 novembre 1991
«...del dispositivo e della motivazione della sentenza comporta unicamente l'effetto di rendere inapplicabile la disposizione dell'art. 545, terzo comma, nuovo codice di procedura penale e di impedire la decorrenza dei termini per l'impugnazione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5112 del 4 maggio 1994
«In materia di impugnazione, anche in base al nuovo codice di procedura penale, la sentenza appellata e quella di appello, quando non vi è difformità sul punto denunciato, si integrano vicendevolmente, formando un tutto organico ed inscindibile. Ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7749 del 7 agosto 1996
«In tema di formazione della sentenza penale, va distinto il dispositivo — redatto e sottoscritto dal presidente non appena conclusa la deliberazione, nel quale è indicata la volontà dello Stato in relazione alla pretesa punitiva — dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8277 del 22 luglio 1995
«....p.p. Ed invero l'obbligo della pronuncia sull'azione penale, cui corrisponde un diritto soggettivo dell'imputato, può dirsi adempiuto soltanto con la statuizione contenuta nel dispositivo della sentenza stessa. Né ad una eventuale omissione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2389 del 14 ottobre 1992
«...assumere rilievo decisivo, per la possibilità che il colpevole si precostituisca una via di uscita allo scopo di sfuggire a responsabilità penale, così da prospettare ragioni diverse da quelle normalmente conseguenti ad una falsa incolpazione).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23958 del 25 maggio 2004
«...così determinando la regressione alla fase delle indagini preliminari dell'intero procedimento, anche per i reati di competenza del giudice monocratico per i quali l'azione penale era stata validamente esercitata mediante citazione diretta.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33943 del 10 ottobre 2002
«Non è abnorme il provvedimento del giudice del dibattimento che, a norma del terzo comma dell'art. 550 c.p.p., disponga la trasmissione degli atti al P.M. nel caso in cui sia stata esercitata l'azione penale con citazione diretta per un reato per...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2639 del 27 gennaio 2004
«Il decreto di citazione a giudizio davanti al tribunale in composizione monocratica emesso a seguito di opposizione a decreto penale dev'essere notificato con l'osservanza del termine dilatorio di sessanta giorni previsto dall'art. 552 c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25227 del 21 giugno 2001
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, la disciplina applicabile all'opposizione al decreto penale di condanna e al conseguente giudizio deve essere individuata con riferimento alla legge vigente al momento della presentazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 49388 del 24 dicembre 2003
«In tema di formazione della sentenza penale, è valido il provvedimento sottoscritto dal presidente del tribunale nel caso in cui il giudice monocratico che l'abbia deliberato sia deceduto prima del relativo deposito, poiché anche la morte è...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8931 del 8 agosto 1994
«In tema di modificazione dell'imputazione, è del tutto irrilevante, ai fini della corretta osservanza del disposto di cui all'art. 516 del codice di rito penale, anche con riferimento alla disciplina ex art. 519 commi 1 e 2 dello stesso codice, la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 46520 del 4 dicembre 2003
«Il ricorso per saltum in cassazione, previsto dall'art. 569 c.p.p., trova applicazione anche nel procedimento davanti al giudice di pace per effetto del richiamo generale alle disposizioni del codice di procedura penale contenuto nell'art. 2...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6402 del 2 luglio 1997
«...non consente, ma addirittura vieta al giudice di fondare il convincimento di responsabilità penale esclusivamente sulla chiamata in correità, imponendogli di valutarla unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità).»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2371 del 15 novembre 1996
«...pubblico ministero: invero, l'autonomia va interpretata tenendo conto del principio costituzionale di uguaglianza delle parti nel processo penale, sicché il diritto al riferimento come non è consentito all'imputato così non è consentito al P.M.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12576 del 19 dicembre 1994
«...all'ufficio del pubblico ministero, ma solo quelle indicate nell'art. 72 commi 1 e 3 stesso decreto: partecipazione alle udienze dibattimentali e di convalida dell'arresto o del fermo; richiesta di emissione di decreto penale di condanna.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3096 del 2 aprile 1997
«Il disposto dell'art. 573 c.p.p., quando prevede che l'impugnazione per i soli interessi civili sia — tra l'altro — trattata «con le forme ordinarie del processo penale», ha per referente ogni rituale modalità di trattazione del procedimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13660 del 14 aprile 2006
«Ne consegue che, poiché, in base alla previsione di cui all'art. 574, comma quarto, c.p.p., l'impugnazione avanzata dall'imputato contro la pronuncia di condanna penale estende oggettivamente i suoi effetti devolutivi alla pronuncia di condanna al...»