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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11350 del 11 novembre 1998
«L'art. 67 l. fall., nel prevedere l'esperibilità dell'azione revocatoria per i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili nell'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento, presuppone che il creditore soddisfatto abbia avuto la possibilità,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2249 del 29 ottobre 1970
«La cautelare facoltà di sospensione attribuita al creditore dall'art. 1461 c.c. concerne le prestazioni che con quella di cui sia manifestato il pericolo di inadempimento si trovino in rapporto di corrispettività e non può quindi estendersi alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4446 del 21 febbraio 2008
«In tema di fideiussione, la cosiddetta clausola solve et repete inserita nel contratto con formule del tipo «senza riserva alcuna» ovvero «dietro semplice richiesta» ove prevedente l'esclusione per il garante di poter opporre al creditore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2227 del 27 febbraio 1995
«La disciplina del solve et repete (art. 1462 c.c.), se ha indubbie conseguenze nel campo del processo, ha, però, un contenuto fondamentale di diritto sostanziale, come è reso manifesto non solo dalla collocazione della norma nel codice civile,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 759 del 26 gennaio 1994
«La clausola limitativa della proponibilità di eccezioni, di cui all'art. 1462 c.c., si differenzia dall'istituto del solve et repete in materia fiscale (oggetto della dichiarazione di incostituzionalità di cui alla sentenza Corte cost. 31 marzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26958 del 20 dicembre 2007
«La risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta della prestazione, con la conseguente possibilità di attivare i rimedi restitutori, ai sensi dell'art. 1463 c.c., può essere invocata da entrambe le parti del rapporto obbligatorio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1037 del 28 gennaio 1995
«La impossibilità sopravvenuta della prestazione, che derivi da causa non imputabile al debitore ai sensi dell'art. 1218 c.c., opera, paralizzandola, più propriamente in relazione ad una domanda di adempimento, determinando, essa, di diritto, nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6299 del 17 luglio 1987
«Il creditore che a norma dell'art. 1464 c.c. in tema di impossibilità parziale della prestazione, accetta la prestazione ridotta, acquista il diritto ad eseguire in misura proporzionalmente ridotta anche la propria controprestazione, senza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3005 del 13 maggio 1982
«Il rimedio della risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta, essendo diretto ad impedire che, a causa di questa, si verifichi una notevole alterazione dell'originario equilibrio tra le prestazioni corrispettive, non è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10239 del 21 novembre 1996
«La vendita di frutti pendenti ha fino al momento della separazione efficacia meramente obbligatoria e non traslativa. Ne deriva che se dopo la vendita, ma prima della separazione, un terzo costituisce sui frutti ancora pendenti un vincolo efficace...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4667 del 19 luglio 1986
«La norma dell'art. 1482 c.c., in forza della quale se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali o da vincoli derivanti da pignoramento o sequestro, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo, ovvero fare fissare dal giudice un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2541 del 19 marzo 1999
«Il diritto alla restituzione del prezzo pagato per l'evizione parziale del bene costituisce un credito di valuta, e poiché prescinde dalla colpa, anche solo presunta, del venditore, se il giudice esclude la sussistenza del diritto al risarcimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3724 del 25 luglio 1978
«Qualora la compravendita venga risolta per i vizi della cosa venduta, il perimento della cosa e la conseguente impossibilità di restituzione della medesima restano a carico dell'alienante, il quale potrà pretendere unicamente la differenza tra i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1212 del 1 febbraio 1993
«In tema di vizi della cosa oggetto di compravendita, la regola dettata dal terzo comma, ultima ipotesi dell'art. 1492 c.c., che esclude la possibilità di chiedere la risoluzione nei casi di alienazione e trasformazione della cosa, deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8336 del 17 agosto 1990
«In tema di vendita, e con riguardo alla responsabilità del venditore per vizi alla stregua dell'art. 1494 c.c., l'interessato può chiedere, in alternativa ovvero in cumulo con le azioni tese all'adempimento del contratto in via specifica ed alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1523 del 11 febbraio 2000
«La disposizione del comma 3 dell'articolo 1498 c.c., a norma della quale il pagamento della merce compravenduta quando non deve essere contestuale alla consegna, deve essere eseguito nel domicilio del creditore, è operante, anche ai fini della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4362 del 19 aprile 1995
«Ai fini della competenza per territorio ex art. 20 c.p.c. non incide sul forum destinatae solutionis la pattuita modalità di pagamento del prezzo della vendita per mezzo delle cosiddette ricevute bancarie poiché queste, non avendo efficacia di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 992 del 18 febbraio 1981
«Qualora l'obbligazione dedotta in giudizio concerna il pagamento del prezzo di merce venduta e consegnata e la modalità di pagamento a mezzo tratta non sia prevista in fattura con carattere di esclusività e con correlativa rinuncia espressa del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6133 del 17 novembre 1980
«Il luogo di pagamento del prezzo indicato dall'art. 1498, ultimo comma, c.c. nel domicilio del venditore, in applicazione del principio generale di cui all'art. 1182, comma terzo, c.c., è sostituito dal luogo in cui; a norma dell'art. 44 della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3209 del 26 novembre 1973
«La designazione contrattuale del luogo di adempimento dell'obbligo di pagamento di una somma di danaro rimane valida soltanto per l'ipotesi dell'adempimento, nel mentre per quella di inadempimento, seguito da azione giudiziale, riprende vigore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23789 del 17 settembre 2008
«In tema di compravendita immobiliare, qualora la proprietà dell'immobile oggetto del contratto sia trasferita immediatamente all'acquirente, unitamente al possesso del bene, con rinvio dell'esigibilità del residuo prezzo al momento della futura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12401 del 28 maggio 2007
«Gli interessi legali previsti dall'art. 1499 c.c. prescindendo sia dalla mora che dalla liquidità, vanno ricondotti nella categoria (residuale rispetto a quelle degli interessi moratori e corrispettivi) degli interessi compensativi, preordinati ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4358 del 7 aprile 2000
«Gli interessi compensativi di cui all'art. 1499 c.c., sono dovuti, a favore del venditore, sul prezzo non ancora corrispostogli, sempreché l'acquirente abbia già consegnato il possesso della cosa oggetto della vendita e questa sia produttiva di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 274 del 13 gennaio 1984
«Gli interessi compensativi, come espressamente denominati nel titolo dell'art. 1499 c.c., sono dovuti nei contratti di scambio per una funzione equitativa, allo scopo, cioè, di ristabilire l'equilibrio economico tra i contraenti, mirando a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4486 del 8 luglio 1981
«Gli interessi compensativi, mirando a compensare il creditore del mancato godimento dei frutti della cosa da lui consegnati all'altra parte, prima di ricevere da questa la controprestazione, sono dovuti indipendentemente dal fatto che il rifiuto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4816 del 13 maggio 1998
«Il criterio distintivo tra vendita fiduciaria a scopo di garanzia e vendita dissimulante un mutuo con patto commissorio deve individuarsi nel fatto che nella prima la proprietà si trasferisce, effettivamente ed immediatamente, al compratore il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2498 del 18 settembre 1974
«La vendita con patto di riscatto, stipulata al fine di garantire la restituzione di una somma mutuata dal compratore al venditore entro il termine previsto per l'esercizio del riscatto, è una vendita vera e reale. Essa integra un negozio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2338 del 6 agosto 1974
«Ove l'esercizio di un diritto, come per il patto di riscatto previsto dall'art. 1500 c.c., sia sottoposto ad un termine di decadenza, il creditore del titolare che, agendo in via surrogatoria chieda l'accertamento della nullità della rinunzia a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5222 del 29 luglio 1983
«L'autotutela concessa dall'art. 1516 c.c. al compratore che non ottiene la consegna della merce — acquisto senza ritardo delle cose, a spese del venditore, a mezzo di persona autorizzata, ovvero di ufficiale giudiziario o di commissario nominato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5324 del 13 maggio 1991
«Con riguardo alla vendita di un bene mobile, con riserva di proprietà, che può essere validamente stipulata anche verbalmente, l'atto scritto è necessario solo ai fini dell'opponibilità della detta riserva di proprietà ai creditori del compratore...»