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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4320 del 20 febbraio 2008
«Nei contratti a prestazioni corrispettive, l'eccezione dilatoria di cui all'art. 1461 c.c. (mutamento nelle condizioni patrimoniali dei contraenti) può essere opposta da una delle parti quando la situazione patrimoniale dell'altro contraente venga...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17632 del 10 agosto 2007
«La sospensione dell'esecuzione della prestazione contrattuale, nei casi in cui è consentita dall'art. 1461 c.c., non richiede per la sua validità alcuna previa comunicazione o dichiarazione alla controparte, né è necessario che la relativa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3713 del 19 aprile 1996
«A norma dell'art. 1461 c.c. il contraente può sospendere l'esecuzione della prestazione da lui dovuta quando sussista un pericolo attuale di inadempimento della controprestazione, ancorché questa non sia ancora né scaduta, né liquida. Siffatta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2227 del 27 febbraio 1995
«La disciplina del solve et repete (art. 1462 c.c.), se ha indubbie conseguenze nel campo del processo, ha, però, un contenuto fondamentale di diritto sostanziale, come è reso manifesto non solo dalla collocazione della norma nel codice civile,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 759 del 26 gennaio 1994
«La clausola limitativa della proponibilità di eccezioni, di cui all'art. 1462 c.c., si differenzia dall'istituto del solve et repete in materia fiscale (oggetto della dichiarazione di incostituzionalità di cui alla sentenza Corte cost. 31 marzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4122 del 13 luglio 1982
«L'eccezione d'inadempimento ex art. 1460 c.c., quando è fondata, impedisce l'operatività della clausola risolutiva espressa di cui al precedente art. 1456, in quanto tale clausola non è limitativa della proponibilità di eccezioni (art. 1462...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6406 del 3 dicembre 1981
«La clausola solve et repete , di cui all'art. 1462 c.c., volta soprattutto a garantire da eccezioni dilatorie il contraente tenuto per primo ad adempiere, non ha un'efficacia tale da paralizzare in toto l' exceptio inadimpleti contractus ,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1037 del 28 gennaio 1995
«La impossibilità sopravvenuta della prestazione, che derivi da causa non imputabile al debitore ai sensi dell'art. 1218 c.c., opera, paralizzandola, più propriamente in relazione ad una domanda di adempimento, determinando, essa, di diritto, nei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2548 del 24 aprile 1982
«La risoluzione per impossibilità sopravvenuta, analogamente a tutte le ipotesi (risoluzione per inadempimento, annullamento) in cui vengono meno dopo la costituzione del rapporto lo stesso fondamento e causa dell'obbligazione, è pur sempre...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12235 del 25 maggio 2007
«L'eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione nei contratti a titolo gratuito consiste nella sopravvenuta sproporzione tra il valore originario della prestazione ed il valore successivo, mentre nei contratti onerosi (nel caso, permuta)...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1021 del 10 febbraio 1984
«In relazione alla ratio della normativa della risoluzione del contratto per inadempimento (o per eccessiva onerosità sopravvenuta), diretta alla tutela dell'equilibrio sinallagmatico nei contratti a prestazioni corrispettive, l'obiettiva...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3464 del 8 giugno 1982
«Al fine della risoluzione per eccessiva onerosità di un preliminare di vendita, come in genere di uno dei contratti contemplati dall'art. 1467 c.c., l'eccessiva onerosità deve essere accertata dal giudice con riferimento al momento stabilito per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11947 del 8 agosto 2003
«La questione dell'applicabilità ad un determinato contratto dell'intera disciplina dell'art. 1467 c.c. sulla onerosità sopravvenuta deve essere risolta dal giudice con specifico riferimento al caso concreto ed all'azione effettivamente proposta,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1371 del 18 febbraio 1999
«La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta può esser pronunciata anche per contratti ad esecuzione differita dell'intera prestazione o di una parte economicamente rilevante di essa, sempre che fra il momento della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3618 del 25 maggio 1983
«Al fine della prova dell'inadempimento che preclude al debitore la facoltà di chiedere, a norma dell'art. 1467 c.c., la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta, non si richiede la costituzione in mora mediante l'intimazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3005 del 13 maggio 1982
«Il rimedio della risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta, essendo diretto ad impedire che, a causa di questa, si verifichi una notevole alterazione dell'originario equilibrio tra le prestazioni corrispettive, non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2386 del 4 marzo 1998
«Il risarcimento del danno in tema di compravendita è disciplinato, in deroga ai principi generali di cui agli artt. 1223 ss. c.c., dalla norma (dall'evidente carattere eccezionale) di cui all'art. 1518 c.c., la quale, con riguardo alle cose aventi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 46 del 5 gennaio 2000
«Nei contratti a prestazioni corrispettive l'equa rettifica delle condizioni del negozio può essere invocata soltanto dalla parte convenuta in giudizio con l'azione di risoluzione del negozio medesimo per eccessiva onerosità sopravvenuta, essendo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3492 del 11 luglio 1978
«Il contraente a carico del quale si verifica l'eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione può solo agire in giudizio per la risoluzione del contratto, ma non può astenersi dalla prestazione pretendendo che l'altro contraente accetti...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10 del 16 luglio 1993
«Nel procedimento speciale di applicazione della pena su richiesta delle parti il giudice non può, alterando i dati della concorde richiesta, subordinare il beneficio della sospensione condizionale dell'esecuzione della pena all'adempimento di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20998 del 30 settembre 2009
«La vendita di cosa futura non consiste in un contratto a formazione progressiva non ancora completo di tutti i suoi elementi, i cui effetti siano destinati a prodursi in un momento successivo a quello in cui la cosa venga ad esistenza, bensì...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1623 del 25 gennaio 2007
«Nel contratto preliminare di vendita di cosa da costruire, il venditore che assuma anche l'obbligazione di realizzazione del bene è tenuto a prestare la relativa, necessaria attività e risponde di inadempimento contrattuale nel caso in cui non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4772 del 10 novembre 1989
«A differenza della vendita di cosa futura, la quale ha per oggetto beni prodotti dalla natura, come i frutti di un fondo, i parti degli animali o altre cose la cui venuta ad esistenza è considerata dai contraenti come incerta e non dipendente in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16216 del 16 giugno 2008
«La consegna del certificato di abitabilità dell'immobile oggetto del contratto, ove questo sia un appartamento da adibire ad abitazione, pur non costituendo di per sé condizione di validità della compravendita, integra un'obbligazione incombente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3851 del 15 febbraio 2008
«In tema di compravendita immobiliare, la mancata consegna al compratore del certificato di abitabilità, non determina, in via automatica, la risoluzione del contratto per inadempimento del venditore, dovendo essere verificata in concreto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24786 del 22 novembre 2006
«Nella vendita di immobili destinati ad abitazione, la mancata consegna della licenza di abitabilità impone una indagine tendente ad accertare la causa effettiva di tale situazione, posto che il suo omesso rilascio può dipendere da molteplici...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8880 del 3 luglio 2000
«Il venditore di un bene immobile destinato ad abitazione, in assenza di patti contrari, ha l'obbligo di dotare tale bene della licenza di abitabilità senza della quale esso non acquista la normale attitudine a realizzare la sua funzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21588 del 15 ottobre 2007
«In tema di compravendita, l'acquirente di un qualsiasi bene ha diritto in qualità di proprietario, ad una completa utilizzazione di esso secondo la sua destinazione contrattuale e, quindi, anche a quelle modalità di uso soltanto potenziali, posto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11756 del 6 settembre 2000
«Nelle vendite a catena di autoveicoli, il principio dell'autonomia di ciascuna vendita, pur non consentendo di trasferire automaticamente nei confronti del primo venditore l'azione risarcitoria esercitata da taluno dei successivi compratori, che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5786 del 22 giugno 1996
«L'art. 1477 comma terzo c.c., applicabile anche alla vendita di autoveicoli impone al venditore l'obbligo di consegnare al compratore insieme con la cosa venduta non solo il libretto di circolazione ed il foglio complementare ma altresì la...»