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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12804 del 18 novembre 1999
«La sentenza pronunciata a norma dell'art. 444 c.p.p., che disciplina l'applicazione della pena su richiesta dell'imputato, non è tecnicamente configurabile come una sentenza di condanna, anche se è a questa equiparata a determinati fini; tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4935 del 1 aprile 2003
«L'art. 102 bis disp. att. c.p.p., nel prevedere che chi sia stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere ovvero a quella degli arresti domiciliari ha diritto ad essere reintegrato nel posto di lavoro qualora venga pronunciata...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10315 del 5 agosto 2000
«Il giudice del lavoro adito con impugnativa di licenziamento, ove pure comminato in base agli stessi comportamenti che furono oggetto di imputazione in sede penale, non è affatto obbligato a tener conto dell'accertamento contenuto nel giudicato di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3888 del 1 aprile 1993
«Il servizio mensa — il quale (sia nel regime anteriore all'entrata in vigore dell'art. 6 del D.L. 11 luglio 1992, n. 333, convertito in L. 8 agosto 1992, n. 359, che in quello da tale norma espresso, che assume, pertanto, il valore di disposizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13086 del 28 maggio 2010
«In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, l'onere, posto a carico del creditore, di provare la sussistenza del proprio credito e la qualità di imprenditore in capo al debitore, non esclude, ai sensi dell'art. 15 del r.d. 16 marzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14085 del 11 giugno 2010
«L'esecuzione di una prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge dà luogo, ai sensi degli artt. 1418 e 2231 c.c., a nullità assoluta del rapporto tra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11947 del 2 dicembre 1993
«Per il disposto dell'art. 2231 c.c. l'esecuzione di una prestazione d'opera professionale di natura intellettuale effettuata da chi non sia iscritto nell'apposito albo previsto dalla legge, dà luogo a nullità assoluta del rapporto tra...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5945 del 10 maggio 2000
«La controeccezione (nella specie, di interruzione della prescrizione) è assimilabile ad una eccezione in senso stretto e va pertanto proposta nel rispetto dei prescritti termini processuali; tuttavia la disciplina codicistica non prevede anche un...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27346 del 24 dicembre 2009
«A seguito dell'apertura della liquidazione coatta amministrativa - ed analogamente a quanto accade nel fallimento - sussiste, in riferimento ai rapporti patrimoniali in essa compresi, una legittimazione processuale suppletiva dei soggetti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26744 del 13 dicembre 2006
«La società di persone, anche se sprovvista di personalità giuridica, costituisce un distinto centro di interessi e di imputazione di situazioni sostanziali e processuali, dotato di una propria autonomia capacità processuale, sicché legittimato ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7692 del 21 agosto 1996
«Con riferimento alle società di fatto (società in nome collettivo irregolari per la mancata iscrizione nel registro delle imprese) — nelle quali, ai sensi degli artt. 2297 e 2266 c.c., la rappresentanza della società e il potere di compiere tutti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 61 del 8 gennaio 2003
«La nomina del liquidatore di una società di persone (nella specie, società in accomandita semplice) da parte del Presidente del Tribunale, in sede di volontaria giurisdizione, ex art. 2275, c.c., è possibile, allo scopo di supplire...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1063 del 19 gennaio 2005
«Alla elezione di domicilio contenuta nel precetto (a norma e per l'effetto di cui all'art. 480, comma terzo, c.p.c.) notificato unitamente alla sentenza o al provvedimento di liquidazione dei compensi all'avvocato non può essere ricondotto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12487 del 4 dicembre 1995
«Nelle società di persone, le norme sull'esclusione del socio «per gravi inadempienze», di cui agli artt. 2286 e 2287 c.c., hanno carattere speciale e sostituiscono quelle generali sulla risoluzione per inadempimento dei contratti con prestazioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8570 del 8 aprile 2009
«All'esclusione dell'accomandatario di società in accomandita semplice sono applicabili gli art. 2286 e 2287 c.c. disciplinanti le cause ed il procedimento di esclusione dei soci di società di persone, in virtù del rinvio contenuto negli artt. 2315...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25123 del 13 dicembre 2010
«In tema di società in nome collettivo, nell'ipotesi di cessione di quota, il cedente che non abbia garantito gli acquirenti di quest'ultima dell'inesistenza dei debiti sociali risponde delle obbligazioni sorte anteriormente alla cessione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1977 del 9 luglio 1973
«L'attività concorrenziale del socio di una società in nome collettivo può costituire violazione del divieto di concorrenza di cui all'art. 2301 c.c. anche quando si concreta nella costituzione, da parte del socio stesso, di una società a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12912 del 20 dicembre 1997
«La previsione dell'art. 2304 c.c. secondo cui i creditori di una società in nome collettivo non possono pretendere il pagamento dai singoli soci se non dopo l'escussione del patrimonio sociale, opera esclusivamente in sede esecutiva, nel senso che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3399 del 12 aprile 1994
«Il creditore di una società di persone può agire in sede di cognizione direttamente nei confronti dei soci illimitatamente responsabili, senza la necessità di chiamare in giudizio anche la società, non rilevando che l'art. 2304 c.c. preveda il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7100 del 26 giugno 1993
«La previsione dell'art. 2304 c.c. (applicabile anche alla società in accomandita semplice, ai sensi dell'art. 2315 c.c.), secondo cui i creditori sociali non possono pretendere il pagamento dai singoli soci, se non dopo l'escussione del patrimonio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20558 del 29 luglio 2008
«Nella società in accomandita semplice, la modifica della ragione sociale per effetto della sostituzione dell'unico socio accomandatario determina esclusivamente una modifica dell'atto costitutivo ma non la trasformazione della società in un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5416 del 12 giugno 1996
«La revoca dell'amministratore di una società in accomandita semplice, la cui nomina sia contenuta nell'atto costitutivo, comporta una modificazione di tale atto e richiede, pertanto, in linea di principio, il consenso di tutti i soci (art. 2252...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12732 del 28 novembre 1992
«In tema di società in accomandita semplice, qualora l'unico socio accomandatario venga giudizialmente privato della facoltà di amministrare, non può applicarsi analogicamente l'art. 2323, secondo comma, c.c. (a norma del quale, ove vengano meno...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8174 del 7 aprile 2006
«Al fine di stabilire se un provvedimento abbia natura di sentenza o di ordinanza, è decisiva non già la forma adottata ma il suo contenuto (cosiddetto principio della prevalenza della sostanza sulla forma), di modo che allorquando il giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26683 del 13 dicembre 2006
«L'interpretazione dell'atto costitutivo e dello statuto di una società, così come quella di ogni atto contrattuale, richiedendo l'accertamento della volontà degli stipulanti, in relazione al contenuto del negozio, si traduce in un'indagine di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16393 del 24 luglio 2007
«I versamenti in conto capitale costituiscono conferimenti volti a incrementare il patrimonio netto della società e non sono imputabili a capitale, salvo che, con apposita delibera assembleare di modifica dell'atto costitutivo, non ne venga...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4236 del 24 aprile 1998
«In tema di società. di capitali, nella ipotesi di sottoscrizione di un aumento del capitale sociale, l'oggetto del conferimento, da parte del socio, non deve, necessariamente, identificarsi in un bene suscettibile di espropriazione forzata, bensì...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5154 del 29 aprile 1992
«La norma di cui all'ultimo comma dell'ari. 2344 c.c., secondo cui i soci in mora nei versamenti delle quote dovute non possono esercitare il diritto di voto, si riferisce esclusivamente ai versamenti iniziali necessari per la costituzione del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10144 del 12 luglio 2002
«Il creditore pignoratizio delle azioni ancorché, ai sensi dell'art. 2352 c. c., a lui competa, in luogo del socio suo debitore, il diritto di voto (anche) nelle deliberazioni concernenti il cambiamento dell'oggetto o del tipo della società o il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2053 del 10 marzo 1999
«Ai fini del raggiungimento dei "quorum" costitutivo dell'assemblea di una società per azioni, sono legittimamente computabili le azioni del socio datore di pegno, quand'anche questi risulti titolare di gran parte del capitale sociale, considerato...»