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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44624 del 17 novembre 2004
«Sussiste la circostanza aggravante dell'avere agito per un motivo abietto (art. 61, n. 1, c.p.) relativamente ad un reato commesso, in un contesto di criminalità organizzata, al fine di conseguire il controllo incontrastato su una determinata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10414 del 12 marzo 2002
«La circostanza aggravante del fatto commesso per motivi abietti, delineata all'art. 61, n. 1 c.p., è integrata quando il proposito di vendetta — che per sé solo non suscita nei consociati il senso di ripugnanza e disprezzo che caratterizza la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2884 del 9 marzo 2000
«Il fine del conseguimento di un incontrastato controllo criminale su un determinato territorio, in vista dello sfruttamento illecito dello stesso attraverso ulteriori attività delinquenziali di tipo mafioso, ben può essere ritenuto, nei congrui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4819 del 16 aprile 1999
«Il motivo è futile quando la spinta al reato manca di quel minimo di consistenza che la coscienza collettiva esige per operare un collegamento accettabile sul piano logico con l'azione commessa. La futilità, così intesa, appartiene, dunque, alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8892 del 7 marzo 2011
«La circostanza aggravante del nesso teleologico (art. 61, n. 2, c.p.) non è configurabile in relazione al reato di lesioni personali che sia stato commesso - unitamente ad altri fatti lesivi dell'integrità fisica e morale del soggetto passivo - in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23176 del 17 maggio 2004
«Concorre nel delitto di falso ideologico in atto pubblico, proprio del pubblico ufficiale, anche il privato che abbia agito per il medesimo fine, sia intervenendo all'atto, sia istigando il pubblico ufficiale o rafforzandone il proposito delittuoso.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32688 del 1 agosto 2003
«L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. intende punire la maggiore intensità della condotta delittuosa posta in essere dall'imputato, il quale pur di pervenire alla consumazione del reato-fine non arretra nemmeno di fronte all'eventualità di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8996 del 22 giugno 1990
«Ai fini della sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 2, c.p. non è necessario né che la finalità consista in un determinato reato, ben potendo il reato-mezzo essere finalizzato ad una serie di reati o ad una alternativa di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4751 del 3 aprile 1990
«Per la sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 2, c.p., è necessario accertare che la volontà dell'agente, al momento della commissione del reato-mezzo (aggravato dalla circostanza), era diretta al fine di commetterne od...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14540 del 12 aprile 2011
«Ai fini dell'applicazione della causa di giustificazione di cui all'art. 51 c.p. è necessario che l'attività posta in essere costituisca una corretta estrinsecazione delle facoltà inerenti al diritto che viene in considerazione, nel senso che il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6410 del 17 febbraio 2010
«In tema di diffamazione a mezzo stampa ricorre la scriminante dell'esercizio del diritto di cronaca qualora eventi storicamente veri siano stati rappresentati in forma giuridicamente non corretta. (Fattispecie relativa ad articolo di stampa che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49019 del 22 dicembre 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'attribuzione di una condotta intenzionale, che può integrare gli estremi di reato, supera certamente il limite della continenza, ed esclude, pertanto, la scriminante del diritto di critica (art. 51 c.p.),...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11664 del 30 novembre 1995
«In materia di diffamazione a mezzo stampa, il diritto di critica va riconosciuto nei confronti di personaggi la cui voce ed immagine abbia vasta risonanza presso la collettività grazie ai mezzi di comunicazione, anche quando si manifesti in forma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10964 del 8 marzo 2013
«...di diritto ha escluso l'applicabilità dell'esimente del diritto di cronaca in un caso nel quale un giornalista aveva indicato la sua fonte nei servizi segreti ed il funzionario del Sisde, comparso in udienza, ha opposto il segreto di Stato).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37435 del 23 settembre 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, integra l'esimente putativa dell'esercizio del diritto di cronaca (art. 51 c.p.) il controllo della notizia attraverso il riferimento a fonti di sicura qualità ed affidabilità, che trova attuazione allorché...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8036 del 7 luglio 1998
«In tema di cronaca giudiziaria, la verità della notizia mutuata da un provvedimento giudiziario sussiste, ai fini della scriminante di cui all'art. 51 c.p., ogni qualvolta essa sia fedele al contenuto del provvedimento stesso, senza alterazioni o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4194 del 4 aprile 1987
«Per l'applicazione della scriminante dell'art. 51 c.p., è necessario che l'ordine sia legittimo, ossia promanante dalla autorità competente, che sia stato dato nella forma prescritta e che, infine, il suo contenuto rientri nell'esplicazione del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13933 del 2 aprile 2015
«Le circostanze di persona che, ai sensi dell'art. 61 n. 5 cod. pen. aggravano il reato quando l'agente ne approfitti possono consistere in uno stato di debolezza fisica o psichica in cui la vittima del reato si trovi per qualsiasi motivo; ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5186 del 28 aprile 1987
«Il reato di detenzione illegale di arma può essere commesso da chiunque ed anche dal latitante, in questo caso, con l'aggravante di cui all'art. 61 n. 6 c.p., in quanto lo stato di latitanza dipendendo dalla scelta dell'agente, non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39 del 8 gennaio 1987
«La duplice valutazione dello stato di latitanza dell'imputato è del tutto compatibile quando esso venga in considerazione per fini diversi. (Nella specie la latitanza è stata ritenuta legittimamente valutata sia agli effetti dell'aggravante di cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6318 del 26 giugno 1986
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante di aver commesso il reato durante lo stato di latitanza, di cui all'art. 61, n. 6, c.p., occorre la consapevolezza da parte del colpevole di essere ricercato. Tale conoscenza non può ritenersi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1037 del 25 gennaio 1986
«In riferimento alla circostanza aggravante speciale prevista dall'art. 576, n. 3 c.p., l'evaso deve considerarsi equiparato al latitante sia perché, come questi, costituisce un grave e costante pericolo sociale per le stesse condizioni di vita,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3369 del 23 gennaio 2013
«Agli effetti della circostanza aggravante di cui all'art. 61, comma primo, n. 7, cod. pen., l'entità del danno patrimoniale dev'essere valutata con riferimento al momento in cui il reato è stato commesso, e, pertanto, la sua diminuzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2070 del 28 febbraio 1995
«In tema di delitto tentato contro il patrimonio la circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 7, c.p., può essere riconosciuta soltanto se, essendo le modalità del fatto criminoso idonee a fornire concrete indicazioni sull'entità del danno,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 22 marzo 1969
«...circostanza alle falsità in atto pubblico determinate da motivi di lucro, perché il danno patrimoniale di rilevante gravità, quando si verifichi, non è riferibile alla persona offesa dal reato, che è lo Stato o la società e non il singolo.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20039 del 20 maggio 2011
«...consistita nell'aver incontrato all'interno degli uffici persone che, indotte in errore circa la possibilità di ottenere in locazione a prezzi vantaggiosi immobili che lo Stato stava dismettendo, avevano versato in suo favore somme di denaro).»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12930 del 5 aprile 2012
«Il delitto di resistenza a pubblico ufficiale assorbe soltanto quel minimo di violenza che si concretizza nella resistenza opposta al pubblico ufficiale che sta compiendo un atto del proprio ufficio, non anche gli ulteriori atti violenti che,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8290 del 12 agosto 1986
«Per la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 10 c.p. e in particolare per ritenere che il fatto sia stato commesso nell'atto in cui il pubblico ufficiale esercita la funzione, basta un semplice rapporto di contestualità o di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7317 del 18 febbraio 2015
«Ai fini dell'aggravante dell'abuso di relazioni di prestazione d'opera di cui all'art. 61 n. 11 cod. pen. è irrilevante che l'imputato non sia più alle dipendenze della persona offesa, qualora sia stato agevolato per la commissione del reato dalle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24093 del 16 giugno 2011
«La circostanza aggravante dell'abuso della relazione di prestazione d'opera ricorre pur quando il fatto sia commesso abusando della relazione fiduciaria instauratasi con la vittima, nell'ambito di un mandato di fatto che sia stato soltanto...»