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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4263 del 16 gennaio 1996
«Con i «motivi nuovi» che, a norma degli artt. 311, comma 4, e 324, comma 3, c.p.p., possono essere enunciati davanti alla Corte di cassazione, è consentito introdurre argomenti e ragioni di censura non in precedenza formulati, ma a condizione che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1210 del 2 febbraio 1994
«Poiché sia nel codice vigente che in quello abrogato la natura della querela è semplicemente quella di condizione di procedibilità e la sua funzione quella di consentire all'autorità procedente la sicura individuazione del fatto-reato, contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1654 del 11 febbraio 1998
«L'art. 123 c.p. dispone che la querela si estende di diritto a tutti coloro che hanno commesso il reato. In altri termini, ai sensi dell'art. 123 c.p. per il principio dell'unicità del reato concorsuale, la querela sporta contro uno dei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1218 del 23 maggio 1995
«La mera affermazione «le spese sono a carico dei querelati», fatta nell'atto di remissione della querela, non integra una condizione alla quale il remittente intende sottoporre la remissione stessa, suscettibile di invalidarla ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1837 del 23 maggio 1994
«La condizione di procedibilità della richiesta del Ministro di grazia e giustizia, ex art. 9, secondo comma, c.p., non può ritenersi integrata nel caso in cui la richiesta non sia stata sottoscritta personalmente dal ministro bensì da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4144 del 13 gennaio 1993
«In tema di perseguibilità di reati commessi all'estero, i due diversi e distinti termini stabiliti dall'art. 128 c.p. per la richiesta di procedimento (ed applicabili anche per la proposizione della «istanza», atteso il rinvio contenuto nell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6984 del 14 luglio 1993
«Per la proposizione da parte del P.M. della richiesta di autorizzazione a procedere è previsto un duplice termine: uno, di carattere strutturale, esige che la richiesta detta intervenga prima dell'esercizio dell'azione penale, l'altro è di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8855 del 8 agosto 2000
«Una volta che la sentenza di non luogo a procedere emessa a norma dell'art. 425 c.p.p. non sia più soggetta a impugnazione e non ricorra alcuna delle ipotesi previste dalla disposizione eccezionale, e perciò di stretta applicazione, dell'art. 345...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1235 del 1 aprile 1998
«Nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, la polizia giudiziaria dispone di un margine di autonoma operatività non solo prima della comunicazione al P.M. della notizia di reato (art. 347 c.p.p.), ma anche dopo tale comunicazione (art....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 360 del 18 gennaio 1995
«Il primario (nella specie, facente funzioni) di una divisione di chirurgia di un ospedale ha compiti di indirizzo, di direzione e di verifica dell'attività diagnostica e terapeutica. A lui, pertanto, spettano le scelte operative congruenti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23939 del 19 giugno 2007
«L'art. 360, comma quinto, c.p.p., nel prevedere l'inutilizzabilità «nel dibattimento» dei risultati degli accertamenti tecnici disposti dal pubblico ministero malgrado l'espressa riserva formulata dalla persona sottoposta a indagini ed in assenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30136 del 12 dicembre 2006
«Non sussiste la nullità del decreto di citazione a giudizio conseguente al mancato invito all'indagato a rendere l'interrogatorio ai sensi dell'art. 375, comma terzo c.p.p. nel caso in cui il predetto sia stato già sottoposto ad interrogatorio in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 780 del 2 marzo 1998
«Il “pericolo di fuga” atto a giustificare, ai sensi dell'art. 384, comma 1, c.p.p., il fermo dell'indiziato di un delitto, non può dirsi superato a causa della sopravvenuta effettività della fuga sol perché lo stesso indiziato si sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3093 del 6 settembre 2000
«L'art. 390, comma 2, c.p.p., nel prevedere che al difensore (oltre che al pubblico ministero), venga «dato» e non «notificato» l'avviso dell'udienza di convalida del fermo o dell'arresto, pone come condizione di validità di detto avviso solo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 707 del 29 marzo 1999
«Al P.M. spetta, a norma degli artt. 389 e 390 c.p.p., il controllo preliminare rispetto all'inoltro al giudice della richiesta di convalida dell'arresto o del fermo, controllo che riguarda innanzitutto la legittimità dell'intervento della P.G. e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2222 del 7 maggio 1998
«L'interrogatorio della persona assoggettata a fermo ai sensi dell'art. 391, comma quarto, c.p.p. è sottoposto alle stesse regole generali dettate dagli artt. 64 e 65 c.p.p. anche per quanto riguarda le conseguenze in tema di rifiuto di rispondere,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1687 del 23 febbraio 1993
«L'esercizio dell'attività di prostituta non integra quel «grave impedimento» del teste che giustifica l'incidente probatorio, non rappresentando una condizione di «irreperibilità permanente». (Nella specie, relativa a rigetto di ricorso, la S.C....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9943 del 8 marzo 2007
«L'interesse ad impugnare un'ordinanza di applicazione di misura cautelare persiste in capo all'indagato rimesso in libertà, purché egli manifesti, in termini positivi ed univoci, l'intenzione di utilizzare in futuro la pronuncia richiesta ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5689 del 7 giugno 1996
«In tema di giudizio abbreviato, la definibilità del processo «allo stato degli atti», che costituisce la condizione per l'accesso al rito semplificato ai sensi del comma 1 dell'art. 440 c.p.p., è data dalla non suscettibilità di modificazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3870 del 6 agosto 1998
«La disciplina contenuta nell'art. 410, comma primo, c.p.p., considera come condizione di ammissibilità dell'opposizione l'indicazione dell'oggetto dell'investigazione suppletiva e dei relativi mezzi di prova. Ne consegue che l'opposizione deve...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3680 del 21 aprile 1997
«È configurabile il concorso tra l'art. 378 c.p., che prevede il reato di favoreggiamento personale, e l'art. 371 bis c.p., riguardante il reato di false informazioni al pubblico ministero, attesa la diversità degli interessi coinvolti dalle due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1854 del 19 luglio 1996
«Alla persona offesa, pur in difetto di preventiva dichiarazione al P.M. di volere essere informato della eventuale richiesta di archiviazione, deve ritenersi consentita l'opposizione ad una suddetta intervenuta richiesta; invero l'art. 410 comma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10682 del 7 marzo 2003
«Perché sia pronunciato il decreto di archiviazione de plano, ossia quello reso senza la fissazione dell'udienza prevista dall'art. 409, c.p.p., comma 2, nonostante vi sia stata opposizione della persona offesa alla richiesta presentata dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1416 del 6 luglio 2000
«È inammissibile il ricorso per cassazione - avverso il decreto di archiviazione - proposto dalla persona offesa che non abbia chiesto di essere avvisata ex art. 408 c.p.p., e che non abbia proposto opposizione alla richiesta di archiviazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 871 del 24 maggio 1999
«In tema di opposizione alla richiesta di archiviazione, l'annullamento senza rinvio del decreto di archiviazione da parte della Cassazione pone il Gip nella condizione iniziale di cui all'art. 410 c.p.p., comportante come prima alternativa la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4504 del 20 febbraio 1992
«Il «decreto di non luogo a procedere», emesso dal giudice per le indagini preliminari a seguito della richiesta di archiviazione, contro il quale non è previsto alcuno specifico mezzo di impugnazione, è atto abnorme. Esso si pone al di fuori del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2629 del 7 settembre 1994
«Il Gip, cui sia stata richiesta l'archiviazione per difetto di una condizione di proseguibilità o di procedibilità dell'azione penale ovvero per intervenuta estinzione del reato, qualora ritenga di aderire a tale richiesta deve pronunciarsi in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4717 del 13 settembre 1999
«La pronuncia del decreto di archiviazione determina una preclusione processuale all'utilizzazione degli elementi acquisiti successivamente ad esso e prima dell'adozione del decreto di autorizzazione alla riapertura delle indagini di cui all'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1002 del 9 giugno 1998
«Il tenore letterale dell'art. 414, comma primo, c.p.p., che prevede il decreto motivato del giudice per la riapertura delle indagini «dopo il provvedimento di archiviazione emesso a norma degli articoli precedenti», e la collocazione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 239 del 28 febbraio 1997
«Senza la prescritta autorizzazione del giudice il pubblico ministero non è legittimato alla riapertura delle indagini ed il Gip investito della richiesta di rinvio a giudizio o di qualsiasi altra richiesta correlata ad una siffatta non autorizzata...»