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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2052 del 28 marzo 1984
«In ipotesi di clausola contrattuale affetta da errore (di diritto) la mera conoscenza della stessa da parte dei contraenti non comporta di per sé la riconoscibilità di quell'errore. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza con la quale i...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6733 del 30 marzo 2005
«La categoria dell'accertamento costitutivo in via incidentale si può considerare categoria generale, in quanto le norme degli artt. 1442 quarto comma, e 1449, secondo comma, c.c., che espressamente la prevedono, sono suscettibili di applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 981 del 21 gennaio 2010
«II giudicato sull'annullamento del contratto (nella specie, la cessione della quota di partecipazione ad una società in accomandita semplice), è opponibile nei confronti del successore a titolo particolare nel diritto controverso salvo il caso in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7322 del 10 dicembre 1986
«Il contratto concluso per effetto di truffa, penalmente accertata, di uno dei contraenti in danno dell'altro è non già radicalmente nullo ( ex art. 1418 c.c., in correlazione all'art. 640 c.p.), sibbene annullabile ai sensi dell'art. 1439 c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8882 del 19 agosto 1991
«Nel caso di contratto stipulato con se stesso dal mandatario sfornito dei relativi poteri, il mandante può contestualmente esercitare sia l'azione di responsabilità per infedele esecuzione del mandato a termini dell'art. 1710 c.c. sia l'azione di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9061 del 29 agosto 1995
«Il contratto di natura privatistica stipulato dal legale rappresentante dell'ente pubblico in difetto dell'atto deliberativo dell'organo competente (ratifica) è assimilabile al negozio concluso dal falsus procurator ed è soggetto alla relativa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9485 del 21 dicembre 1987
«Il principio posto nell'art. 1398 c.c. secondo cui degli atti posti in essere dal falsus procurator risponde esclusivamente costui a titolo di danno nell'ipotesi in cui il terzo abbia confidato senza sua colpa nella sussistenza in capo al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4581 del 9 dicembre 1976
«La responsabilità di chi abbia contratto come rappresentante senza poteri, prevista dall'art. 1398 c.c., configura un'ipotesi di culpa in contrahendo ed ha natura extracontrattuale, essendo fondata su di un comportamento contrario ai doveri di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1046 del 8 febbraio 1983
«In tema di rescissione di un contratto di compravendita per lesione «ultra dimidium», il supplemento del prezzo a carico del compratore, per la riduzione ad equità del contratto stesso, secondo la previsione dell'art. 1450 c.c., mediante una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13925 del 25 settembre 2002
«Nell'azione di adempimento, qualora il creditore eccepisca non un inesatto adempimento ma un integrale inadempimento, è tenuto soltanto a provare l'esistenza del titolo, mentre incombe sul debitore l'onere di fornire la prova di avere adempiuto e,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5244 del 15 marzo 2004
«La cessione del contratto è essa stessa un contratto e, a prescindere dalla natura del contratto ceduto, può essere stipulata a titolo oneroso (in tal caso il corrispettivo convenuto per la sua conclusione assume rilievo autonomo rispetto al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5761 del 21 giugno 1996
«La cessione del contratto, realizzando una successione a titolo particolare nel rapporto giuridico contrattuale, mediante la sostituzione di un nuovo soggetto (cessionario) nella posizione giuridica attiva e passiva di uno degli originari...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3920 del 9 dicembre 1969
«La cessione del contratto, di cui agli artt. 1406 e ss. c.c. attua una successione a titolo particolare nel rapporto giuridico contrattuale, operando, con un unico atto, la sostituzione di un nuovo soggetto (cessionario) nella posizione giuridica,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2578 del 2 luglio 1975
«Nel negozio con il quale il socio di una società di capitali assume, spontaneamente ed in proprio, determinate obbligazioni pecuniarie verso un soggetto che già presti la sua opera in favore della società, al dichiarato fine di ottenere una più...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1404 del 1 febbraio 2001
«A differenza di quanto avviene nella revocatoria ordinaria, per la quale rilevano le condizioni soggettive dell'acquirente a titolo oneroso, nella azione di simulazione assoluta di un contratto, fatta valere nei confronti delle parti perché in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4122 del 15 dicembre 1975
«II contratto simulato rimane tale e non acquista efficacia alcuna per effetto della trascrizione; pertanto, chi abbia trascritto il proprio titolo di acquisto in data posteriore, o non lo abbia affatto trascritto, bene può impugnare per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 349 del 13 febbraio 1970
«In base alle norme degli artt. 1415 e 2652 n. 4 c.c. è irrilevante la buona fede del subacquirente che abbia trascritto il proprio titolo dopo la domanda di simulazione, giacché la trascrizione anteriore rende opponibile al subacquirente,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6651 del 30 marzo 2005
«L'art. 1415 comma secondo c.c., legittimando i terzi a far valere la simulazione del contratto rispetto alle parti quando essa pregiudichi i loro diritti, non consente, peraltro, di ravvisare un interesse indistinto e generalizzato di qualsiasi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2085 del 26 febbraio 1991
«Il contratto simulato non costituisce in sé un atto illecito e pertanto non è fonte di responsabilità dei contraenti nei confronti dei terzi, i quale se possono opporre la simulazione alle parti, ai sensi dell'art. 1415 c.c., quando questa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12487 del 28 maggio 2007
«In tema di simulazione, qualora il contratto simulato sia stato concluso per iscritto e tale forma sia richiesta a pena di invalidità (nullità ai sensi dell'articolo 1350 c.c.), la prova dell'accordo simulatorio, traducendosi nella dimostrazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 848 del 2 febbraio 1999
«Il legittimario che impugni per simulazione un atto compiuto dal de cuius ha veste di terzo, e può, quindi, avvalersi della prova testimoniale senza limiti solo quando agisca per la reintegrazione della quota a lui riservata, mentre soggiace...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5519 del 5 giugno 1998
«La prova della simulazione di un contratto solenne, stipulato da un soggetto poi deceduto, da parte degli eredi succeduti a titolo universale (che, versando nella stessa condizione del de cuius , non possono legittimamente dirsi «terzi» rispetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7666 del 13 luglio 1995
«Il divieto della prova testimoniale della simulazione sancito dagli artt. 1417 e 2722 c.c. nei confronti delle parti opera anche nei confronti dell'erede che agisca per l'acquisizione al patrimonio ereditario di beni che hanno formato oggetto del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13003 del 27 maggio 2010
«La facoltà, di cui all'art. 1453, secondo comma, c.c., di poter mutare nel corso del giudizio di primo grado, nonché in appello, e persino in sede di rinvio la domanda di adempimento in quella di risoluzione in deroga al divieto di "mutatio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4123 del 22 marzo 2001
«Il principio dettato dall'art. 1453 c.c. che riconosce al creditore il diritto di domandare la risoluzione del contratto per inadempimento del debitore anche quando sia stato domandato l'adempimento, non soffre eccezioni neppure nel caso in cui il...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 940 del 22 gennaio 2003
«Il divieto di premi in danaro in concorsi banditi da privati, posto dall'art. 51 del R.D.L. 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito in legge 5 giugno 1939, n. 973, opera soltanto sul piano della necessaria autorizzazione amministrativa e non svolge...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 2 settembre 1978
«L'atto di diffida ad adempiere ex art. 1454 c.c. consente al contraente adempiente di conseguire lo stesso risultato della risoluzione di diritto, mediante la sua notificazione all'altro contraente. Tale atto unilaterale e recettizio ha la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2553 del 6 febbraio 2007
«La clausola risolutiva espressa non comporta automaticamente lo scioglimento del contratto a seguito del previsto inadempimento, essendo sempre necessario, per l'articolo 1218 c.c., l'accertamento dell'imputabilità dell'inadempimento al debitore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3542 del 5 agosto 1977
«Il mancato adempimento entro un termine essenziale non dà luogo a risoluzione del contratto, se l'inadempimento non sia imputabile all'obbligato almeno a titolo di colpa, ma corrisponda alla mancata prestazione dell'altra parte, divenuta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2135 del 24 febbraio 1995
«Nei contratti a prestazioni corrispettive, la retroattività (art. 1458, comma 1, c.c.) della pronuncia costitutiva di risoluzione per inadempimento, collegata al venir meno della causa giustificatrice delle attribuzioni patrimoniali già eseguite,...»