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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 49491 del 31 dicembre 2003
«In tema di formazione della prova, la violazione dell'obbligo del teste di non assistere all'esame delle parti e degli altri testi non è sanzionata da alcuna nullità o inutilizzabilità, sì che incombe al giudice, in sede di successiva valutazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5976 del 19 giugno 1997
«Una volta introdotto un teste nella dinamica dibattimentale attraverso l'indicazione nella lista testi approvata dal presidente del tribunale nelle forme di rito, la sua escussione non è più rimessa esclusivamente alla volontà della parte che lo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3666 del 15 aprile 1993
«Ogni diversa valutazione, non improntata ai suddetti criteri, in fatto e in diritto, non solo esula dal potere del giudice ma contravviene al diritto alla prova delle parti, concretizzando una violazione di legge che vizia la relativa pronuncia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1276 del 14 gennaio 2003
«Allorquando la perquisizione sia stata effettuata senza l'autorizzazione del magistrato e non nei «casi» e nei «modi» stabiliti dalla legge, come prescritto dall'art. 13 Cost. si è in presenza di un mezzo di ricerca della prova che non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3252 del 14 febbraio 1994
«La tassatività della previsione dell'art. 468 e la sua inestensibilità per analogia derivano, inoltre, ex art. 14 delle cosiddette preleggi, dalla sua natura di norma eccezionale in quanto costituente rilevante ostacolo all'esercizio del diritto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3392 del 29 ottobre 1992
«Infatti, da un lato, il giudice può attingere tale conoscenza dalle diverse fonti di prova offerte dalle parti o acquisite eccezionalmente di ufficio, liberamente, entro i limiti di una motivazione logica e puntuale; dall'altro lato, le parti, in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4526 del 6 febbraio 2002
«La nullità della richiesta di rinvio a giudizio (e quella, derivata, del decreto che la dispone) conseguente al mancato invito all'imputato a presentarsi per rendere interrogatorio (art. 416 c.p.p. nel testo anteriore alle modifiche introdotte...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 28132 del 12 luglio 2001
«Il delitto di lesioni volontarie derivanti da esercizio di attività medico-chirurgica è da escludere non solo quando il paziente abbia espresso un valido consenso, contenuto entro i limiti segnati dall'art. 5 c.c., ma anche quando il detto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 727 del 29 luglio 1995
«Pertanto il giudice, perché tali sentenze, assimilate alle dichiarazioni accusatorie del reo o del correo, assurgano a dignità di prova nel diverso processo penale al quale vengono acquisite, deve, in primo luogo, nel contraddittorio delle parti,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18253 del 24 aprile 2008
«Infatti, con la restituzione della documentazione sequestrata, anche se accompagnata dall'estrazione di copia della stessa, il provvedimento limitativo del diritto sulla cosa si è già esaurito, e l'interessato non ha più alcuna ragione specifica...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9149 del 17 ottobre 1996
«Il giudice dell'esecuzione, competente alla restituzione delle cose sequestrate, deve accertare l'effettiva sussistenza del diritto alla restituzione a favore del richiedente, attuando, in caso negativo, la norma di cui all'art. 264 c.p.p., stante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4141 del 2 dicembre 1992
«In tema di applicazione del disposto del secondo comma dell'art. 266 c.p.p. — secondo il quale l'intercettazione di comunicazioni tra presenti, quando avvenga nei luoghi indicati dall'art. 614 c.p., «è consentita solo se vi è fondato motivo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4408 del 15 aprile 1998
«In tema di diritto transitorio, l'individuazione dei requisiti e dei presupposti legittimanti i mezzi di ricerca della prova e l'utilizzazione dei relativi elementi è regolata dal principio tempus regit actum e, quindi, dalla regola della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3734 del 20 aprile 1994
«La controversia promossa da un dipendente dell'Amministrazione delle Poste e Telecomunicazioni, per conseguire dall'Amministrazione medesima, nella sua qualità di gestrice dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro (art. 127...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3900 del 12 novembre 1997
«Ed invero il secondo comma dell'art. 585 c.p.p. collega la decorrenza dei termini per impugnare alla notificazione o alla comunicazione dell'avviso di deposito, tranne l'ipotesi di redazione contestuale della motivazione; il fondamento...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 27919 del 14 luglio 2011
«In tema di successione di leggi processuali nel tempo, il principio secondo il quale, se la legge penale in vigore al momento della perpetrazione del reato e le leggi penali posteriori adottate prima della pronunzia di una sentenza definitiva sono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2181 del 3 marzo 1995
«Ai fini del calcolo del termine di durata massima della custodia cautelare occorre fare riferimento esclusivamente alla contestazione contenuta nel capo d'imputazione e non della eventuale diversa quantificazione della pena conseguente a modifiche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1197 del 21 aprile 1993
«Il principio per cui i provvedimenti soggetti ad impugnazione divengono definitivi allorquando sia infruttuosamente decorso il termine per impugnare o siano stati esauriti i gravami previsti dalla legge, coprendo il dedotto ed il deducibile, vale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2378 del 22 agosto 1994
«Al fine di evitare duplicazione di giudizi, l'indagato ha l'onere di specificare le ragioni per le quali la misura cautelare deve essere revocata o modificata e di indicare la nuova situazione di fatto o di diritto che può giustificare la revoca o...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3 del 8 aprile 1998
«Dovendosi attribuire alla pronunce del giudice delle leggi efficacia invalidante e perciò retroattiva, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 77 del 3 aprile 1997 — la quale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 294, primo comma,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2136 del 11 giugno 1999
«In tema di giudizio di rinvio a seguito di annullamento per vizio di motivazione, il giudice è vincolato sia dall'obbligo di esaminare le questioni di diritto che, a seguito di indicazione della cassazione, devono essere affrontate, sia dal...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2488 del 19 maggio 2000
«In forza del principio dell'autonomia dei termini di fase prefissati dall'art. 303 comma 1 c.p.p., l'imputato ha diritto alla scarcerazione per il vano decorso del termine massimo proprio della fase o grado in cui pende il procedimento, e non già...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 284 del 13 marzo 1997
«In forza del principio dell'autonomia dei termini di fase prefissati dall'art. 303, comma primo, c.p.p., l'imputato ha diritto alla scarcerazione per il vano decorso del termine massimo proprio della fase o grado in cui pende il procedimento, e...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 23016 del 17 maggio 2004
«In tema di durata della custodia cautelare, quando ha luogo il regresso del procedimento, ai fini del computo del doppio del termine di fase e del conseguente diritto alla scarcerazione dell'imputato detenuto, si deve tenere conto anche dei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1530 del 28 settembre 1999
«Pertanto, nel rispetto del principio di diritto statuito (e quindi con il limite di non ripetere i vizi già censurati e di non fondare la decisione su argomentazioni già ritenute illogiche o incomplete), egli mantiene piena autonomia di giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4271 del 12 settembre 1998
«In tema di durata massima della custodia cautelare, in forza del principio dell'autonomia dei termini di fase, l'imputato ha diritto alla scarcerazione per il vano decorso del termine massimo proprio della fase o del grado in cui pende il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17092 del 8 ottobre 2012
«In tema di sicurezza sul lavoro, le prestazioni del Fondo vittime dell'amianto di cui all'art. 1, comma 241 e seguenti, della legge n. 244 del 2007, ai sensi del comma 242, non escludono e si cumulano alle prestazioni diverse dovute in favore dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7957 del 29 marzo 2013
«In tema di compravendita, grava sul venditore, in quanto tenuto a consegnare la cosa al compratore, ai sensi dell'art. 1476, n. 1), c.c., altresì l'obbligo strumentale di custodire la stessa fino al momento del suo effettivo trasferimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8002 del 21 maggio 2012
«La facoltà del compratore di sospendere il pagamento del prezzo, a norma dell'art. 1481 c.c., costituendo applicazione alla compravendita del principio generale "inadimplenti non est adimplendum", di cui all'art. 1460 c.c., postula che l'esercizio...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 2501 del 4 febbraio 2013
«In tema di locazione, gli incrementi del bene locato, in applicazione del principio generale dell'accessione, divengono di proprietà del locatore, proprietario della cosa locata, pur con le specifiche modalità dettate dall'art. 1593 c.c.,...»