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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11137 del 5 novembre 1998
«L'inesistenza di un principio di onnicomprensività della retribuzione comporta che un certo emolumento non possa, in mancanza di una previsione esplicita di legge o di contratto collettivo, essere incluso nella base di calcolo di altri istituti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4524 del 8 luglio 1988
«La legittimità o meno di un accordo aziendale in tema di cottimo e di determinazione delle relative tariffe deve essere dal giudice del merito verificata mediante una compiuta analisi dell'accordo stesso in relazione ai parametri normativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23744 del 17 settembre 2008
«Gli elementi della continuazione e del coordinamento, che caratterizzano il rapporto di lavoro cosiddetto parasubordinato (art. 409, primo comma, n. 3, cod. proc. civ.) quale rapporto di durata, comportano uno svolgimento di prestazioni lavorative...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9263 del 18 aprile 2007
«In caso di ristrutturazioni o riconversioni produttive, si esprime con la massima ampiezza la libertà dell'imprenditore, tutelata dall'art. 41 Cost., che garantisce allo stesso, tra l'altro, un'autonoma scelta sulla collocazione territoriale delle...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25033 del 24 novembre 2006
«Ai fini della verifica del legittimo esercizio dello ius variandi da parte del datore di lavoro, deve essere valutata, dal giudice di merito - con giudizio di fatto incensurabile in cassazione ove adeguatamente motivato - la omogeneità tra le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2948 del 1 marzo 2001
«Nella controversia concernente la validità di un licenziamento intimato per insubordinazione del lavoratore consistita nel rifiuto di svolgere le nuove mansioni affidategli dal datore di lavoro, ove il dipendente deduca l'illegittimo esercizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10775 del 3 novembre 1997
«Alla utilizzabilità di prove testimoniali formatesi in altro processo fra le stesse parti non è d'ostacolo la circostanza (costituente del resto la regola) che i due giudizi vertano su fatti diversi e che, in particolare, quello nel quale le prove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14546 del 9 novembre 2000
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 2103 c.c., spetta all'autonomia collettiva fissare la gerarchia delle mansioni e delle relative qualifiche allo scopo di stabilire la «categoria superiore» e le «mansioni superiori»; peraltro, per appurare...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11142 del 7 maggio 2008
«Ove il datore di lavoro abbia, unilateralmente e ingiustificatamente, rifiutato la prestazione del lavoratore non adibendolo ad alcuna attività, con conseguente sua dequalificazione professionale, la successiva sospensione del rapporto per il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15517 del 7 dicembre 2000
«La garanzia della irriducibilità della retribuzione, prevista dall'art. 2103 c.c., riguarda le indennità corrisposte in considerazione delle qualità professionali intrinseche alle mansioni del lavoratore — le quali non possono essere soppresse dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16792 del 8 novembre 2003
«Ne consegue che grava sul lavoratore l'onere di fornire la prova, anche attraverso presunzioni, dell'ulteriore danno risarcibile, mentre resta affidato al giudice del merito — le cui valutazioni, se sorrette da congrua motivazione, sono...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2836 del 5 febbraio 2009
«L'assegnazione ad un lavoratore di mansioni superiori alla qualifica posseduta viene meno per effetto della scelta organizzativa dell'imprenditore, ancorché adottata dopo la detta assegnazione, idonea a ricondurre le mansioni tra quelle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5618 del 15 marzo 2006
«In relazione alla disciplina dell'art. 2103 c.c. ed ai fini della cosiddetta promozione automatica prevista da tale norma, sono equiparabili l'ipotesi in cui muti il contenuto materiale delle mansioni, a seguito dell'adibizione del lavoratore a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17158 del 13 novembre 2003
«La mancanza del titolo di studio o altro requisito analogo previsto per l'attribuzione di una qualifica superiore non esclude l'acquisibilità della medesima, ai sensi dell'art. 2103, primo comma, c.c., nel caso di effettivo esercizio delle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2642 del 11 febbraio 2004
«Tale intento, che può desumersi anche da una frequenza e sistematicità delle reiterate assegnazioni di mansioni superiori tali da rivelare una predeterminazione, da parte del datore di lavoro, di tale comportamento per sottrarsi all'applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11103 del 15 maggio 2006
«Pertanto, il diritto del pubblico dipendente, avuto riguardo all'ipotesi del trasferimento, in mancanza di specifiche discipline recate dai contratti collettivi, non può che rapportarsi alla garanzia apprestata dal suddetto art. 2103, primo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11624 del 2 agosto 2002
«Inoltre nell'esercizio del suo potere di scelta fra più soluzioni organizzative, il datore di lavoro non è tenuto a dimostrare la inevitabilità del trasferimento stesso sotto il profilo dell'inutilizzabilità del lavoratore presso la sede di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15889 del 14 agosto 2004
«L'istituto della trasferta presuppone che lo spostamento del lavoratore sia determinato da fatti occasionali e contingenti, implicanti di volta in volta singole decisioni del datore di lavoro, mentre la prolungata permanenza in varie sedi di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3287 del 20 marzo 2000
«La missione del prestatore d'opera è caratterizzata dal fatto che il suo spostamento dalla sede, alla quale è stato destinato, è, a differenza del trasferimento, di durata meramente temporanea, ancorché indeterminata, ma determinabile con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12769 del 27 settembre 2000
«Gli artt. 2104 e 1176 c.c. impongono al lavoratore di eseguire la prestazione — anche in assenza di direttive del datore di lavoro — secondo la particolare qualità dell'attività dovuta, risultante dalle mansioni e dai profili professionali che la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1752 del 16 febbraio 2000
«L'aperta contestazione di direttive aziendali — specialmente se accompagnata da modalità comportamentali dirette a contestare pubblicamente il potere direttivo del datore di lavoro — configura una violazione del disposto dell'art. 2104, secondo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3822 del 16 febbraio 2011
«In tema di licenziamento per violazione dell'obbligo di fedeltà, il principio secondo cui il carattere extralavorativo di un comportamento non ne preclude la sanzionabilità in sede disciplinare, quando la natura della prestazione dovuta dal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14176 del 18 giugno 2009
«L'obbligo di fedeltà a carico del lavoratore subordinato ha un contenuto più ampio di quello risultante dall'art. 2105 c.c., dovendo integrarsi con gli arti. 1175 e 1375 c.c., che impongono correttezza e buona fede anche nei comportamenti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12489 del 26 agosto 2003
«L'obbligo di fedeltà a carico del lavoratore subordinato va collegato ai principi generali di correttezza e buona fede ex artt. 1175 e 1375 c.c., e, pertanto, impone al lavoratore di tenere un comportamento leale nei confronti del proprio datore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11437 del 3 novembre 1995
«Infatti gli artt. 2104 e 2105 c.c., richiamati dalla disposizione dell'art. 2106 relativa alle sanzioni disciplinari, non vanno interpretati restrittivamente e non escludono che il dovere di diligenza del lavoratore subordinato si riferisca anche...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21695 del 14 agosto 2008
«La valutazione in ordine al superamento, in concreto, del suddetto limite, spetta al giudice del merito ed è incensurabile in sede di legittimità se assistita da motivazione logica e sufficiente. (Nella specie, la S.C., nel rigettare il ricorso,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11432 del 16 maggio 2006
«In mancanza di una previsione contrattuale che obblighi il lavoratore alla prestazione lavorativa di sabato, il comportamento, anche se protratto per lungo tempo, di mancata opposizione alla prestazione dell'attività lavorativa nella giornata di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11536 del 17 maggio 2006
«L'affermazione della continuità del lavoro straordinario reso per un certo tempo non può fondarsi sull'accertamento di una semplice reiterazione delle prestazioni eccedenti l'orario normale ma deve basarsi sul carattere costante e sistematico di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27027 del 12 novembre 2008
«Ai fini della validità del patto di conglobamento del compenso per il lavoro straordinario nella retribuzione ordinaria, occorre risultino riconosciuti i diritti inderogabili dei lavoratori e che sia determinato quale sia il compenso per il lavoro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16261 del 19 agosto 2004
«Ai fini del riconoscimento del diritto dei lavoratori subordinati al computo nella base di calcolo della retribuzione per il periodo feriale della maggiorazione per lavoro notturno, non è sufficiente l'accertamento della «normalità» della...»