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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14996 del 9 aprile 2001
«In tema di esecuzione di pena detentiva nei confronti di condannato che si trovi agli arresti domiciliari per il fatto oggetto della condanna da eseguire, l'art. 656, comma 10, c.p.p. (nel testo vigente anteriormente alle modifiche apportate dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8498 del 28 febbraio 2001
«Alla luce di una interpretazione complessiva e sistematica della disciplina dettata dall'art. 656 c.p.p. deve ritenersi che la sospensione automatica dell'esecuzione della pena sia esclusa quando il condannato sia già detenuto in espiazione di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2517 del 11 maggio 2000
«La disposizione di cui al quinto comma dell'art. 656 c.p.p. nella parte in cui consente al pubblico ministero di sospendere l'esecuzione della pena, è norma del tutto eccezionale rispetto al principio generale di immediata esecuzione dei giudicati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20010 del 9 maggio 2013
«Ai fini dell'applicazione dell'istituto della scarcerazione per decorrenza dei termini (art. 303 c.p.p.), non è consentito detrarre - in virtù dell'interpretazione analogica dell'art. 657 c.p.p. che consente, a date condizioni, la fungibilità...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 34472 del 19 aprile 2012
«Le decisioni della Corte EDU che evidenzino una situazione di oggettivo contrasto - non correlata in via esclusiva al caso esaminato - della normativa interna sostanziale con la Convenzione EDU assumono rilevanza anche nei processi diversi da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1846 del 23 maggio 1996
«La competenza a decidere in tema di riabilitazione conseguente all'applicazione di una misura di prevenzione spetta al tribunale di sorveglianza. La indicazione quale giudice competente della corte di appello contenuta nel comma 1 dell'art. 15, L....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3585 del 14 febbraio 2011
«In tema di concordato fallimentare, contro il decreto di omologazione che abbia altresì deciso sulle opposizioni proposte ex art. 129, comma 3, legge fall., è ammissibile il reclamo avanti alla corte d'appello ex art. 131 legge fall., mentre lo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10634 del 9 maggio 2007
«L'interpretazione dei patti del concordato fallimentare e della sentenza di omologazione importa una quaestio voluntatis la cui risoluzione spetta al giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se correttamente e adeguatamente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 41938 del 30 ottobre 2009
«All'errata applicazione in eccesso dell'indulto, determinata da svista o erronea interpretazione normativa del giudice della cognizione, si può porre rimedio solo attraverso tempestiva impugnazione del P.M., non in sede esecutiva con la procedura...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1086 del 22 giugno 1992
«L'amnistia e l'indulto possono essere applicati soltanto su richiesta del condannato, ai sensi del comma quarto dell'art. 672 c.p.p., «anche se è terminata l'esecuzione della pena», quando, cioè, non vi sia più possibilità di incidenza del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24214 del 18 novembre 2011
«In tema di esdebitazione (istituto introdotto dal d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5), il beneficio della inesigibilità verso il fallito persona fisica dei debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti richiede, ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17121 del 21 luglio 2010
«In tema di responsabilità degli amministratori di società a responsabilità limitata, la riforma societaria di cui al d.l.vo n. 6 del 2003, che pur non prevede più il richiamo, negli artt. 2476 e 2487 c.c., agli artt. 2392, 2393 e 2394 c.c., e cioè...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11084 del 11 giugno 2004
«I fallimenti della società e dei soci illimitatamente responsabili costituiscono, ad onta dell'unicità della sentenza dichiarativa e dell'unicità degli organi, entità giuridiche diverse, centri diversificati di imputazione giuridica degli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8097 del 1 luglio 1992
«È inammissibile il concordato preventivo proposto ai propri creditori personali da un socio illimitatamente responsabile di una società di persone, unitamente e contestualmente al concordato preventivo della società stessa, atteso che l'efficacia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18324 del 30 agosto 2007
«In sede di interpretazione e conseguente qualificazione della proposta di concordato preventivo del debitore come proposta di concordato con garanzia, o con cessione dei beni, o misto, la prospettata prestazione di garanzie da parte di terzi deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3270 del 10 febbraio 2009
«L'art. 2941, n. 6, del codice civile, che dispone la sospensione della prescrizione tra le persone i cui beni siano sottoposti per legge o per provvedimento del giudice all'amministrazione altrui e quelle da cui l'amministrazione è esercitata, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4077 del 21 settembre 1995
«L'estinzione del reato, a norma dell'art. 210 c.p., impedisce di per sè l'applicazione della misura di sicurezza, e ne fa cessare l'applicazione. Ne consegue che, poiché, nel caso di assoluzione (nella specie, in appello) da uno dei reati...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 19506 del 16 luglio 2008
«È assoggettabile a ricorso per cassazione, a norma dell'art. 111, comma 7, Cost., il provvedimento con cui il tribunale accolga (o rigetti ) il reclamo proposto contro un decreto emesso dal giudice delegato in tema di vendita dei beni del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18861 del 22 aprile 2003
«In caso di errore di calcolo della pena irrogabile per il reato continuato dovuto alla necessità di rideterminare quella per la continuazione in ragione della prescrizione di alcune contravvenzioni punite con la sola ammenda, il giudice di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17337 del 23 luglio 2010
«Il termine per la proposizione dell'opposizione allo stato passivo, nella liquidazione coatta amministrativa è di trenta giorni, come nella procedura fallimentare, anche nel periodo intermedio di vigenza del d.l.vo n. 5 del 2006, anteriore...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16101 del 30 aprile 2002
«È inammissibile, in assenza di disposizioni transitorie, il ricorso straordinario per errore di fatto proposto avverso provvedimenti della Corte di cassazione depositati prima della data di entrata in vigore dell'art. 625 bis c.p.p., introdotto...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16103 del 30 aprile 2002
«In tema di correzione dell'errore di fatto, poiché la relativa richiesta è ammessa solo a favore del condannato e l'art. 625 bis c.p.p. ha natura di norma eccezionale, possono costituire oggetto dell'impugnazione straordinaria esclusivamente quei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8829 del 5 marzo 2010
«In tema di reati fallimentari, è applicabile la circostanza aggravante comune della pluralità di fatti di bancarotta di cui all'art. 219, comma secondo, n. 1 l. fall. all'ipotesi della bancarotta fraudolenta impropria, sia alla previsione di cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12284 del 18 dicembre 1975
«L'art. 3 della Costituzione, relativo alla eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, non può considerarsi in alcun modo violato dalla parità di trattamento punitivo stabilita dagli artt. 217, 219 della legge fallimentare in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8462 del 18 settembre 1997
«L'art. 630 comma 1 lett. a) c.p.p., che autorizza la richiesta di revisione qualora i fatti stabiliti a fondamento della sentenza di condanna non possano conciliarsi con quelli stabiliti in un'altra sentenza irrevocabile, si riferisce agli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 3106 del 13 settembre 1994
«A norma dell'art. 673 c.p.p. — revoca della sentenza per abolizione del reato — il giudice dell'esecuzione deve procedere ad un'interpretazione del giudicato, di cui si chiede la revoca, al fine di verificare se la fattispecie, definita in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1019 del 22 agosto 1994
«La circostanza che nella sentenza di condanna per illecita detenzione di sostanze stupefacenti, di cui si sia richiesta la revoca a seguito del referendum popolare del 18 aprile 1993, non vi sia cenno alcuno alla destinazione delle sostanze...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21287 del 14 ottobre 2011
«Alla luce di una interpretazione dell'art. 303, secondo comma, c.p.c. conforme ai principi di sollecita definizione del processo e di tutela del diritto di difesa, di cui all'art. 111 Cost., per la riassunzione del processo dopo la morte della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7140 del 21 marzo 2013
«La più recente interpretazione giurisprudenziale, che ha portato ad affermare che l'atto di impugnazione della sentenza, in caso di morte della parte vittoriosa, deve essere rivolto e notificato agli eredi, indipendentemente sia dal momento in cui...»