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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 29454 del 14 luglio 2003
«In tema di insolvenza fraudolenta ex art. 641 c.p., anche il silenzio può assumere rilievo quale forma di dissimulazione del proprio stato di insolvenza, quando tale stato non sia manifestato all'altra parte contraente ed il silenzio su di esso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 68 del 5 gennaio 1993
«In tema di insolvenza fraudolenta ex art. 641 c.p., anche il silenzio può assumere rilievo quale forma di dissimulazione del proprio stato di insolvenza, quando tale stato non sia manifestato all'altra parte contraente ed il silenzio su di esso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2376 del 20 febbraio 1987
«Anche il silenzio può significare dissimulazione del proprio stato di insolvenza quando — come nella specie relativa ad omesso pagamento di pedaggio autostradale — l'agente assuma un'obbligazione senza necessità di contrattazione, ma con un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14990 del 24 novembre 1977
«L'occultamento del proprio stato di insolvenza integra il reato di insolvenza fraudolenta, nell'ipotesi in cui sia soggettivamente diretto all'elusione degli impegni assunti. La prova dell'esistenza della volontà di non pagare l'obbligazione — o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5196 del 6 giugno 1986
«Il reato di insolvenza fraudolenta si consuma non nel momento in cui viene contratta l'obbligazione o in quello in cui viene a manifestarsi lo stato di insolvenza, bensì in quello dell'inadempimento, che costituisce l'ultima fase dell'iter criminoso.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9552 del 23 ottobre 1997
«Il termine per la presentazione della querela per il reato di insolvenza fraudolenta decorre non già dalla data in cui si verifica l'inadempimento dell'obbligazione, ma da quella in cui il creditore acquisisce la certezza che l'obbligato,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10084 del 28 settembre 1987
«Nel caso in cui lo stato di insolvenza del debitore viene in modo certo a conoscenza del querelante solo quando costui, rimasto ineseguito il sequestro giudiziario per la mancata consegna del bene, si renda conto della impossibilità di riaverne il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8069 del 8 agosto 1990
«In pendenza di istanza di fallimento proposta nei confronti di una società cooperativa, la deduzione circa il carattere non commerciale dell'attività di tale cooperativa, con la conseguenza della sua assoggettabilità a liquidazione coatta...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4738 del 23 marzo 2012
«In tema di presupposti per la dichiarazione di fallimento, agli effetti dell'art. 1, comma secondo, lett. a), legge fall., nel testo modificato dal d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5, applicabile "ratione temporis", nella nozione di investimenti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22343 del 26 novembre 2004
«Gli accertamenti eseguiti in sede di verificazione dei crediti non fanno stato nel giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento e non precludono in modo assoluto l'attività di chi nega lo stato di insolvenza, a meno che su qualche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19611 del 30 settembre 2004
«In tema di dichiarazione di fallimento, lo stato di insolvenza dell'impresa, che esso presuppone, da intendersi come situazione (in prognosi) irreversibile, e non già mera temporanea impossibilità di regolare adempimento delle obbligazioni...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1997 del 11 febbraio 2003
«La dichiarazione di fallimento trova il suo presupposto, dal punto di vista obiettivo, nello stato d'insolvenza del debitore, il cui riscontro prescinde da ogni indagine sull'effettiva esistenza dei crediti fatti valere nei confronti del debitore...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 115 del 13 marzo 2001
«Lo stato d'insolvenza dell'imprenditore commerciale, quale presupposto per la dichiarazione di fallimento, si realizza in presenza di una situazione d'impotenza, strutturale e non soltanto transitoria, a soddisfare regolarmente e con mezzi normali...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23344 del 18 novembre 2010
«Ai fini della dichiarazione di fallimento di una società, che sia inserita in un gruppo, cioè in una pluralità di società collegate ovvero controllate da un'unica società "holding", l'accertamento dello stato di insolvenza deve essere effettuato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21834 del 14 ottobre 2009
«Il provvedimento di rigetto dell'istanza di fallimento è privo di attitudine al giudicato e non è configurabile una preclusione da cosa giudicata, bensì una mera preclusione di fatto, in ordine al credito fatto valere, alla qualità di soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27386 del 12 dicembre 2005
«L'efficacia del «pactum de non petendo» pur non condizionata all'adesione di tutti i creditori, è tuttavia correlata alla sua idoneità — che deve essere valutata alla luce della complessiva condizione debitoria dell'impresa, e, quindi anche con...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9483 del 28 giugno 2002
«L'iniziativa con la quale il giudice delegato ai fallimenti trasmette al tribunale la comunicazione ricevuta nell'esercizio delle sue funzioni dal curatore di un fallimento, relativa all'insolvenza di un'impresa, costituisce un adempimento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10051 del 29 aprile 2006
«Ai fini della determinazione del tribunale territorialmente competente alla dichiarazione del fallimento, è ininfluente il trasferimento della sede legale dell'impresa successivo al verificarsi dello stato di insolvenza. (La S.C. ha affermato tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5215 del 27 febbraio 2008
«Nel giudizio di opposizione alla dichiarazione di fallimento, la verifica, ex art. 5 legge fall., dello stato d'insolvenza dell'imprenditore commerciale esige la prova di una situazione d'impotenza, strutturale e non soltanto transitoria, a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16356 del 20 agosto 2004
«Infatti, un tale giudizio, se presenta un certo grado di officiosità e attribuisce al giudice il potere-dovere di riscontrare, anche d'ufficio, la sussistenza dello stato d'insolvenza e di ogni altro presupposto del fallimento, avvalendosi di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3840 del 20 febbraio 2007
«È valido, benché tardivo, l'appello proposto dal litisconsorte necessario pretermesso, equivalendo il relativo atto ad una anticipata e spontanea integrazione del contraddittorio. (Nella specie, la Suprema Corte ha cassato con rinvio la sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2487 del 21 febbraio 2001
«La competenza a conoscere della opposizione alla esecuzione forzata promossa dall'imprenditore in bonis che in corso di giudizio sia stato ammesso alla procedura dell'amministrazione straordinaria non spetta funzionalmente al Tribunale che abbia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12114 del 11 novembre 1992
«Nell'ipotesi di società collegate ovvero ammesse alla procedura dell'amministrazione straordinaria per estensione, ai sensi dell'art. 3, L. 3 aprile 1979, n. 95, la competenza a conoscere delle liti promosse, da (o) nei confronti dell'impresa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5994 del 14 marzo 2011
«In tema di espropriazione forzata presso terzi, l'attuazione delle ordinanze di assegnazione del giudice dell'esecuzione si compie non al momento della loro emissione, bensì quando il terzo, debitore del debitore, effettua il pagamento nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16915 del 11 novembre 2003
«Nell'azione revocatoria ordinaria il pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore consiste nella insufficienza dei beni del debitore ad offrire la garanzia patrimoniale, essendo irrilevante una mera diminuzione di detta garanzia; nell'azione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5260 del 2 aprile 2012
«In tema di effetti del fallimento, non è revocabile, ai sensi dell'art. 69 legge fall. (nel testo vigente "ratione temporis") la vendita di una quota di comproprietà immobiliare al coniuge da parte del socio illimitatamente responsabile, al quale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11855 del 19 maggio 2006
«La continuazione in esercizio provvisorio dell'attività di un'impresa sottoposta a liquidazione coatta amministrativa non preclude l'effetto di scioglimento del preesistente rapporto di mandato previsto dall'art. 78 legge fall., richiamato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9289 del 19 aprile 2010
«Pertanto, il fallimento che agisca in revocatoria relativamente a pagamenti eseguiti nel corso dell'amministrazione controllata, è tenuto, al fine di escludere la prededucibilità dei crediti cui si riferiscono i pagamenti, a fornire la prova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10937 del 7 novembre 1997
«Ne consegue che la prescrizione quinquennale, di cui all'art. 2949, comma secondo c.c., decorre dal momento in cui si verifica l'insufficienza del patrimonio sociale: momento che, non coincidendo con il determinarsi dello stato di insolvenza, può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5579 del 26 ottobre 1981
«Qualora il fallimento del socio sia conseguenza ope legis del fallimento sociale (art. 147 legge fallimentare), la revoca del fallimento della società, in sede di opposizione, non comporta la revoca del fallimento del socio, ove si accerti — anche...»