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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1824 del 18 febbraio 2000
«In tema di azioni possessorie, la prova per testimoni del possesso, consistendo questo in una relazione materiale tra chi se ne assuma titolare e la cosa, può riguardare solo l'attività attraverso la quale il possesso si manifesta, non già il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4776 del 23 aprile 1993
«La privazione della disponibilità dei beni disposta dall'art. 42 R.D. 16 marzo 1942, n. 287, importando solo il venir meno del potere di disporre ed amministrare del fallito, che passa al curatore del fallimento, non comporta alcuno spossessamento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12511 del 15 ottobre 2001
«Nel procedimento di nunciazione la fase cautelare, finalizzata alle determinazioni provvisorie per la cui concessione è richiesta la ricorrenza delle condizioni poste dall'art. 1171, primo comma, c.c., è distinta da quella di merito, destinata a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1237 del 9 marzo 1989
«Poiché l'azione di danno temuto (art. 1772 c.c.) postula un rapporto tra cosa e cosa da cui possa derivare danno, mentre quella di denunzia di nuova opera (art. 1171 c.c.) presuppone una attività posta in essere sulla cosa propria o altrui, deve...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9170 del 13 maggio 2004
«In tema di equa riparazione per violazione del termine di durata ragionevole del processo, l'art. 3 della legge 24 marzo 2001, n. 89, nel disporre che la relativa domanda si propone dinanzi alla Corte d'Appello del distretto in cui ha sede il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17484 del 9 agosto 2007
«L'art. 1189 c.c., che riconosce efficacia liberatoria al pagamento effettuato dal debitore in buona fede a chi appare legittimato a riceverlo, si applica, per identità di ratio sia all'ipotesi di pagamento effettuato al creditore apparente, sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3294 del 19 febbraio 2004
«L'art. 1218 c.c. pone espressamente a carico del debitore la prova che l'inadempimento è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile, prova che esige la dimostrazione dello specifico impedimento,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5119 del 3 marzo 2010
«In tema di procedure concorsuali di selezione del personale, il potere discrezionale del datore di lavoro incontra il limite della necessità che lo stesso fornisca, in conformità ai criteri precostituiti nel bando e, comunque, alla buona fede e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1215 del 23 gennaio 2006
«In caso di lesioni personali con postumi invalidanti permanenti, ove il danno patrimoniale futuro (costituisca esso danno emergente, come per le spese mediche non ancora sostenute, ovvero lucro cessante da perdita o riduzione della capacità...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23725 del 16 settembre 2008
«Il danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale, in quanto ontologicamente diverso dal danno morale soggettivo contingente, può essere riconosciuto a favore dei congiunti unitamente a quest'ultimo, senza che ciò implichi, di per sé,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27123 del 19 dicembre 2006
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi disciplinata dal secondo comma dell'art. 1227 c.c., laddove esclude il risarcimento del danno che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza, costituisce oggetto di una eccezione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1218 del 21 gennaio 2008
«L'atto con il quale le parti convengono la modificazione quantitativa di una precedente obbligazione ed il differimento della scadenza per il suo adempimento, non costituisce una novazione e non comporta, dunque, l'estinzione dell'obbligazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10629 del 9 maggio 2006
«Ai fini della configurabilità della compensazione in senso tecnico di cui all'art. 1241 c.c., non rileva la pluralità o unicità dei rapporti posti a base delle reciproche obbligazioni, essendo invece necessario solo che le suddette obbligazioni,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12675 del 18 dicembre 1998
«Nell'ambito delle operazioni tra Istituti di credito e clienti, l'anatocismo è generalmente applicato secondo un uso normativo che autorizza la deroga al generale principio di cui all'art. 1283 c.c. che, in mancanza di usi contrari, consente che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 886 del 21 gennaio 2004
«Il saldo di conto corrente bancario cointestato, con facoltà di disposizione disgiunta di ciascuno dei contitolari, non può costituire credito «contratto nell'interesse esclusivo» di alcuno dei contitolari del credito stesso, ai sensi del primo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9402 del 6 maggio 2005
«Tenuto conto che il negozio fiduciario si realizza mediante il collegamento di due negozi, l'uno di carattere esterno, realmente voluto e con efficacia verso i terzi, e l'altro di carattere interno — pure effettivamente voluto — ed obbligatorio,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9972 del 16 aprile 2008
«In tema di dismissione del patrimonio immobiliare da parte degli enti pubblici, la denuntiatio praelationis che il locatore effettua, ai sensi dell'art. 3, comma 109, della legge n. 662 del 1996, non integra una proposta contrattuale ma un atto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3707 del 14 aprile 1999
«Affinché possa operare la presunzione di conoscenza della dichiarazione diretta a persona determinata stabilita dall'art. 1335 c.c. occorre la prova, il cui onere incombe al dichiarante, che la stessa sia stata recapitata all'indirizzo del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8723 del 7 maggio 2004
«La responsabilità precontrattuale per violazione dell'art. 1337 c.c., che costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale, la quale si collega alla violazione della regola di condotta stabilita a tutela del corretto svolgimento dell'...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 20398 del 21 ottobre 2005
«Nella disciplina anteriore all'entrata in vigore dell'art. 37 bis del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dall'art. 7 del D.L.vo 8 ottobre 1997, n. 358, pur non esistendo nell'ordinamento fiscale italiano una clausola generale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11707 del 5 agosto 2002
«In tema di interpretazione del contratto, il comportamento complessivo dei contraenti, costituente elemento idoneo per ricavarne la comune volontà, può essere anche quello che, nell'ambito di rapporti che tra le medesime parti si rinnovano e si...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13886 del 23 luglio 2004
«La erronea interpretazione del contratto individuale di lavoro da parte del giudice del merito attiene ad un punto decisivo, ed è perciò idonea a comportare la cassazione della sentenza, solo ove si dimostri che con la interpretazione propugnata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 866 del 17 gennaio 2008
«Le clausole di polizza, che delimitino il rischio assicurato, ove inserite in condizioni generali su modulo predisposto dall'assicuratore, sono soggette al criterio ermeneutico posto dall'art. 1370 c.c., e, pertanto, nel dubbio, devono essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24166 del 13 novembre 2006
«In tema di clausola penale, il potere di riduzione ad equità, attribuito al giudice dall'art. 1384 c.c. a tutela dell'interesse generale dell'ordinamento, può essere esercitato d'ufficio, ma l'esercizio di tale potere è subordinato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14234 del 25 settembre 2003
«In tema di cause di nullità del negozio giuridico, per aversi contrarietà a norme penali ai sensi dell'art. 1418 c.c., occorre che il contratto sia vietato direttamente dalla norma penale, nel senso che la sua stipulazione integri reato, mentre...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22900 del 11 novembre 2005
«La domanda di annullamento di un contratto fondata sulla contestuale allegazione dei vizi di errore, dolo e violenza si rende inammissibile, stante l'inconciliabilità dei rispettivi elementi costitutivi, perché la falsa rappresentazione della...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 21325 del 3 ottobre 2006
«In tema di contenzioso tributario, la conciliazione giudiziale, prevista dall'art. 48 del D.L.vo 31 dicembre 1992, n. 546, costituisce un istituto deflativo di tipo negoziale, attinente all'esercizio di poteri dispositivi delle parti, che postula...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16937 del 25 luglio 2006
«Il contratto preliminare deve essere inteso come struttura negoziale autonoma destinata (quantomeno in ipotesi di c.d. «preliminare impuro» ovvero «a prestazioni anticipate») a realizzare un assetto di interessi prodromico a quello che sarà...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 471 del 15 gennaio 2003
«In tema di contratto simulato, se il negozio è stato redatto per iscritto, tra le parti trova applicazione la regola generale della limitazione dell'ammissibilità della prova testimoniale; ne consegue che la prova della simulazione, sia essa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12487 del 28 maggio 2007
«In tema di simulazione, qualora il contratto simulato sia stato concluso per iscritto e tale forma sia richiesta a pena di invalidità (nullità ai sensi dell'articolo 1350 c.c.), la prova dell'accordo simulatorio, traducendosi nella dimostrazione...»