-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8067 del 18 aprile 2005
«In tema di scolo delle acque, l'art. 913 c.c., imponendo il divieto di compiere le alterazioni dello stato dei luoghi che possano comportare una sensibile modifica del deflusso delle acque, prevede un nesso causale fra l'opera dell'uomo e...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23798 del 8 novembre 2006
«La realizzazione senza titolo di opere e manufatti di natura privata su terreno altrui, pur se conformi agli strumenti urbanistici ed autorizzati dall'autorità comunale, è disciplinata non dalla regola dell'occupazione appropriativa, ma dalla...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6450 del 7 giugno 1991
«Nel caso di una gronda sporgente sul suolo altrui, come di una condotta d'immissione di acque luride nel fosso comune, non può trovare applicazione la disciplina di cui all'art. 936 c.c. atteso che tale norma riguardando attività del terzo sul...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5242 del 27 agosto 1986
«Pertanto, in tema di condominio negli edifici, deve escludersi l'operatività della citata norma nel caso di costruzione eseguita da un condomino sul bene comune, con la conseguenza che in tale ipotesi la comproprietà della nuova opera sorge a...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3483 del 26 aprile 1990
«In tema di condominio degli edifici, la presunzione di comunione, di cui all'art. 1117 c.c., opera anche con riguardo a cose oggettivamente e stabilmente destinate al servizio di edifici vicini autonomi, insistenti su un'area appartenente ai...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4569 del 27 agosto 1985
«La disciplina dell'art. 938 c.c. (sulla cosiddetta accessione invertita) trova applicazione nell'ipotesi in cui la costruzione dell'edificio abbia comportato l'occupazione in buona fede della porzione di un fondo attiguo di proprietà di altri, non...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1599 del 9 febbraio 1993
«...i rapporti tra i due fondi ed i limiti dei relativi diritti di proprietà non sono disciplinati dai principi che regolano la proprietà comune, ma dalle norme che regolano la contiguità di immobili appartenenti rispettivamente a soggetti diversi.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13595 del 12 ottobre 2000
«Per le controversie assoggettate al rito del lavoro, l'art. 414, n. 2 c.p.c. prescrive, nel ricorso introduttivo del giudizio, l'elezione di domicilio «nel comune in cui ha sede il giudice adito» per offrire un ulteriore elemento di...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3419 del 23 marzo 1993
«Per la ricorrenza della servitù a carico di un fondo di proprietà comune e a vantaggio di altro fondo di proprietà esclusiva di uno dei comproprietari del primo, è necessario che l'utilità tratta dalle nuove opere sia diversa da quella normalmente...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4346 del 7 aprile 2000
«Per stabilire in quale fattispecie si versi, occorre fare riferimento al criterio dell'attualità o meno dell' utilitas in cui si concreta il contenuto della servitù; qualora si controverta sull'identificazione del fondo dominante in servitù...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9475 del 28 aprile 2011
«...progetto, comune a due porzioni contigue di una casa bifamiliare, contenente un identico tracciato grafico indicante la previsione di uno scarico fognario comune ad entrambe le edificande ville e corredato da planimetrie sottoscritte dalle parti).»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3306 del 20 maggio 1981
«L'estensione e le modalità di esercizio della servitù (nella specie: di passaggio) debbono essere dedotte dal titolo, tenendo conto della comune intenzione dei contraenti, da ricavarsi, peraltro, non soltanto dal tenore letterale delle espressioni...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8432 del 1 agosto 1995
«Ne consegue che non è ravvisabile l'ipotesi dell'interclusione nel caso in cui il fondo abbia accesso alla via pubblica mediante un passaggio che in parte attraversi un bene demaniale soggetto all'uso pubblico comune. (Nella specie, la S.C., in...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3702 del 12 agosto 1989
«...interclusione deve ritenersi sussistente anche quando il proprietario del fondo sia comproprietario dei fondi interposti tra quello di sua esclusiva proprietà e la via pubblica, in quanto il comunista non può asservire il fondo comune al proprio.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3525 del 12 luglio 1978
«Invero, anche il fondo di proprietà comune può essere assoggettato a servitù a favore di un altro fondo di proprietà esclusiva di uno dei partecipanti alla comunione, valendo la regola nemini res sua servit soltanto nei casi in cui esuli, «a...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8196 del 11 agosto 1990
«Tale fattispecie ha in comune con quella contemplata dall'art. 1051, comma terzo c.c. il presupposto di un'uscita già esistente sulla via pubblica, ma ne differisce per il fatto che mentre l'ampliamento coattivo è realizzabile solo a danno del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10159 del 22 settembre 1999
«Per la costituzione di una servitù convenzionale — nella specie di passaggio, a carico di un fondo in comproprietà e a vantaggio di altro di proprietà esclusiva — pur non essendo necessarie formule sacramentali, non è sufficiente il mero...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3083 del 29 marzo 1994
«L'atto di disposizione del fondo comune, consistente nella costituzione su di esso di un diritto reale di servitù, esige il consenso di tutti i partecipanti alla comunione, in difetto del quale il compimento da parte di uno solo o da alcuni di...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 476 del 20 gennaio 1994
«Posto che il partecipante alla comunione può usare della cosa comune per un suo fine particolare, con la conseguente possibilità di ritrarre dal bene una utilità specifica aggiuntiva rispetto a quelle che vengono ricavate dagli altri, con il...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3479 del 11 luglio 1978
«La costruzione eseguita dal comproprietario, sul fondo comune, diviene, per accessione (art. 934 c.c.), di proprietà comune agli altri comproprietari del suolo, restando esclusa l'applicabilità degli artt. 936 e ss. c.c., che riguardano la diversa...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6176 del 16 marzo 2007
«In tema di servitù prediali, l'accertamento della costituzione per usucapione ne comporta la determinazione, a norma dell'art. 1063 c.c., della relativa estensione in relazione al possesso esercitato sulla cosa per il tempo previsto allo scopo,...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8996 del 2 novembre 1994
«...delle parti, come criterio di ricerca della comune intenzione dei contraenti oppure al principio secondo il quale la servitù deve ritenersi costituita in guisa da soddisfare il bisogno del fondo dominante con minore aggravio di quello servente.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8612 del 21 ottobre 1994
«...dominante dall'art. 1067 comma 1 c.c. di fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente si riferisce a pregiudizi non solo attuali, ma anche potenziali e futuri individuabili secondo le regole della comune prevedibilità.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8727 del 27 aprile 2005
«Il diritto di servitù, per sua natura indivisibile in quanto inerente a tutto il fondo dal lato sia attivo che passivo, non può formare oggetto di comunione, poiché essa presuppone la frazionabilità per quote della cosa o del diritto comune, e ciò...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10453 del 1 agosto 2001
«In tema di comunione, ciascun comproprietario ha diritto di trarre dal bene comune una utilità maggiore e più intensa di quella che ne viene tratta dagli altri comproprietari, purché non venga alterata la destinazione del bene o compromesso il...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24243 del 26 settembre 2008
«In tema di uso della cosa comune, vìola l'art. 1102 c.c. l'apertura praticata da un condòmino nella recinzione del cortile condominiale, senza il consenso degli altri condòmini al fine di creare un accesso dallo spazio interno comune ad un...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1456 del 29 marzo 1978
«La costruzione di un pozzo nero, eseguita nel cortile comune da parte di uno dei condomini dell'edificio, che ricada, in virtù del principio dell'accessione, in comunione pro indiviso, e del quale, pertanto, gli altri condomini possono fare uso...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3942 del 13 aprile 1991
«La costruzione di manufatti nel cortile comune di un fabbricato condominiale è consentita al singolo condomino solo se non alteri la normale destinazione di quel bene, non anche, pertanto, quando si traduca in corpi di fabbrica aggettanti, con...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4091 del 7 dicembre 1974
«...per abitazione, attua un'utilizzazione individuale più intensa della cosa comune che deve ritenersi legittima, qualora l'originaria destinazione del viale non ne risulti mutata e non risulti impedito un pari uso da parte degli altri condomini.»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4258 del 24 febbraio 2006
«Ai sensi dell'art. 1108, comma terzo, c.c. (applicabile al condominio in virtù del rinvio operato dall'art. 1139 c.c.), è richiesto il consenso di tutti i comunisti - e, quindi, della totalità dei condomini - per gli atti di alienazione del fondo...»