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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17162 del 3 dicembre 2002
«La cessione del credito è un negozio a causa variabile, che può essere stipulata anche a fine di garanzia senza che venga meno l'immediato effetto traslativo della titolarità del credito tipico di ogni cessione, in quanto è proprio mediante tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9823 del 15 settembre 1999
«In tema di cessione del credito, la previsione del primo comma dell'art. 1263 c.c., in base alla quale il credito è trasferito al cessionario, oltre che con i privilegi e le garanzie reali e personali, anche con gli «altri accessori», deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 676 del 12 marzo 1973
«Ai sensi dell'art. 1268, cpv., c.c. il creditore che ha accettato l'obbligazione del terzo non può rivolgersi al delegante se prima non ha richiesto al delegato l'adempimento. Per l'osservanza di tale onere non è tuttavia necessario che il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1180 del 24 febbraio 1982
«La disciplina dell'art. 1273 c.c., che regola l'accollo esterno destinato a produrre effetto nei confronti del creditore, il quale è chiamato ad aderirvi, non è invocabile in relazione all'accollo interno, la cui regolamentazione, risolvendosi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1847 del 21 giugno 1974
«La disposizione dell'art. 1275 c.c. in materia di accollo, delegazione ed espromissione, per cui in tutti i casi in cui il creditore libera il debitore originario si estinguono le garanzie annesse al credito, non può trovare applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5548 del 19 marzo 2004
«Nelle società per azioni, il credito relativo alla liquidazione della quota del socio receduto, essendo liquido ed esigibile, è per ciò solo idoneo a produrre interessi di pieno diritto, a norma dell'art. 1282, primo comma, c.c., senza necessita...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19882 del 13 ottobre 2005
«La nullità della clausola anatocistica di capitalizzazione trimestrale degli interessi sui saldi passivi, inserita nel contratto di conto corrente bancario da cui deriva il credito azionato in giudizio, è rilevabile d'ufficio dal giudice anche in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17405 del 24 luglio 2009
«Il corrispondente credito per restituzioni e rimborsi, spettante al contraente "in bonis", subirà peraltro gli effetti della sentenza dichiarativa di fallimento, dovendo, quale debito concorsuale e non di massa, essere soddisfatto nel rispetto...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 998 del 24 gennaio 2001
«Il condebitore solidale, rimasto estraneo al giudizio, può, in base all'art. 1306, secondo comma, c.c., «opporre» al creditore la sentenza favorevole ad uno dei condebitori in solido — salvo che non sia fondata su ragioni personali al condebitore,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9424 del 12 luglio 2001
«In ipotesi di responsabilità solidale, il fatto che il creditore accetti puramente e semplicemente da uno dei debitori il pagamento di una parte del debito complessivo, ancorché corrispondente alle quote interne gravanti sul debitore medesimo, non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 23022 del 26 ottobre 2006
«In tema di opzione per l'acquisto di titoli azionari, anche nel caso in cui il patto di opzione relativo alla vendita sia associato ad un pactum de compensando tra il prezzo della vendita e il credito del titolare del diritto di opzione per altro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15489 del 11 luglio 2007
«L'uso aziendale, quale fonte di un obbligo unilaterale di carattere collettivo che agisce sul piano dei rapporti individuali con la stessa efficacia di un contratto collettivo aziendale, presuppone non già una semplice reiterazione di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 20398 del 21 ottobre 2005
«Tale mancanza di ragione, che investe nella sua essenza lo scambio tra le prestazioni contrattuali attuato attraverso il collegamento negoziale, comporta l'inefficacia dei contratti nei confronti del fisco, con conseguente esclusione del credito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26079 del 30 novembre 2005
«In tema di riscatto agrario, posto che l'acquisto diretto da parte del retraente del fondo dal proprietario venditore è sottoposto alla condizione sospensiva del pagamento del prezzo, consegue, in virtù dell'applicabilità dell'art. 1361 c.c., che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10127 del 2 maggio 2006
«Il semplice fatto di ritardare l'esercizio di un proprio diritto (nel caso di specie, di agire in giudizio per far valere l'inadempimento contrattuale), se non finalizzato a produrre un danno alla controparte e senza un apprezzabile interesse per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6298 del 10 luglio 1996
«È legittima la clausola penale con cui le parti, nell'esercizio della libertà di autodeterminazione patrimoniale loro riconosciuta dall'ordinamento (art. 1322 codice civile), fissino, per il mero ritardo nell'adempimento, gli interessi in misura...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12013 del 3 dicembre 1993
«La clausola penale con cui le parti, nell'esercizio della libertà di autodeterminazione patrimoniale loro riconosciuta dall'ordinamento, fissino la misura degli interessi moratori al di sotto di quella legale, non è affetta da nullità per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11710 del 5 agosto 2002
«Il criterio normativo per l'esercizio del potere giudiziale di riduzione della penale è l'interesse esclusivamente patrimoniale del creditore all'integrale esecuzione del contratto (da valutarsi in termini oggettivi, commisurando la penale alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24166 del 13 novembre 2006
«In tema di clausola penale, il potere di riduzione ad equità, attribuito al giudice dall'art. 1384 c.c. a tutela dell'interesse generale dell'ordinamento, può essere esercitato d'ufficio, ma l'esercizio di tale potere è subordinato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2435 del 14 marzo 1988
«Pertanto, poiché la richiesta di informazioni ai sensi dell'art. 213 c.p.c. — ove le parti non possano acquisirle direttamente — riguarda soltanto atti o documenti della P.A. in senso stretto — con esclusione degli enti pubblici economici quali...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8290 del 24 luglio 1993
«La minaccia di far valere un diritto assume i caratteri della violenza morale invalidante il consenso prestato per la stipulazione di un contratto, ai sensi dell'art. 1438 c.c., soltanto se è diretta a conseguire un vantaggio ingiusto, il che si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2166 del 26 marzo 1986
«Conseguentemente, lo stato di bisogno può ravvisarsi anche con riguardo alla eredità giacente, in quanto la particolare disciplina prevista dagli artt. 498 e 530 per la liquidazione dei debiti ereditari, non esclude che il curatore dell'eredità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11967 del 28 giugno 2004
«Pertanto, nulla vieta che il creditore, nell'ambito delle facoltà connesse all'esercizio dell'autonomia privata, possa accettare l'adempimento della prestazione, successivo alla domanda di risoluzione, rinunciando agli effetti della stessa, anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5979 del 22 giugno 1994
«Il fallimento del dante causa del promissario venditore di un immobile, con l'astratta possibilità di conseguente revocatoria fallimentare, non giustifica, di per sé, l'esercizio, da parte del promissario acquirente, della facoltà di sospendere,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 672 del 1 marzo 1976
«In materia contrattuale il dovere del creditore di cooperare al fine di eliminare o attenuare il danno provocato dall'altrui inadempimento, ai sensi dell'art. 1226, secondo comma, c.c., va coordinato col diritto di autodifesa riconosciuto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2498 del 18 settembre 1974
«Tuttavia, se i contraenti sono d'accordo per stipulare una compravendita sotto condizione sospensiva, nel senso che il compratore-creditore diverrà proprietario della cosa soltanto se nel termine stabilito non otterrà dall'altra parte il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2338 del 6 agosto 1974
«Ove l'esercizio di un diritto, come per il patto di riscatto previsto dall'art. 1500 c.c., sia sottoposto ad un termine di decadenza, il creditore del titolare che, agendo in via surrogatoria chieda l'accertamento della nullità della rinunzia a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5324 del 13 maggio 1991
«Con riguardo alla vendita di un bene mobile, con riserva di proprietà, che può essere validamente stipulata anche verbalmente, l'atto scritto è necessario solo ai fini dell'opponibilità della detta riserva di proprietà ai creditori del compratore...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11718 del 26 novembre 1993
«In tema di vendita con riserva della proprietà, le disposizioni degli artt. 1525 e 1526 c.c., concernenti l'inadempimento del compratore e la risoluzione del contratto, hanno la funzione di limitare l'autonomia privata fin guisa da escludere la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 836 del 24 gennaio 1995
«La sentenza dichiarativa di fallimento non solo non produce un'inesigibilità in senso tecnico in quanto incide soltanto sulla fase satisfattiva ed esecutiva del credito (il che ne presuppone l'esigibilità) assoggettandola alla disciplina della...»