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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3776 del 25 marzo 1998
«È inammissibile l'impugnazione del pubblico ministero che lamenti l'omessa statuizione della sentenza di condanna in ordine alla rifusione delle spese processuali alla parte civile costituita, pur in presenza di una condanna al risarcimento dei...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8363 del 17 agosto 1990
«La domanda di condanna al risarcimento dei danni per responsabilità processuale aggravata, ai sensi dell'art. 96 c.p.c., può essere proposta anche in sede di legittimità, per i danni che si assumono derivanti dal giudizio di cassazione — a causa...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 28719 del 17 luglio 2012
«È legittimato alla proposizione del ricorso straordinario, a norma dell'art. 625 bis, c.p.p., anche l'imputato condannato al solo risarcimento dei danni in favore della parte civile, che prospetti un errore di fatto nella decisione della Corte di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15724 del 18 luglio 2011
«In tema di risarcimento dei danni, l'indicazione nell'atto introduttivo, e la conseguente applicazione in primo grado, di una norma che costituisce titolo di responsabilità diverso da quello realmente esistente, e correttamente individuato nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24902 del 10 ottobre 2008
«La parte parzialmente soccombente può proporre appello incidentale tardivo, ai sensi dell'art. 334 c.p.c., anche in riferimento ai capi della sentenza di merito non oggetto di gravame con l'impugnazione principale, a condizione che si tratti di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9497 del 19 luglio 2000
«In tal caso infatti l'impugnazione principale, che non può riguardare l'“an debeatur”, non può suscitare un interesse tardivo all'impugnazione incidentale tardiva, diverso da quello che già sussisteva e che non era stato tutelato nel termine di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24354 del 15 novembre 2006
«Ne consegue che, in controversia relativa al risarcimento dei danni da illegittima requisizione di immobili, ove il giudice di primo grado, con statuizione non definitiva, abbia dichiarato responsabile la sola amministrazione statale, emettendo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17330 del 25 agosto 2005
«...dei danni per l'illegittimità del licenziamento e, dall'altro, che il definitivo accertamento della natura autonoma del rapporto impedisce l'applicazione dell'art. 2126 c.c., rendendo irrilevante la messa a disposizione delle energie lavorative.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1651 del 27 gennaio 2014
«...della destinazione estrattiva, si sia limitato a far rilevare il contrasto della motivazione del tribunale con la legislazione e la giurisprudenza in tema di danni provocati dalla P.A. nella materia della illegittima occupazione di fondi.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28739 del 3 dicembre 2008
«In tema di appello, allorquando la sentenza di primo grado si sia pronunziata espressamente su una questione del tutto distinta dalle altre, tale specifica pronunzia non può considerarsi implicitamente impugnata allorché il gravame sia proposto in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9244 del 18 aprile 2007
«Il potere discrezionale che l'art. 1226 c.c. conferisce al giudice del merito è rigorosamente subordinato al duplice presupposto che sia provata l'esistenza di danni risarcibili e che sia impossibile, o molto difficile, la dimostrazione del loro...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22925 del 9 ottobre 2013
«È inammissibile l'intervento in appello ex art. 344 c.p.c. della curatela fallimentare che, avendo esercitato vittoriosamente l'azione di risarcimento di danni a tutela della massa in un separato giudizio, intende contestare il diritto dei soci...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10965 del 9 giugno 2004
«Poiché i poteri del giudice di appello vanno determinati con esclusivo riferimento alle iniziative delle parti, in assenza di impugnazione incidentale della parte parzialmente vittoriosa, la decisione del giudice d'appello non può essere più...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8738 del 26 giugno 2001
«La parte che, a causa dell'esecuzione di una misura cautelare, abbia subito danni, può far valere il relativo diritto al risarcimento nel procedimento di reclamo in cui impugni la misura cautelare soltanto nel caso previsto dal primo comma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8056 del 31 marzo 2007
«Affinché vi sia una mutatio libelli vietata in grado di appello, occorre che sussista una radicale immutazione del fatto giuridico costitutivo del diritto originariamente vantato, essendo stati posti a fondamento della pretesa fatti nuovi e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23949 del 22 ottobre 2013
«In tema di domanda di risarcimento danni derivanti da attività di dequalificazione e mobbing del datore di lavoro (nella specie, una pubblica amministrazione), deve ritenersi domanda nuova - e come tale preclusa in appello - quella volta ad...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13902 del 3 giugno 2013
«In una controversia risarcitoria in cui si discuta circa l'effettiva quantificazione dei pretesi danni, non configura come domanda nuova, inammissibile in appello, la prospettazione di un concorso di colpa del danneggiato, trattandosi soltanto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2869 del 26 febbraio 2003
«In tema di risarcimento dei danni da responsabilità civile, la domanda di risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, proposta dal danneggiato nei confronti del soggetto responsabile, comprende necessariamente anche la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2080 del 14 febbraio 2001
«Ne consegue che la domanda di risarcimento di danni per responsabilità contrattuale — essendo diversa da quella di risarcimento per responsabilità extracontrattuale in quanto dipendente da elementi di fatto diversi non solo per quanto attiene...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5067 del 3 marzo 2010
«La domanda di risarcimento dei danni sofferti dopo la sentenza è ammissibile in grado d'appello solo se nel giudizio di primo grado sia stata proposta un'azione di danni e gli ulteriori danni richiesti in appello trovino la loro fonte nella stessa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10751 del 23 luglio 2002
«La domanda di risarcimento dei danni sofferti dopo la sentenza di primo grado è ammissibile in appello, ai sensi dell'art. 345 c.p.c., in deroga al divieto generale di domande nuove, trattandosi di domanda che dipende strettamente da quella iniziale.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7656 del 30 luglio 1990
«La disposizione dell'art. 345 secondo comma ultima parte c.p.c. che derogando al fondamentale principio del divieto di domande nuove in appello, autorizza la proponibilità di quelle aventi ad oggetto gli interessi, i frutti, gli accessori maturati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10871 del 1 ottobre 1999
«...di domande nuove in appello, per ciò che concerne i frutti naturali o civili ed i danni maturati dopo la sentenza, opera a condizione che in primo grado sia stata proposta analoga domanda per frutti o danni maturati in precedenza.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11600 del 8 novembre 1995
«...di domande nuove in appello, per ciò che concerne i frutti naturali o civili ed i danni maturati dopo la sentenza, opera a condizione che in primo grado sia stata proposta analoga domanda per frutti o danni maturati in precedenza.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9763 del 18 novembre 1994
«L'ammissibilità nel giudizio di appello, a norma dell'art. 345, comma 2, primo periodo, c.p.c., della domanda di risarcimento (o di ulteriore risarcimento) dei danni sofferti dopo la sentenza impugnata comporta una deroga al principio...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1173 del 17 febbraio 1990
«La domanda di risarcimento dei danni, ai sensi dell'art. 96 c.p.c., per responsabilità processuale aggravata, che venga proposta in relazione all'esperimento da parte dell'avversario di regolamento preventivo di giurisdizione a meri fini dilatori,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4268 del 27 giugno 1986
«La competenza funzionale del giudice di rinvio sulle domande di restituzione in pristino e di risarcimento danni conseguenti alla cassazione della sentenza viene meno quando il giudizio di rinvio si sia estinto per mancata riassunzione in termini,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23813 del 21 dicembre 2012
«Nel caso di estinzione del giudizio di rinvio per mancata o tardiva riassunzione e di successiva instaurazione di un nuovo processo mediante riproposizione della domanda, conserva efficacia, ai sensi dell'art. 310, secondo comma, c.p.c., il...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29039 del 27 dicembre 2011
«Qualora il lavoratore agisca nei confronti di più datori di lavoro, addebitando loro una attività coordinata di dequalificazione e "mobbing" chiedendo, quale effetto della condotta materia, al risarcimento dei danni, sussiste tra le domande una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7141 del 9 maggio 2003
«...sociale, tant'è che esso è alternativo rispetto alla pretesa risarcitoria volta ad ottenere l'integrale risarcimento dei danni sofferti in conseguenza del contagio, ove sussista una colpa delle strutture del Servizio sanitario nazionale.»