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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9268 del 15 settembre 1988
«La falsità penalmente irrilevante è soltanto quella che non incide, in alcun modo, sull'esistenza, sull'efficacia e sul contenuto di un determinato atto e, pertanto, è ipotizzabile solo quando il documento conserva tutte le sue originarie...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5357 del 6 novembre 1983
«In tema di falsità in foglio firmato in bianco, quando l'agente sia del tutto sfornito del diritto di riempire il documento per averne acquistato il possesso in modo illegittimo, o quando, pur avendone acquistato legittimamente il possesso, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2832 del 12 gennaio 1981
«Il criterio distintivo fra il reato di cui all'art. 486 c.p. e quello di cui all'art. 488 c.p. consiste nel fatto che il primo esige nel soggetto attivo il possesso di un documento che importi l'obbligo o la facoltà di riempirlo, mentre il secondo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4400 del 1 aprile 1980
«Il delitto di falsità materiale previsto dall'art. 488 c.p. si verifica non solo quando colui che commette la falsità sia del tutto sfornito del diritto di riempire il foglio in bianco per averne acquistato il possesso in modo illegittimo, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 172 del 1 febbraio 1971
«L'aggravante di cui all'art. 61, n. 11 c.p. è compatibile col reato di falso in foglio firmato in bianco, perché questo presuppone l'abuso di un'autorizzazione a riempire il foglio, ricevuta per qualsiasi causa; non necessariamente l'abuso della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15535 del 15 aprile 2008
«Integra il reato di falso ideologico commesso dal privato su documento informatico pubblico (artt. 483 e 491 bis c.p.), la condotta di colui che inserisca dati relativi al superamento di esami mai sostenuti su un supporto informatico, concernente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11915 del 12 marzo 2004
«Integra il reato di falsità materiale in atto pubblico (art. 476 c.p.) - anche nell'ipotesi che il fatto sia stato commesso prima dell'introduzione nel codice penale dell'art. 491 bis, ad opera dell'art. 3 della legge 23 dicembre 1993, n. 547 - la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 27915 del 7 luglio 2009
«Integra il reato di uso di atto falso (art. 489 c.p.) la condotta di colui che esponga nel cruscotto dell'auto, posteggiata in zona contrassegnata dall'obbligo di pagamento della sosta, una riproduzione fotostatica di contrassegno con...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10391 del 24 marzo 2006
«Integra il reato di uso di atto falso (art. 489 c.p.), la condotta del soggetto che espone sull'auto — parcheggiata in zona a traffico limitato, consentita solo ai titolari di validi permessi — la falsa copia del permesso di parcheggio per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42649 del 3 novembre 2004
«Nell'ipotesi in cui taluno faccia uso di un documento falsificato recante un'impronta contraffatta è configurabile solo il reato di cui all'art. 489 c.p. e non anche, in concorso, quello di cui all'art. 469 c.p., giacché tale ultima disposizione,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21231 del 24 maggio 2001
«Nel delitto di uso di atto falso, la nozione di uso comprende qualsiasi modalità di avvalersi del falso documento per uno scopo conforme alla natura — quantomeno apparente — dell'atto; ne consegue che, ad integrare il reato, basta la semplice...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12640 del 20 marzo 2001
«Nel delitto di uso di atto falso, la nozione di uso comprende qualsiasi modo di avvalersi del falso documento per uno scopo conforme alla natura dell'atto; ad integrare il reato basta, pertanto, la semplice esibizione del documento falso. (In...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3363 del 15 marzo 1999
«In materia di falsità in atti, il delitto previsto dall'art. 489 c.p. (uso di documento falsificato, senza concorso nella falsificazione) tutela l'interesse dell'autore apparente del documento, comunque leso dalla sua utilizzazione, che ne rende...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1290 del 10 febbraio 1983
«Il primo uso dell'atto da parte di chi lo abbia falsificato o di chi sia concorso con l'autore nella falsificazione costituisce il reato di cui all'art. 485 c.p. e non già la minore ipotesi di cui all'art. 489 c.p., la quale può configurarsi solo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40650 del 12 dicembre 2006
«Integra il delitto di uso di atto falso (489 c.p.), la condotta del cittadino straniero che esibisca agli organi di polizia, in occasione di controlli effettuati in Italia, il passaporto falsificato nella data di scadenza e nel codice di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 26173 del 18 giugno 2003
«Ai fini dell'individuazione della condotta di uso, rilevante per la configurazione del reato di cui agli artt. 489 e 485 c.p., assume rilievo la funzione rappresentativa del documento usato e non già quella dell'atto documentato. Ne consegue che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16687 del 29 novembre 1989
«Scopo della norma posta dall'art. 490 c.p. è la tutela della fede pubblica attraverso la conservazione di atti pubblici o scritture private per il loro insostituibile valore documentale. Ne consegue che la lesione o messa in pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1272 del 1 dicembre 1970
«L'oggetto giuridico del delitto di cui all'art. 490 c.p. è la pubblica fede; pertanto se un documento viene distrutto al fine di eliminare la efficacia probatoria non è configurabile il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Questo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31742 del 21 luglio 2004
«Ai fini della configurabilità dell'elemento soggettivo del delitto di cui all'art. 490 c.p. (soppressione, distruzione e occultamento di atti veri), è necessaria la consapevolezza di frustrare la funzione probatoria dell'atto distrutto, occultato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12109 del 3 dicembre 1987
«Il fine specifico di procurare a sé o ad altri un vantaggio è richiesto quale componente essenziale dell'elemento psicologico del reato di cui all'art. 490 c.p., solo quando il documento si identifica in una scrittura privata, in quanto il falso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3518 del 17 aprile 1985
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui agli artt. 476 e 490 c.p. non occorre alcun dolo specifico, essendo sufficiente la consapevolezza che l'atto soppresso non sarà in condizioni di adempiere alla funzione di prova che gli è propria,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9209 del 11 ottobre 1997
«In tema di falso documentale, il timbro del protocollo apposto sulla corrispondenza pervenuta ad un ufficio pubblico ha natura di atto pubblico; ed infatti, posto che il registro di protocollo è indiscutibilmente atto di fede privilegiata, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10265 del 13 novembre 1981
«La legge penale tutela il documento non per il suo contenuto ma per la sua attitudine probatoria. Pertanto, l'invalidità del rapporto giuridico rappresentato nel documento non esclude il delitto di falso. Tale delitto può venir meno soltanto se si...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4075 del 5 maggio 1981
«Poiché l'uso del documento costituisce parte integrante della condotta criminosa, correttamente si deduce che si è in presenza di una pluralità di reati dal fatto che mentre la falsificazione delle cambiali venne eseguita in un unico contesto di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13301 del 12 dicembre 1980
«L'alterazione della cambiale consiste nella sostituzione della data di scadenza originaria con altra più lontana, effettuata dal debitore senza il consenso di tutti i firmatari del titolo al fine di conseguire una proroga del termine di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9447 del 13 luglio 1978
«L'equiparazione quoad poenam dei titoli di credito trasmissibili per girata agli atti pubblici trova la sua giustificazione nella necessità di rafforzare la tutela di documenti che per loro natura sono destinati alla circolazione. Se, pertanto,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6953 del 15 luglio 1981
«Il fine di procurarsi un vantaggio, nel delitto di falsità in titoli di credito previsto e punito dagli artt. 485 e 491 c.p. sussiste anche nel fatto di chi, falsificando la firma di girata su un assegno di conto corrente, intende superare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23587 del 30 maggio 2013
«Il delitto previsto dall'art. 483 c.p. sussiste solo se l'atto pubblico, nel quale la dichiarazione del privato è trasfusa, è destinato a provare la verità dei fatti attestati, e, cioè, quando una norma giuridica obbliga il privato a dichiarare il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11681 del 16 dicembre 1997
«L'attestazione al pubblico ufficiale di circostanze non veritiere in una dichiarazione sostitutiva dell'atto notorio resa al pubblico ufficiale, integra il reato di falsità ideologica del privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., pure...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7531 del 29 luglio 1997
«La valutazione di innocuità del falso commesso dal privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., non può essere rapportata alla funzione che l'atto assume, quale elemento o requisito di valutazione per un diverso procedimento amministrativo,...»