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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13292 del 5 ottobre 2000
«L'esposizione in sentenza dei fatti di causa non deve necessariamente tradursi nella narrazione completa ed analitica dello svolgimento del processo ed in un particolareggiato resoconto delle deduzioni delle parti, essendo sufficiente che essa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5101 del 26 maggio 1999
«La circostanza che il giudice non abbia formalmente suddivisa la sentenza in due parti, una delle quali esclusivamente dedicata allo svolgimento del processo, non implica nullità se dalla lettura dell'atto sia comunque possibile individuare i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3282 del 3 aprile 1999
«La mancata esposizione dello svolgimento del processo e dei fatti rilevanti di causa e l'estrema concisione della motivazione in diritto danno luogo a nullità della sentenza allorquando rendono impossibile l'individuazione del thema decidendum e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10045 del 15 novembre 1996
«L'assenza della concisa esposizione dello svolgimento del processo e dei fatti rilevanti della causa vale ad integrare un motivo di nullità della sentenza solo se tale omissione impedisca totalmente, non risultando richiamati in alcun modo i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3367 del 11 febbraio 2011
«La motivazione della sentenza "per relationem" è ammissibile, dovendosi giudicare la sua completezza e logicità sulla base degli elementi contenuti nell'atto al quale si opera il rinvio e che, proprio in ragione dello stesso, diviene parte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11603 del 19 maggio 2009
«L'omesso esame di specifici elementi probatori idonei a fornire la rappresentazione dei fatti oggetto di accertamento e che risultano suscettibili di determinare una diversa decisione della causa da parte del giudice comporta un vizio di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8297 del 30 luglio 1999
«La data di pubblicazione della sentenza, difatti, indica il dies a quo per l'impugnazione nel termine indicato dall'art. 327 c.p.c., e non assume, pertanto, rilievo tutte le volte in cui l'impugnazione stessa risulti tempestivamente proposta (a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10633 del 4 giugno 2004
«L'art. 132, secondo comma, c.p.c. disciplina solo l'ipotesi di morte o altro impedimento del presidente del collegio, o del giudice estensore, a sottoscrivere la sentenza e non riguarda il caso in cui eventi siffatti si verifichino dopo la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9616 del 16 giugno 2003
«Ne consegue che, ove il presidente del collegio che ha emesso la sentenza venga successivamente a cessare dal servizio e rifiuti per qualsiasi motivo di porre in essere gli adempimenti di competenza in ragione delle funzioni già esercitate...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 4326 del 19 marzo 2012
«Ne consegue che, ove il presidente del collegio, che ha emesso la sentenza, venga successivamente a cessare dal servizio o rifiuti per qualsiasi motivo di porre in essere gli adempimenti di competenza in ragione delle funzioni già esercitate...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3677 del 14 marzo 2001
«È nulla per vizio di sottoscrizione la sentenza che definisce un procedimento di primo grado dinanzi al giudice unico qualora quest'ultimo, designato con decreto presidenziale a sostituire il titolare del procedimento, abbia tenuto alcune udienze...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5855 del 9 maggio 2000
«L'esistenza della sentenza civile è determinata (salvo ipotesi particolari, quale quella del rito del lavoro, ovvero dei riti ad esso legislativamente equiparati o specialmente disciplinati), dalla sua pubblicazione mediante deposito nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17453 del 31 luglio 2006
«La notificazione effettuata, ai sensi dell'articolo 139 c.p.c., nel luogo in cui il destinatario ha l'ufficio o dove esercita l'industria o il commercio non postula una relazione di fatto con il luogo di lavoro caratterizzata da una presenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15755 del 13 agosto 2004
«In tema di notificazioni, l'art. 139 c.p.c., nel prescrivere che la notifica si esegue nel luogo di residenza del destinatario e nel precisare che questi va ricercato nella casa di abitazione o dove ha l'ufficio o esercita l'industria o il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9658 del 24 luglio 2000
«L'art. 139 c.p.c. fa discendere la presunzione “iuris tantum” di conoscenza, da parte del destinatario, dell'atto di citazione notificatogli, idonea alla instaurazione del rapporto processuale, dalla consegna dell'atto stesso effettuata, presso la...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 24502 del 30 ottobre 2013
«La validità della notificazione effettuata ai sensi dell'art. 139 c.p.c. presso l'ufficio del destinatario, richiede che la copia dell'atto da notificare sia consegnata dall'ufficiale giudiziario a persona addetta all'ufficio o che comunque...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1592 del 12 febbraio 2000
«Le notificazioni di atti ad un avvocato, dipendente da un ente pubblico, che operi presso un ufficio legale ubicato all'interno di una sede dell'ente stesso, può avere luogo, in caso di assenza del notificando, a mani di qualsiasi persona inserita...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2506 del 21 marzo 1997
«Per ufficio del destinatario, ai sensi dell'art. 139 c.p.c., deve intendersi non solo quello da costui creato, organizzato o diretto per la trattazione degli affari propri, ma anche quello dove egli presta comunque servizio o svolga una sua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5706 del 10 giugno 1999
«Ai fini della validità della notificazione effettuata a persona diversa dal destinatario in uno dei luoghi in cui lo stesso può essere ricercato, non è richiesta l'attestazione da parte dell'ufficiale giudiziario nella relata di notifica del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17903 del 30 luglio 2010
«La notificazione da effettuarsi, ex art. 139, ultimo comma, c.p.c., presso il comune di dimora del destinatario, con preferenza rispetto al comune di domicilio, quando non sia noto ovvero conoscibile con ordinaria diligenza il comune di residenza,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4410 del 23 febbraio 2011
«Il giudice di pace, che eserciti le funzioni giurisdizionali dopo la scadenza del mandato e nelle more della riconferma, prima della immissione in possesso per l'espletamento del successivo incarico, pone in essere un'attività giurisdizionale in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14669 del 1 ottobre 2003
«La nullità derivante da vizio di costituzione del giudice, ancorché assoluta e rilevabile d'ufficio, non si sottrae, ai sensi dell'art. 158 c.p.c. (che fa espressamente salva la disposizione del successivo art. 161), al principio di conversione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12207 del 20 agosto 2003
«Se una sentenza viene emessa dal tribunale in composizione non corretta (nel caso di specie, giudice onorario aggregato anziché magistrato togato), non sussiste un vizio attinente alla costituzione del giudice, in quanto non può ritenersi che gli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 610 del 4 giugno 1999
«Non sussiste alcuna incompatibilità di funzioni per il giudice che, dopo aver pronunciato sentenza di rigetto o ordinanza di inammissibilità della revisione, venga chiamato a decidere altra richiesta concernente lo stesso soggetto e la medesima...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1376 del 14 gennaio 2003
«L'applicazione di una misura di prevenzione motivata anche con il richiamo incidentale e occasionale all'appartenenza del prevenuto a un'associazione per delinquere di stampo mafioso non rende il giudice che abbia concorso a disporla incompatibile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5090 del 14 gennaio 1997
«In tema di incompatibilità determinata da atti compiuti nel procedimento (art. 34 c.p.p.) deve affermarsi che nessun giudice può in alcun caso concorrere nella decisione di un qualsiasi grado o fase del processo se in precedenza abbia concorso a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11228 del 28 agosto 2000
«In materia di assicurazione della responsabilità civile, la clausola che esclude dal novero dei danni indennizzabili una categoria di danni non è idonea ad escludere anche quelli, riconducibili alla categoria del danno indennizzabile, che nello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 572 del 2 marzo 1973
«Questo principio deve essere applicato anche nei casi in cui le parti abbiano convenuto un «massimale», espresso in moneta, come limite (assolutamente lecito ai sensi dell'art. 1322 c.c.) della responsabilità dell'assicuratore, non apparendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11716 del 21 agosto 1990
«Ne consegue che non può considerarsi una forma di testimonianza indiretta, e pertanto non necessita di controllo, quanto piuttosto di valutazione ex art. 194 stesso codice, la narrazione di una vicenda alla quale il teste abbia preso parte solo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9888 del 20 settembre 1991
«Ai fini della valutazione probatoria delle dichiarazioni di un soggetto non può prescindersi dalla qualificazione formale da lui assunta nel processo in cui sono state rese. Ne consegue che, dovendosi ascrivere la qualità di imputato soltanto a...»