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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 30541 del 6 agosto 2001
«L'art. 18 della legge 21 novembre 1999 n. 468, il quale ha (temporaneamente) modificato l'art. 593, comma 3, c.p.p., nel senso di rendere inappellabili tutte le sentenze di condanna a sola pena pecuniaria e non più soltanto quelle di condanna alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27858 del 11 luglio 2001
«L'art. 13 legge 26 marzo 2001, n. 128 che, modificando l'art. 593 c.p.p., ha reso nuovamente appellabili le sentenze di condanna alla sola pena della multa, non si applica, in virtù del principio del tempus regit actum, ai ricorsi proposti prima...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 27437 del 6 luglio 2001
«In applicazione del principio tempus regit actum, deve escludersi la proponibilità dell'appello avverso sentenza di condanna alla sola pena della multa qualora all'atto della presentazione del suddetto gravame fosse vigente l'art. 593, comma 3,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5063 del 6 febbraio 2001
«La limitazione dell'appello ai casi in cui la condanna comporta l'applicazione di pene detentive, secondo quanto stabilito dall'art. 593, comma 3, c.p.p., nella vigenza dell'art. 18 della legge 24 novembre 1999, n. 468, non si pone in contrasto né...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3058 del 4 settembre 2000
«In applicazione del principio tempus regit actum, da ritenersi valido, in materia processuale quando manchino norme transitorie che ad esso eventualmente deroghino, deve escludersi che possa attribuirsi effetto retroattivo alla nuova formulazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7329 del 22 giugno 2000
«La disposizione di cui all'art. 18 della legge 24 novembre 1999 n. 468, la quale, modificando l'art. 593, comma 3, c.p.p., ha reso inappellabili le sentenze di condanna relative a reati per i quali sia stata irrogata la sola pena pecuniaria, trova...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21310 del 31 maggio 2007
«La disciplina transitoria della legge n. 46 del 2006, che ha novellato il codice di rito in tema di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, nel prevedere — all'art. 10, comma 2 — che l'appello contro le sentenze di proscioglimento già...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8081 del 27 febbraio 2007
«La sentenza n. 26 del 6 febbraio 2007 della Corte Costituzionale — con la quale è stata dichiarata l'illegittimità dell'art. 1 L. n. 46 del 2006, nella parte in cui, sostituendo l'art. 593 c.p.p., escludeva che il pubblico ministero potesse...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39741 del 30 novembre 2006
«In caso di riforma in appello, su impugnazione del P.M., di una sentenza di assoluzione, l'annullamento della sentenza di condanna solo sul punto della mancata concessione della sospensione condizionale della pena, determina il rinvio al giudice...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23776 del 7 luglio 2006
«Nell'ambito della recente novella introdotta con la L. n. 46 del 2006, che ha reso inappellabili le sentenze di proscioglimento, la disciplina transitoria della citata legge, che impone la dichiarazione di inammissibilità dell'appello nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23525 del 6 luglio 2006
«Nell'ambito della recente novella introdotta con la L. n. 46 del 2006, che ha reso inappellabili le sentenze di proscioglimento, la disciplina transitoria della citata legge, che impone la dichiarazione di inammissibilità dell'appello nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18018 del 23 maggio 2006
«Alla luce della novella introdotta con la L. n. 46 del 2006 che ha reso inappellabili le sentenze di proscioglimento, la disciplina transitoria della citata legge, che impone la dichiarazione d'inammissibilità dell'appello nel caso di annullamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18014 del 23 maggio 2006
«La disciplina transitoria della legge n. 46 del 2006 in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, anche emesse in esito al giudizio abbreviato, che impone la dichiarazione d'inammissibilità dell'appello nel caso di annullamento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7263 del 1 aprile 1999
«In tema di revisione, poiché i requisiti di forma e di sostanza nonché la rilevanza dei nuovi elementi devono essere esaminati — per evidenti ragioni di economia processuale — già nella fase preparatoria e rescindente (fase diretta a verificare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37978 del 16 settembre 2013
«La competenza per territorio a decidere sull' istanza di esecuzione domiciliare della pena presentata, ai sensi dell'art. 1 della legge n. 199 del 26 novembre 2010, dal condannato non detenuto, appartiene al magistrato di sorveglianza che ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45714 del 20 dicembre 2001
«In tema di reclami avverso i provvedimenti ministeriali di applicazione, nei confronti di detenuti, del regime differenziato di cui all'art. 41 bis, comma 2, dell'ordinamento penitenziario, la competenza a decidere su tali reclami, attribuita, ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2551 del 13 giugno 1998
«L'attribuzione di competenza compiuta dall'art. 677, comma primo, c.p.p., in favore del tribunale di sorveglianza avente giurisdizione sull'istituto in cui si trova l'interessato all'atto della richiesta, deve intendersi derogata, in materia di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6799 del 4 febbraio 1997
«In tema di competenza per territorio nel procedimento di sorveglianza relativo a soggetti sottoposti allo speciale programma di protezione per i collaboratori di giustizia, l'art. 13 ter comma terzo del decreto legge 15 gennaio 1991 n. 8,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3316 del 9 giugno 2000
«In tema di affidamento in prova in casi particolari, a norma dell'art. 94 del D.P.R. n. 309 del 1990, il quale richiama i commi 3 e 4, ma non il comma 1, dell'art. 91, la competenza a provvedere spetta in ogni caso — secondo il modello dell'ora...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1877 del 29 aprile 1999
«Ai fini dell'individuazione del magistrato competente territorialmente a deliberare sull'istanza di sospensione dell'esecuzione della pena presentata da soggetto detenuto in pendenza di domanda di concessione di misure alternative alla detenzione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 845 del 31 marzo 1992
«Il tribunale di sorveglianza competente a decidere sulla richiesta di affidamento in prova al servizio sociale avanzata da soggetto che si trovi in stato di libertà è, in base al disposto di cui all'art. 47 comma terzo della L. 26 luglio 1975, n....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4266 del 2 febbraio 2006
«La revoca della sentenza di condanna per abolitio criminis, disposta in sede esecutiva ai sensi dell'art. 673 c.p.p., non comporta il venir meno della illiceità civile del fatto cui la condanna si riferiva, per cui è da escludere che la revoca...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5480 del 12 luglio 1996
«detta operatività nel caso in cui essa richieda, da parte del giudice dell'esecuzione, non un riscontro meramente ricognitivo dell'intervenuta perdita di efficacia della norma incriminatrice applicata nel giudizio di cognizione, ma una indagine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2680 del 1 settembre 1994
«Concorrendo una causa estintiva della pena, quale l'indulto o la grazia, con l'intervenuta abolitio criminis, il giudice dell'esecuzione dovrà sempre procedere alla revoca della sentenza di condanna perché essa si fonda sul presupposto che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2079 del 23 agosto 1994
«Il presupposto della revoca della sentenza per abolizione del reato, a norma dell'art. 673 c.p.p. è che l'abrogazione della norma incriminatrice sia intervenuta successivamente al passaggio in giudicato della sentenza. Infatti se detta abrogazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 3106 del 13 settembre 1994
«A norma dell'art. 673 c.p.p. — revoca della sentenza per abolizione del reato — il giudice dell'esecuzione deve procedere ad un'interpretazione del giudicato, di cui si chiede la revoca, al fine di verificare se la fattispecie, definita in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4334 del 1 febbraio 2012
«Il giudice dell'esecuzione è tenuto a dichiarare che il fatto non è più previsto dalla legge come reato anche quando quest'ultimo sia stato trasformato in illecito amministrativo dopo l'intervento di una causa estintiva, in quanto, in applicazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4968 del 7 settembre 2000
«L'istituto della revoca della sentenza a seguito di abolitio criminis, a norma dell'art. 673 c.p.p., opera anche in relazione alla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti prevista dall'art. 444 stesso codice, atteso che, da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3137 del 7 giugno 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, dell'art. 341 c.p. ha dato luogo non ad una pura e semplice abolitio criminis, disciplinata dall'art. 2, comma secondo, c.p., ma ad un fenomeno di successione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3165 del 7 giugno 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall'art. 341 c.p., non ha dato luogo ad un fenomeno di successione di leggi penali nel tempo, quale...»