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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 24742 del 5 dicembre 2016
«Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, dinanzi alle quali siano impugnate decisioni di un giudice speciale per motivi attinenti alla giurisdizione, possono rilevare unicamente l'eventuale superamento dei limiti esterni della giurisdizione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24951 del 6 dicembre 2016
«La non corrispondenza del collegio, così come riportato nell’epigrafe della sentenza, con quello innanzi al quale sono state precisate le conclusioni è causa di nullità della decisione solo in caso di effettivo mutamento del collegio medesimo;...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 25045 del 7 dicembre 2016
«Nell’ipotesi in cui la determinazione del compenso agli arbitri, in ragione della composizione mista del collegio arbitrale, avvenga in via equitativa utilizzandosi i parametri di cui al d.m. n. 127 del 2004 (applicabile “ratione temporis”), anche...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 26395 del 20 dicembre 2016
«Nel rito del lavoro, il principio che esclude dal tema di indagine il fatto costitutivo della domanda per effetto della sua mancata contestazione, giusta l’art. 416, comma 3, c.p.c., incontra l’unica deroga nella possibilità che il giudice ne...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3432 del 22 febbraio 2016
«Non sussiste un obbligo per il giudice di sollecitare, ex art. 183, comma 4, c.p.c., la previa instaurazione del contraddittorio quando la questione rilevata d'ufficio sia di mero diritto, e, quindi, di natura processuale, né tale obbligo assume...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, sentenza n. 6510 del 4 aprile 2016
«Non sussiste rapporto di pregiudizialità tra il processo penale avente ad oggetto i reati di falso e truffa ed il processo civile volto ad ottenere una pronuncia ex art. 2932 c.c., atteso che, per rendere dipendente la decisione civile dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8647 del 3 maggio 2016
«Il principio di non contestazione opera, indifferentemente, nei confronti del convenuto, come dell'attore. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha confermato la decisione con cui il giudice di merito, preso atto che - in un giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8705 del 3 maggio 2016
«In tema di querela di falso, l'art. 225, comma 1, c.p.c., nell'imporre la pronuncia del collegio, non detta una regola di trattazione collegiale del procedimento ma esprime solo una riserva al tribunale in composizione collegiale limitatamente ai...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1681 del 16 febbraio 1985
«Il reato permanente consiste nella protrazione volontaria dell'attività antigiuridica per un tempo più o meno lungo, dopo il momento iniziale della violazione della norma in cui sono stati realizzati condotta ed evento. In detto reato è...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4471 del 9 maggio 1985
«Il reato di furto è reato contro il patrimonio, e non a vantaggio del patrimonio dell'agente, sicché rientrano nella previsione dell'art. 624 c.p. le illegittime aggressioni al patrimonio altrui, anche se, per autonoma decisione del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2102 del 14 marzo 1986
«Nel corso di un procedimento instaurato per il reato di calunnia, il giudice che ha la cognizione di questo reato ha pure competenza nel valutare autonomamente e direttamente i fatti oggetto della calunniosa incolpazione, per cui non deve...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 226 del 12 gennaio 1987
«Ai fini della sussistenza del delitto di rapina, non è necessario che l'ingiusto profitto sia costituito da una utilità di natura patrimoniale, ma è sufficiente anche la sola finalità di umiliare la persona offesa. (Nella specie la Suprema Corte...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4702 del 14 aprile 1988
«Nell'estorsione commessa a mezzo telefono, poiché possa configurarsi l'aggravante delle più persone riunite non basta che il telefonista ponga in essere la minaccia qualificandosi come emissario di una banda senza esserlo, ma occorre che egli sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13035 del 2 ottobre 1989
«In tema di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone, il concetto di rumore ha un valore naturalistico e non giuridico: non possono, insomma, considerarsi rumorosi un atto ovvero un'azione soltanto perché producono vibrazioni sonore,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10092 del 10 luglio 1990
«In tema di corruzione, è corretta la decisione che neghi la prevalenza delle attenuanti generiche sull'aggravante in considerazione della qualità di amministratore pubblico dell'imputato.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10366 del 16 luglio 1990
«La valutazione in ordine alla sussistenza, in relazione alle concrete fattispecie, dell'unicità del disegno criminoso è compito del giudice di merito, la cui decisione sul punto, se congruamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11 del 2 gennaio 1990
«In tema di successione di leggi, nell'ipotesi di sopravvenienza di legge penale più favorevole al reo per comminare, in ordine ad una data fattispecie, pena detentiva, nel massimo, in misura inferiore a quella stabilita dalla precedente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2530 del 22 febbraio 1990
«L'ignoranza della legge penale, considerata con riguardo al nuovo testo dell'art. 5, c.p., come risulta formulato a seguito della decisione della Corte costituzionale del 24 marzo 1988, n. 364, non può essere invocata da chi, professionalmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3114 del 3 marzo 1990
«Essendo essenziale connotazione del reato continuato l'esistenza di una previa programmazione nell'ambito della quale siano state previste e deliberate, sia pure in modo generico, le varie violazioni costituenti contenuto ed esplicazione di quel...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10605 del 21 ottobre 1991
«La condanna al risarcimento del danno pronunciata in sede penale soltanto a carico dell'imputato e non anche del responsabile civile, regolarmente citato, non inficia la decisione agli effetti civili, poiché il vincolo di solidarietà tra imputato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12760 del 18 dicembre 1991
«La circostanza attenuante della riparazione del danno di cui alla prima parte dell'art. 62 n. 6 c.p. non è collegata necessariamente con la cosiddetta resipiscenza del reo, potendo trovare la sua giustificazione in una mera utilità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1937 del 22 maggio 1991
«La disposizione di cui alla seconda parte del secondo comma dell'art. 28 c.p.p., secondo la quale, allorché il conflitto insorga tra giudice dell'udienza preliminare e giudice del dibattimento, prevale la decisione dettata dalla prima parte del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5097 del 7 maggio 1991
«La rinuncia a uno o più motivi di appello produce l'effetto di limitare la cognizione del gravame ai capi o ai punti della decisione ai quali si riferiscono i rimanenti motivi; con la conseguenza che l'imputato non può dolersi con il ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 704 del 11 aprile 1991
«La disposizione dell'art. 28 cpv. c.p.p. che prevede la prevalenza della decisione del giudice dibattimentale, in caso di contrasto insorto tra esso e il giudice dell'udienza preliminare, è applicabile in qualunque altra ipotesi di conflitto tra...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11076 del 17 novembre 1992
«La sentenza di proscioglimento emessa dal Gip in sede di valutazione della richiesta di decreto penale di condanna, formulata dal P.M., è soggetta, in difetto di specifica e diversa normativa, alle ordinarie impugnazioni previste dagli artt. 568 e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1164 del 7 febbraio 1992
«Per il combinato disposto degli artt. 585 comma quarto c.p.p. 1988 e 167 att., i «motivi nuovi» devono riguardare i capi e i punti della decisione enunciati a norma dell'art. 581 comma primo lett. a), ai quali si riferisce l'impugnazione....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1523 del 14 febbraio 1992
«La semplificazione e la maggiore celerità, che caratterizza il giudizio camerale, nell'ipotesi prevista dall'art. 599 c.p.p. non consente, di superare l'esplicito contenuto delle disposizioni dettate dall'art. 601 c.p.p. che disciplina ex professo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1635 del 12 maggio 1992
«In tema di liberazione condizionale il fatto che risulti dimostrata la obiettiva impossibilità di adempimento delle obbligazioni civili derivanti dal reato, secondo quanto previsto dall'ultimo comma dell'art. 176 c.p., non esclude che la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2099 del 5 giugno 1992
«È inammissibile il conflitto di competenza sollevato dal giudice di merito avverso decisione della Corte di cassazione. È infatti estraneo al sistema processuale una ipotesi di conflitto tra un giudice di merito e quello di legittimità, i cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2763 del 27 luglio 1992
«In tema di reato continuato, l'identità del disegno criminoso necessaria per la riduzione ad unità delle diverse violazioni non è ravvisabile in mere circostanze inerenti alla persona del colpevole, quali la capacità o la tendenza a delinquere e...»