-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1974 del 3 marzo 1993
«In materia di calunnia, il termine «denuncia» di cui all'art. 368 c.p. va inteso nel senso di informazione contenente fatti criminosi, idonea a attivare un procedimento penale. Ne consegue che costituisce «denuncia» anche il disconoscimento di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6990 del 17 giugno 1995
«Nel delitto di calunnia il dolo non è integrato dalla coscienza e volontà della denuncia, ma richiede l'immanente consapevolezza da parte dell'agente dell'innocenza dell'incolpato, consapevolezza non ravvisabile nei casi di dubbio o di errore...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9929 del 4 marzo 2003
«Integra il delitto di calunnia la condotta dell'imputato che non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico ma rivolga all'accusatore, di cui conosce l'innocenza, accuse specifiche e idonee a determinare la possibilità...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1333 del 4 febbraio 1998
«In tema di rapporto tra diritto di difesa e accuse calunniose, nel corso del procedimento instaurato a suo carico l'imputato può negare, anche mentendo, la verità delle dichiarazioni a lui sfavorevoli ed in tal caso l'accusa di calunnia, implicita...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8253 del 6 ottobre 1984
«Non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che, in sede d'interrogatorio di polizia giudiziaria a suo carico, definisca falso il rapporto soltanto per quanto attiene alla veridicità della denunzia in esso contenuta. Egli, pertanto,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3784 del 2 aprile 1992
«Il delitto di calunnia sussiste anche quando l'incolpazione venga formulata attraverso la simulazione a carico di una persona, non specificamente indicata ma identificabile, delle tracce di un determinato reato — nella forma, cioè, della...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6636 del 22 maggio 1987
«In tema di procedimento per reato di calunnia, il giudizio su questo reato è del tutto autonomo da quello concernente il reato ascritto al calunniato, tanto è che la sentenza, anche se irrevocabile, pronunciata nel processo eventualmente...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13868 del 6 dicembre 1986
«Poiché l'innocenza del calunniato costituisce un presupposto del delitto di calunnia, l'accertamento di essa è pregiudiziale al giudizio sulla sussistenza della calunnia, ma tale pregiudizialità inerisce principalmente, sul piano logico, al...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13881 del 6 dicembre 1986
«In tema di calunnia, l'intervenuta abolizione del reato oggetto della falsa incolpazione, a seguito di depenalizzazione, non incide sulla configurabilità del delitto di cui all'art. 368 c.p.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18364 del 17 aprile 2003
«Nel caso di arresto in flagranza di reato, non integra il delitto di calunnia rendere false generalità, atteso che tale condotta della persona arrestata non è idonea a determinare l'avvio di indagini o il promuovimento dell'azione penale nei...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12847 del 29 marzo 2007
«Il reato di calunnia concorre con quello di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale nella propria identità (art. 495 comma terzo n. 2 c.p.), qualora il soggetto, nell'ambito di un procedimento penale a suo carico, dichiari all'autorità...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23176 del 17 maggio 2004
«Concorre nel delitto di falso ideologico in atto pubblico, proprio del pubblico ufficiale, anche il privato che abbia agito per il medesimo fine, sia intervenendo all'atto, sia istigando il pubblico ufficiale o rafforzandone il proposito delittuoso.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1112 del 6 febbraio 1997
«In tema di applicabilità dell'aggravante del «nesso teleologico» (art. 61, n. 2, c.p.) al delitto di corruzione propria, l'aggravante de qua non è configurabile rispetto ad illeciti penali — quali l'omissione di atti di ufficio, l'abuso di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3442 del 5 aprile 1996
«Non sussiste incompatibilità logico-giuridica tra la continuazione e l'aggravante del nesso teleologico, agendo il vincolo della continuazione sul piano della riconducibilità di più reati ad un comune programma criminoso ed essendo il nesso...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6866 del 14 giugno 1994
«In tema di connessione teleologica, la contestualità del reato fine e del reato mezzo non può alterare il presupposto intenzionale che giustifica l'aggravante della pena si sensi dell'art. 61 n. 2 c.p.»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4751 del 3 aprile 1990
«Per la sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 2, c.p., è necessario accertare che la volontà dell'agente, al momento della commissione del reato-mezzo (aggravato dalla circostanza), era diretta al fine di commetterne od...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14540 del 12 aprile 2011
«Ai fini dell'applicazione della causa di giustificazione di cui all'art. 51 c.p. è necessario che l'attività posta in essere costituisca una corretta estrinsecazione delle facoltà inerenti al diritto che viene in considerazione, nel senso che il...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5889 del 11 giugno 1996
«Per la configurazione dell'esimente dell'esercizio di un diritto, di cui all'art. 51 c.p., il diritto — il cui esercizio può escludere la punibilità di un fatto sanzionato penalmente — deve essere un vero e proprio diritto soggettivo protetto in...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9250 del 14 ottobre 1982
«Il diritto, il cui esercizio può escludere la punibilità di un fatto sanzionato penalmente, deve essere un vero e proprio diritto soggettivo, protetto in modo diretto ed individuale, tale da comportare il sacrificio di tutti gli altri interessi in...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13702 del 6 aprile 2011
«In materia di diffamazione a mezzo stampa, non sussiste l'esimente del diritto di cronaca nel caso in cui il giornalista abbia affermato, contrariamente al vero, l'avvenuto esercizio dell'azione penale nei confronti di un soggetto soltanto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32180 del 6 agosto 2009
«Sussiste l'esimente dell'esercizio del diritto di critica sindacale (art. 51 c.p.) qualora il rappresentante di un'organizzazione sindacale indirizzi una missiva a vari enti istituzionali nonché alla stessa parte lesa, che censuri le scelte di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6271 del 26 giugno 1997
«In tema di oltraggio a un pubblico ufficiale, quando l'espressione altrimenti offensiva è strettamente funzionale al ristabilimento della corretta azione dell'ufficio, questa deve considerarsi come lecita manifestazione di diritto di critica che...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5789 del 18 maggio 1995
«Non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che, in sede di interrogatorio definisca, sia pure per implicito, falso un atto di polizia giudiziaria solo per quanto attiene alla veridicità della denuncia a suo carico in esso contenuta....»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18983 del 30 aprile 2013
«La notifica all'imputato dell'ordine di esecuzione della pena è irrilevante ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 61 n. 67 cod.pen., essendo a tal fine sufficiente che egli sia consapevole di essere ricercato per un...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40836 del 18 novembre 2010
«A seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale dell'art. 61, n. 11 bis, c.p., introdotto dalla L. 24 luglio 2008, n. 125, che ha previsto la nuova circostanza aggravante della commissione del fatto da parte di una persona che...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14856 del 15 novembre 1990
«L'illecito penale, è sempre «immorale» per definizione ma moralmente apprezzabili possono essere i motivi che lo hanno determinato, i quali vanno quindi valutati nella loro autonoma rilevanza quando si faccia questione della ricorrenza o meno...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6981 del 14 luglio 1997
«Ai fini della applicabilità dell'attenuante della provocazione, uno stato d'animo caratterizzato da odio e rancore non è sufficiente ad integrare lo stato d'ira che l'art. 62 n. 2 del codice penale prevede quale elemento costitutivo...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3067 del 26 marzo 1996
«Lo «stato d'ira» previsto, quale circostanza attenuante, dall'art. 62 n. 2 c.p., proprio perché — diversamente dall'«impeto d'ira» di cui parlava il codice penale previgente — può consistere anche in un'alterazione emotiva che si protrae nel...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6352 del 23 giugno 1993
«A differenza dell'esimente della provocazione, prevista dall'art. 599, secondo comma, c.p., per l'attenuante di cui all'art. 62, n. 2, c.p., non è richiesto che la reazione iraconda segua immediatamente il fatto ingiusto, come è anche dimostrato...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4235 del 7 marzo 2000
«Ai fini della verifica delle condizioni alle quali l'art. 280 c.p.p. subordina l'applicazione, e quindi il mantenimento, di una misura coercitiva personale, occorre fare riferimento, dopo una sentenza di condanna, alle statuizioni della sentenza...»