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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 722 del 27 gennaio 1999
«Il cliente che chieda al proprio difensore il ristoro dei darmi che egli assume subiti a seguito della mancata impugnazione della sentenza di primo grado non può limitarsi a dedurre l'astratta possibilità della riforma in appello di tale pronuncia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13252 del 6 giugno 2006
«Allorquando venga proposta l'opposizione a decreto ingiuntivo intempestivamente e sia seguita da costituzione tempestiva oppure venga proposta tempestivamente, ma sia seguita da una costituzione tardiva dell'opponente, non sussiste la possibilità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3573 del 22 febbraio 2005
«In tema di competenza per territorio, in relazione all'obbligazione degli enti pubblici territoriali trova applicazione, in deroga all'art. 1182, terzo comma, c.c., secondo il quale «l'obbligazione avente ad oggetto una somma di danaro deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11774 del 21 maggio 2007
«La condizione è «meramente potestativa» quando consiste in un fatto volontario il cui compimento o la cui omissione non dipende da seri o apprezzabili motivi, ma dal mero arbitrio della parte, mentre si qualifica «potestativa» quando la volontà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12092 del 22 novembre 1995
«Il potere del giudice di valutazione della congruità del termine assegnato alla parte inadempiente per adempiere è esercitabile soltanto in rapporto alla diffida ad adempiere prevista dall'art. 1454 c.c. ai fini della risoluzione del contratto, ma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 158 del 14 gennaio 1986
«Il ritardo tollerato dal creditore nell'adempimento della prestazione da parte del debitore non importa una modificazione delle condizioni contrattuali atteso che tale tolleranza può in qualunque momento cessare con la conseguenza di rendere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3024 del 15 marzo 1995
«In tema di pegno di crediti, il mero scambio dei consensi produce solo gli effetti prodromici disciplinati dagli artt. 2801 e 2802 c.c, ma non dà luogo, di per sé solo, alla nascita del diritto reale di garanzia sul credito, poiché questo sorge...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1343 del 17 marzo 1978
«Il diritto del creditore di avvalersi della decadenza del debitore dal beneficio del termine e di esigere immediatamente la prestazione ai sensi dell'art. 1186 c.c., non postula il conseguimento di una preventiva pronuncia giudiziale, né la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24696 del 24 novembre 2009
«Ai fini del riconoscimento dello stato di buona fede del debitore il cui pagamento produce effetto liberatorio qualora effettuato a chi appare legittimato a riceverlo, ai sensi dell'art. 1189 c.c., deve tenersi conto della opinabilità e incertezza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20906 del 27 ottobre 2005
«In relazione alla norma di cui all'art. 1189 c.c., che riconosce effetto liberatorio al pagamento fatto dal debitore in buona fede a chi appare legittimato a riceverlo, il principio dell'apparenza del diritto, che mira alla tutela della buona fede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9082 del 15 aprile 2010
«In tema di obbligazioni, qualora sia necessario ricorrere ai criteri legali di imputazione del pagamento di cui all'art. 1193 c.c., per apprezzare, in caso di coesistenza più debiti ugualmente garantiti, il grado di onerosità di ciascuno di essi,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14594 del 12 luglio 2005
«La disciplina dell'imputazione del pagamento, pur presupponendo l'esistenza di una pluralità di rapporti obbligatori omogenei tra le medesime parti, è applicabile analogicamente anche in presenza di una pluralità di creditori, qualora uno di essi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5498 del 9 novembre 1985
«L'imputazione del pagamento - che, secondo la norma generale del primo comma dell'art. 1193 c.c., costituisce una facoltà del debitore, al mancato esercizio della quale sopperiscono i criteri legali dettati dal secondo comma dello stesso articolo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 975 del 21 gennaio 2004
«Poiché l'art. 1194 c.c. contiene un criterio legale di imputazione, in forza del quale il debitore, senza il consenso del creditore, non può imputare il pagamento al capitale piuttosto che agli interessi e alle spese, allorquando il creditore (...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1790 del 17 giugno 1974
«Mora accipiendi e liberazione del debitore non coincidono, in quanto la costituzione in mora e la conseguente offerta di restituzione valgono unicamente a stabilire il momento di decorrenza degli effetti della mora, specificamente indicati...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18157 del 28 agosto 2007
«Poiché, a norma dell'art. 1208, n. 1 c.c., l'offerta reale deve essere compiuta in favore del creditore o di chi «ha la facoltà di ricevere per lui» in caso di diritto di credito spettante ad una persona giuridica, il pagamento deve essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21908 del 29 agosto 2008
«È valida ed efficace l'offerta per intimazione nella quale non siano indicate al creditore la data e l'ora per il ritiro della merce a lui dovuta, quando l'intimante lasci al creditore stesso la facoltà di scelta del momento per il ritiro.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15395 del 28 giugno 2010
«La sentenza che subordina la condanna al pagamento di una somma di denaro all'adempimento dell'obbligo di consegna o di restituzione di una cosa determinata acquista efficacia di titolo esecutivo solo dopo l'effettiva restituzione o il deposito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23844 del 18 settembre 2008
«Il procedimento di convalida dell'offerta reale e del successivo deposito liberatorio, relativi ad obbligazioni aventi ad oggetto una somma di denaro, è un giudizio di liberazione coattiva del debitore, essendo la sentenza che lo definisce volta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4281 del 14 aprile 1995
«In tema di offerta reale l'art. 1210 c.c. richiede il passaggio in giudicato della sentenza di accertamento della validità dell'offerta e del deposito della somma rifiutata dal debitore solo per il prodursi degli effetti estintivi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4818 del 17 maggio 1994
«La sentenza che subordina la condanna di pagamento ad una somma di denaro all'adempimento dell'obbligo di restituzione di una cosa determinata acquista efficacia di titolo esecutivo solo dopo l'effettiva restituzione o il deposito della cosa, ai...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20316 del 23 luglio 2008
«Al dipendente che sospenda volontariamente l'esecuzione della prestazione lavorativa, finché non provveda a mettere nuovamente a disposizione la stessa, anche se per facta concludentia e senza ricorrere a specifici requisiti formali,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12382 del 25 maggio 2006
«In tema di azione di danni, il diritto al risarcimento nasce con il verificarsi di un pregiudizio effettivo e reale che incida nella sfera patrimoniale del contraente danneggiato, il quale deve provare la perdita economica subita.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3724 del 9 aprile 1991
«Anche per le obbligazioni negative vige il principio della presunzione di colpa di cui all'art. 1218 c.c., superabile soltanto con la prova che l'inadempimento — che, ai sensi dell'art. 1222 c.c. si verifica per il fatto della violazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1003 del 19 febbraio 1986
«L'art. 1218 c.c., che addossa al debitore le conseguenze dell'inadempimento in mancanza della prova dell'impossibilità di adempimento dovuta a causa a lui non imputabile, esige, sul piano psicologico, la sussistenza almeno della colpa del debitore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6537 del 23 marzo 2006
«La responsabilità del prestatore di opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell'attività professionale presuppone la prova del danno e del nesso causale tra la condotta del professionista ed il danno del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12274 del 7 giugno 2011
«La presunzione di colpa dalla quale, ai sensi dell'art. 1218 c.c., è gravato il medico nei confronti del paziente che ne invochi la responsabilità professionale, può essere superata dal sanitario dimostrando che l'insuccesso dell'intervento sia...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16394 del 13 luglio 2010
«Il medico è tenuto al risarcimento del danno lamentato dal paziente non ogni qual volta si sia discostato dalle regole della buona pratica clinica od abbia omesso di informare adeguatamente il paziente stesso, ma soltanto allorché la violazione di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 577 del 11 gennaio 2008
«In tema di responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e di responsabilità professionale da contatto sociale del medico, ai fini del riparto dell'onere probatorio l'attore, paziente danneggiato, deve limitarsi a provare l'esistenza del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19133 del 23 settembre 2004
«In tema di responsabilità contrattuale del professionista medico, l'errore o l'omissione di diagnosi integrano di per sé l'inadempimento del professionista e, anche in presenza di un quadro clinico complesso per la gravità della patologia e le...»