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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5838 del 6 febbraio 2014
«Le dichiarazioni rese in sede di presentazione spontanea all'autorità giudiziaria, equivalendo "ad ogni effetto" all'interrogatorio, sono idonee ad interrompere la prescrizione, purché l'indagato abbia ricevuto una contestazione chiara e precisa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11829 del 30 novembre 1995
«L'efficacia interruttiva, ai fini della prescrizione, del decreto di citazione a giudizio — o di altro atto ugualmente efficace — deriva dalla stessa emissione o dal compimento di specifica attività, senza alcuna necessità, nel primo caso, di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8473 del 29 luglio 1994
«L'estinzione del reato per prescrizione deve essere dichiarata anche nell'ipotesi in cui il relativo termine sia maturato nel periodo intercorrente tra l'emissione del decreto di citazione e la notifica all'imputato: il decreto di citazione a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8530 del 14 settembre 1993
«Qualsiasi atto dal quale possa desumersi il persistere della volontà punitiva dello Stato deve considerarsi atto interruttivo della prescrizione: pertanto, sono atti interruttivi anche i decreti di citazione per i successivi gradi di giudizio e le...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2288 del 11 dicembre 1969
«...volontà dello Stato di perseguire l'illecito penale. Consegue che il decreto di citazione, che manifesta appunto tale volontà, anche se dichiarato nullo per irregolarità della sua notifica, non può essere ritenuto privo di efficacia interruttiva.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12518 del 28 marzo 2011
«È inammissibile la domanda di oblazione, presentata in sede di opposizione a decreto penale di condanna ma in via subordinata alla richiesta di dichiarazione di nullità del decreto per insussistenza del fatto e del conseguente proscioglimento in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11706 del 12 novembre 1998
«Il termine, di carattere perentorio, entro il quale il contravventore deve di norma chiedere di essere ammesso all'oblazione facoltativa di cui all'art. 162 bis c.p. (prima dell'apertura del dibattimento) non opera anche in quei casi in cui tale...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 35488 del 24 settembre 2007
«Il delitto di falsa attestazione del privato di cui all'art. 483 c.p. può concorrere — quando la falsa dichiarazione sia prevista di per sé come reato — con quello della falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale nella redazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19734 del 2 ottobre 2015
«In caso di dichiarazione giudiziale di paternità, l'assunzione del cognome paterno da parte del figlio maggiorenne non è configurabile quale pronuncia accessoria da rendere d'ufficio ma, in quanto espressione di un diritto potestativo del figlio,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5334 del 16 marzo 2004
«Poichè, ai sensi dell'art. 529 c.c., il Curatore dell'eredità giacente, seppure non è un rappresentante in senso proprio del chiamato all'eredità, è legittimato sia attivamente che passivamente in tutte le cause che riguardano l'eredità e il cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5342 del 26 maggio 1993
«Il dolo alternativo è compatibile con il delitto tentato, giacché in tale forma di dolo l'agente si rappresenta e vuole indifferentemente l'uno o l'altro dei due eventi casualmente ricollegabili alla sua condotta e alla sua cosciente volontà....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2260 del 16 gennaio 2015
«In tema di concorso di persone, la partecipazione psichica sotto forma di istigazione richiede la prova che il comportamento tenuto dal presunto concorrente morale abbia effettivamente fatto sorgere il proposito criminoso ovvero lo abbia anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 80 del 10 marzo 1992
«In tema di riabilitazione, è priva di motivazione l'ordinanza del tribunale di sorveglianza che rigetta la richiesta dell'interessato indicando riassuntivamente le cause ritenute ostative alla concessione della riabilitazione, senza l'indicazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15117 del 31 marzo 2003
«Ai fini della configurabilità del delitto di istigazione alla corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, il cui elemento oggettivo è compendiato nell'espressione onnicomprensiva della sollecitazione di promessa, dazione di danaro o altra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2510 del 24 gennaio 2004
«Il reato di rifiuto di atti d'ufficio (art. 328 c.p.) non richiede che il rifiuto sia espresso in modo solenne o formale, ma può essere espresso anche dalla silente inerzia del pubblico ufficiale, protratta senza giustificazione oltre i termini di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10538 del 10 ottobre 2000
«La fattispecie del rifiuto da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio di compiere un atto di ufficio è integrata quando vi sia stata una richiesta o comunque una qualche sollecitazione esterna oppure una urgenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34089 del 8 agosto 2003
«E invero, nella provocazione, è sufficiente che si sia prodotto uno stato di eccitazione psichica conseguente alla percezione di un comportamento ingiusto posto in essere dalla vittima del reato, mentre per l'esimente dell'atto arbitrario del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4185 del 4 febbraio 2005
«Nel reato di turbata libertà degli incanti, la qualità di preposto, cui si riferisce l'art. 353 comma secondo c.p., spetta a chiunque assuma e svolga, anche di fatto e in un qualsiasi momento dell'iter procedurale, funzioni essenziali ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10019 del 26 settembre 1991
«L'aggravante di cui al capoverso dell'art. 353 c.p., la cui fattispecie ricomprende qualsiasi tipo di pubblico incanto o licitazione privata, non escluse le ipotesi cosiddette di «consultazione», riguarda chiunque, in un qualsiasi momento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7000 del 21 febbraio 2002
«In tema di diffamazione, l'esimente di cui all'art. 598 c.p. (in base alla quale non sono punibili le offese contenute negli scritti presentati o nei discorsi pronunziati dalle parti o dai loro patrocinatori innanzi alla autorità giudiziaria)...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9373 del 31 agosto 1994
«Ai fini della concessione dell'attenuante prevista dall'art. 62 n. 2 c.p., il fatto ingiusto altrui può essere realizzato non solo da un comportamento antigiuridico ma anche dalla violazione di norme sociali o di costume e deve contenere in sé la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6355 del 23 giugno 1993
«L'attenuante della provocazione si compone di due elementi: uno oggettivo, costituito dal fatto ingiusto della vittima, che può essere realizzato non solo da un comportamento antigiuridico, ma anche dalla violazione di norme sociali o di costume;...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35229 del 30 settembre 2005
«Il delitto di associazione per delinquere, reato di natura permanente, si consuma nel momento e nel luogo di costituzione del vincolo associativo diretto allo scopo comune; ove difetti la prova relativa al luogo e al momento della costituzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1799 del 27 maggio 1986
«Un tale effetto può essere riconosciuto solo alla sentenza di primo grado, posto che la cristallizzazione dell'imputazione nel decreto di citazione a giudizio e la possibilità della contestazione suppletiva al dibattimento con la precisazione sino...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7668 del 27 settembre 1984
«Il duplicato dell'originale del decreto di citazione a giudizio non è una mera riproduzione, ma è un atto pubblico, perché formato dal pubblico ufficiale con modalità prestabilite, per uno scopo di diritto pubblico. (Nella specie trattavasi di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26269 del 22 novembre 2013
«Quando l'obbligazione dedotta in giudizio abbia ad oggetto il compenso dovuto ad un avvocato, per determinare il "forum contractus" ex art. 20 c.p.c. deve farsi riferimento, a norma dell'art. 1326 c.c., al luogo in cui è stato sottoscritto il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 23675 del 6 novembre 2014
«Per determinare la litispendenza ai fini della prevenzione tra cause in rapporto di continenza, una iniziata con ricorso monitorio e una iniziata con citazione, per quest'ultima si ha riguardo al perfezionamento del procedimento di notificazione...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 10509 del 21 maggio 2015
«In materia di litispendenza, ai fini dell'applicazione del principio di prevenzione tra cause in rapporto di continenza, l'una iniziata con ricorso monitorio e l'altra con citazione, occorre avere riguardo, per quest'ultima, al perfezionamento del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8738 del 4 aprile 2008
«È ammissibile il regolamento di giurisdizione proposto in relazione ad una causa che successivamente sia stata riunita ad altre, anche se in una di queste sia stata emessa sentenza parziale, non essendo quest'ultima ostativa, in quanto con il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 164 del 5 gennaio 2005
«In tal caso l'omessa menzione nella relazione di notifica della persona che ha materialmente eseguito l'attività suddetta, ovvero la menzione dell'intervento di un soggetto diverso dal legittimato, senza indicare la sua veste di incaricato dal...»