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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10862 del 3 novembre 1995
«In tema di rifiuto ed omissione di atti di ufficio, gli atti che il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio deve compiere senza ritardo non sono quelli genericamente correlati a ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica o di...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 21381 del 4 ottobre 2006
«Il contratto preliminare e il contratto definitivo di compravendita si differenziano per il diverso contenuto della volontà dei contraenti, che è diretta nel primo caso ad impegnare le parti a prestare, in un momento successivo, il loro consenso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10921 del 17 agosto 2000
«Ai fini della distinzione tra condizione sospensiva e risolutiva, occorre aver riguardo più che alla qualifica che le attribuiscono le parti, alle modalità da esse stabilite per il regolamento del rapporto nello stadio di pendenza della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4514 del 21 maggio 1997
«Nel caso in cui una condicio iuris sia costituita da un evento incerto sia nell'an che nel quando, le parti possono concordare un limite temporale riguardo al suo verificarsi, per non lasciare indefinitamente nell'incertezza l'efficacia del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10265 del 16 ottobre 1998
«A differenza del mandatario, il quale compie atti giuridici per conto del mandante, l'agente si limita verso corrispettivo a promuovere la conclusione di affari fra preponente e terzi in una zona determinata, salvo che come previsto dall'art. 1752...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6484 del 9 luglio 1994
«L'interpretazione degli atti negoziali — che è riservata al giudice del merito ed è incensurabile in sede di legittimità ove rispettosa dei criteri legali di ermeneutica contrattuale e sorretta da motivazione immune da vizi — va condotta sulla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6233 del 29 marzo 2004
«Nell'interpretazione dei contratti, gli strumenti dell'interpretazione letterale (art. 1362, comma primo, c.c.), del coordinamento delle varie clausole e della individuazione del senso che emerge dal complesso dell'atto (art. 1363) sono legati da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17341 del 25 giugno 2008
«Ai fini dell'accertamento dell'ambito oggettivo di un contratto quadro relativo alla prestazione di servizi di investimento, il giudice di merito non può fermarsi all'intitolazione enunciativa del contratto, ma deve esaminare l'intero contenuto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11247 del 30 luglio 2002
«Nei contratti di diritto privato stipulati da un ente pubblico, la volontà negoziale deve essere tratta unicamente dalle pattuizioni intercorse tra le parti contraenti e risultanti dal contratto tra esse stipulato, interpretato secondo i canoni di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22536 del 26 ottobre 2007
«L'interpretazione di un atto negoziale è tipico accertamento in fatto riservato al giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità, se non nell'ipotesi di violazione dei canoni legali di emeneutica contrattuale, di cui agli artt. 1362 e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 420 del 12 gennaio 2006
«In tema di interpretazione del contratto, il procedimento di qualificazione giuridica consta di due fasi, delle quali la prima — consistente nella ricerca e nella individuazione della comune volontà dei contraenti — è un tipico accertamento di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11193 del 17 luglio 2003
«In tema di interpretazione del contratto, alla Corte di cassazione è affidato il compito di verificare che non sussista un vizio di attività del giudice del merito, rilevabile solo nell'ipotesi di violazione dei canoni legali di ermeneutica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1097 del 24 gennaio 2003
«Il principio secondo cui l'interpretazione delle domande, eccezioni e deduzioni delle parti dà luogo ad un giudizio di fatto, riservato al giudice del merito, non trova applicazione quando si assume che tale interpretazione abbia determinato un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10816 del 14 ottobre 1991
«Nell'interpretazione delle disposizioni collettive di diritto comune — censurabile in sede di legittimità per violazione delle regole legali di ermeneutica contrattuale e per vizi di motivazione — il giudice del merito può far ricorso alla regola...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25047 del 27 novembre 2009
«I principi di buona fede e correttezza sono previsti dal codice civile, come tali, in riferimento alla fase dello svolgimento delle trattative contrattuali (art. 1337), a quella dell'interpretazione del contratto (art. 1366) ed a quella della sua...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9924 del 28 aprile 2009
«Il comportamento - interpretato alla luce dei principi di buona fede e correttezza di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c. - del contraente titolare di una situazione creditoria o potestativa, che per lungo tempo trascuri di esercitarla e generi così...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5724 del 23 marzo 2004
«Gli atti contrattuali con i quali una società cooperativa trasferisca ad alcuni soci la proprietà di alloggi, da essa costruiti, a condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate (o che in futuro è prevedibile possano essere praticate) ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6577 del 5 dicembre 1988
«La caparra penitenziale, che si ha quando alla stipulazione del diritto di recesso si accompagna la dazione di una somma di danaro o di altra quantità di cose fungibili, a differenza della caparra confirmatoria funziona non già come un...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26724 del 19 dicembre 2007
«In relazione alla nullità del contratto per contrarietà a norme imperative, in difetto di espressa previsione in tal senso (c.d. «nullità virtuale»), deve trovare conferma la tradizionale impostazione secondo la quale, ove non altrimenti stabilito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8236 del 24 maggio 2003
«La violazione di una norma imperativa non dà luogo necessariamente alla nullità del contratto giacché l'art. 1418, primo comma, c.c., con l'inciso «salvo che la legge disponga diversamente», esclude tale sanzione ove sia predisposto un meccanismo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10119 del 19 novembre 1996
«La nullità di una clausola di un contratto collettivo per contrasto con norma imperativa (art. 1418, primo comma, c.c.) sussiste anche nell'ipotesi in cui la suddetta clausola preveda, come presupposto per la propria operatività, l'abrogazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5675 del 26 giugno 1987
«Agli effetti della disposizione dettata dall'art. 1419 c.c. sulla nullità parziale, applicabile anche al contratto collettivo di lavoro, l'accertamento se la parte del contratto inficiata da nullità costituisca una clausola va condotto in termini...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 645 del 23 gennaio 1999
«La disposizione dell'art. 1419, secondo comma, c.c., a norma della quale la nullità di singole clausole contrattuali non importa la nullità del contratto, quando le clausole nulle sono sostituite di diritto da norme imperative, impedisce che al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1184 del 16 febbraio 1983
«Nel caso di nullità di una clausola contrattuale per vizio di una parte di essa, la sostituzione della norma imperativa deve avvenire rispetto all'intera clausola, e non già mediante la trasfusione di una parte soltanto della norma in quella parte...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2956 del 7 febbraio 2011
«Il giudice può rilevare d'ufficio la nullità di un contratto, a norma dell'art. 1421 c.c., anche se sia stata proposta la domanda di annullamento (o di risoluzione o di rescissione del contratto, senza incorrere nel vizio di ultrapetizione, atteso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11847 del 6 agosto 2003
«Nelle controversie promosse per far valere diritti che presuppongono la validità di un determinato contratto, la nullità del contratto stesso è rilevabile d'ufficio, anche in grado di appello, rientrando nel potere-dovere del giudice la verifica...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3022 del 27 febbraio 2003
«I1 termine di sessanta giorni per l'impugnazione del licenziamento previsto dall'art. 6 legge n. 604 del 1966 deroga al principio generale - desumibile dagli artt. 1421 e 1422 c.c. - secondo il quale, salvo diverse disposizioni di legge, la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3031 del 23 giugno 1989
«Essendo correlata all'imprescrittibile facoltà di rimuovere un'ipotesi di nullità del contratto di lavoro, l'azione per il riconoscimento di una maggiore anzianità mediante retrodatazione dell'inizio del rapporto di lavoro, che sia fondata su...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16663 del 19 giugno 2008
«La differenza ontologica esistente tra la figura dell'errore, in cui la falsa rappresentazione della realtà che inficia il processo di formazione della volontà è endogena alla volontà stessa, e quella del dolo, in cui essa è esogena, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22900 del 11 novembre 2005
«La domanda di annullamento di un contratto fondata sulla contestuale allegazione dei vizi di errore, dolo e violenza si rende inammissibile, stante l'inconciliabilità dei rispettivi elementi costitutivi, perché la falsa rappresentazione della...»