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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8346 del 8 aprile 2010
«In tema di cooperative di produzione e lavoro, anche nel regime previgente alla legge 3 aprile 2001, n. 142, spetta al giudice di merito
verificare se, accanto al rapporto associativo, sussista un distinto rapporto di lavoro, autonomo o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10240 del 4 maggio 2009
«In materia di società cooperative di lavoro, l'art. 1 della legge 3 aprile 2001, n. 142, entrato in vigore in data 8 maggio 2001, nel prevedere espressamente la possibilità per il socio lavoratore di instaurare, a fianco del rapporto associativo,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15750 del 21 ottobre 2003
«Nel regime anteriore a quello introdotto dalla legge 3 aprile 2001, n. 142, il cui art. 1, comma 3, dispone che i soci lavoratori debbono stipulare un distinto contratto di lavoro, autonomo o subordinato, i soci di cooperative di produzione e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9000 del 5 giugno 2003
«I soci di una cooperativa di produzione e lavoro non possono considerarsi dipendenti della medesima per le prestazioni rivolte a consentire ad essa il conseguimento dei suoi fini istituzionali ed in particolare non rileva, ai fini della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13737 del 16 ottobre 2000
«La qualità di socio di una cooperativa non esclude la configurabilità di un rapporto di lavoro subordinato tra la cooperativa e il socio, a condizione che la prestazione lavorativa non sia conferita alla società per patto contrattuale e che a tale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9294 del 13 luglio 2000
«A norma dell'art. 85 c.p.c., la revoca del difensore, al pari della rinuncia di questo al mandato, non produce effetti finché non sia avvenuta la sostituzione del difensore revocato o rinunziante, con la conseguenza che, in caso di inesistenza o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 304 del 13 gennaio 2000
«L'art. 24 della legge n. 196 del 1997 che contiene norme tendenti all'equiparazione dei soci delle cooperative di lavoro ai lavoratori subordinati per quanto riguarda l'assicurazione obbligatoria per la disoccupazione involontaria, le indennità di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7559 del 1 agosto 1998
«L'attività lavorativa del socio in favore della società cooperativa, ove consistente in prestazioni comprese tra quelle previste nel patto sociale e dirette al perseguimento dei fini istituzionali della società, costituisce adempimento del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3859 del 22 febbraio 2006
«In materia di inquadramento del lavoratore, il giudice di merito è tenuto ad effettuare un'operazione logica di comparazione delle mansioni astrattamente previste per la qualifica da attribuire e di quelle svolte in concreto dal prestatore. A tal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21212 del 2 novembre 2005
«In sede di interpretazione della previsione contrattuale di una figura professionale, la norma collettiva deve essere letta in funzione delle concrete particolarità tecniche del rapporto cui è da applicare. Questa lettura non può tuttavia giungere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12092 del 1 luglio 2004
«Ancorché il richiamo per relationem a precedenti scritti difensivi non sia compatibile con l'onere di specificazione dei motivi di appello imposto dall'art. 342 c.p.c., tuttavia detto richiamo deve ritenersi consentito allorché l'impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12632 del 28 agosto 2003
«Va riconosciuta, in via di principio, all'autonomia collettiva il potere di stabilire gli inquadramenti del personale, ovvero la giusta collocazione del medesimo, in riferimento non solo alla consistenza professionale delle mansioni affidate a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14502 del 8 novembre 2000
«Nel caso di espletamento da parte del lavoratore subordinato di una pluralità di mansioni in favore del medesimo datore di lavoro, sono riconducibili nell'ambito di un unico rapporto, secondo la qualifica corrispondente alla mansione principale,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5587 del 17 maggio 1993
«Quando il rapporto di lavoro è regolato da contratti collettivi, l'accertamento dell'appartenenza del lavoratore alla categoria operaia o impiegatizia deve essere condotto alla stregua di tale disciplina — le cui indicazioni assumono valore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5809 del 10 marzo 2010
«Ai fini del riconoscimento della qualifica dirigenziale, è necessario e sufficiente che sia dimostrato l'espletamento di fatto delle relative mansioni, caratterizzate dalla preposizione ad uno o più servizi con ampia autonomia decisionale, e non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14835 del 24 giugno 2009
«Il trattamento economico aggiuntivo attribuito ad un dirigente con il riconoscimento di determinati "benefit" (quali l'attribuzione di buoni mensa, l'uso dell'auto, l'uso di un cellulare) può, in base alle pattuizioni che lo prevedono e alle...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27464 del 22 dicembre 2006
«La qualifica di dirigente spetta soltanto al prestatore di lavoro che, come alter ego dell'imprenditore, sia preposto alla direzione dell'intera organizzazione aziendale ovvero ad una branca o settore autonomo di essa, e sia investito di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12085 del 18 agosto 2003
«Ai fini della qualificazione di un rapporto di lavoro come lavoro subordinato dirigenziale o rapporto di collaborazione professionale auto
noma spiega rilevanza decisiva la volontà delle parti, espressa nell'accordo contrattuale, qualora, come...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 618 del 22 gennaio 1999
«La figura professionale del dirigente — che in mancanza di una previsione della disciplina collettiva del rapporto di lavoro va determinata alla stregua della nozione legale di tale categoria — è caratterizzata dall'autonomia e discrezionalità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7761 del 23 agosto 1996
«La qualifica di dirigente può configurarsi anche in ipotesi di struttura imprenditoriale di modeste dimensioni, dal momento che l'ipotizzabile difficoltà di rinvenire nella stessa una posizione di lavoro subordinato caratterizzata da quel ruolo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4437 del 20 aprile 1995
«Il riconoscimento ad un lavoratore subordinato della qualifica di dirigente a prescindere della corrispondenza della stessa alle mansioni effettivamente svolte e la successiva stipulazione con lo stesso di una clausola di durata minima del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 454 del 28 gennaio 1985
«I criteri di qualificazione dell'attività impiegatizia contenuti nel R.D.L. 13 novembre 1924, n. 1825 (disposizioni relative al contratto d'impiego privato) non sono direttamente applicabili (salvo l'eventuale limite derivante da norma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4384 del 14 ottobre 1977
«Considerato che lavoro impiegatizio è quell'attività che integra e sostituisce quella del datore di lavoro, mentre lavoro operaio è quello che inerisce direttamente al processo di produzione ed in esso si esaurisce, esattamente viene qualificato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12214 del 2 dicembre 1998
«La legge 13 maggio 1985, n. 190, che ha introdotto la nuova categoria dei «quadri nella classificazione dei prestatori di lavoro di cui all'art. 2095 c.c., pur non contenendo una precisa definizione della medesima e prevedendo che i relativi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23061 del 5 novembre 2007
«Il decorso di un periodo di prova determinato nella misura di un complessivo arco temporale, mentre non è sospeso da ipotesi di mancata prestazione lavorativa inerenti al normale svolgimento del rapporto, quali i riposi settimanali e le festività,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21698 del 10 ottobre 2006
«Con riguardo al rapporto di lavoro costituito con patto di prova, la facoltà di recesso prevista dal terzo comma dell'art. 2096 c.c. soggiace all'unico limite oltre quello temporale dell'adeguatezza della durata della prova della mancanza di un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19558 del 13 settembre 2006
«Il licenziamento intimato nel corso o al termine del periodo di prova, avendo natura discrezionale, non deve essere motivato, salvo che la motivazione sia imposta, a tutela del lavoratore, dalla contrattazione collettiva. Tuttavia, in nessun caso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14950 del 18 novembre 2000
«Il patto di prova apposto al contratto di lavoro deve non solo risultare da atto scritto, ma contenere anche la specifica indicazione delle mansioni da espletare, atteso che la facoltà del datore di lavoro di esprimere la propria insindacabile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13700 del 13 ottobre 2000
«Con riferimento al patto di prova inserito nel contratto di lavoro, per il quale l'ordinamento — per evidenti ragioni antifrodatorie — prescrive non solo la forma scritta, ma anche la predeterminazione della durata, entro limiti massimi, gli spazi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8295 del 19 giugno 2000
«La clausola del contratto individuale di lavoro con cui sia previsto un periodo di prova di durata maggiore di quella massima prevista
dal contratto collettivo applicabile al rapporto — fermo restando il limite di sei mesi di cui all'art. 10 della...»