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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 905 del 20 ottobre 1992
«Per la sussistenza del reato di detenzione di sostanze stupefacenti è del tutto irrilevante il fine che l'agente intende conseguire mediante la detenzione della droga, sicché è ravvisabile il detto reato, e non quello di favoreggiamento reale,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14668 del 9 novembre 1990
«In tema di concorso di persone nel reato, il sistema positivo si basa sulla teoria monistica del reato secondo cui nella fattispecie plurisoggettiva, l'attività antigiuridica di ciascuno, ponendosi inscindibilmente con quelle degli altri correi,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12523 del 20 settembre 1990
«Il punto centrale di distinzione del reato di favoreggiamento rispetto ai reati presupposti è costituito dalla circostanza che questi ultimi siano stati già commessi. Sicché la condotta criminosa dell'autore sarà qualificabile a titolo di concorso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9912 del 13 ottobre 1988
«Sussiste il concorso nel reato ogni qualvolta si pone in essere un'attività di cooperazione o di collaborazione che comporta appoggio e comunque agevola la commissione del reato. Tale attività di collaborazione e di appoggio, comunque prestata,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7100 del 17 giugno 1988
«Ai fini della sussistenza del reato di favoreggiamento reale oppure di quello di ricettazione, occorre osservare che quest'ultimo è comprensivo di una vasta gamma di ipotesi di attività successive ed autonome, rispetto alla consumazione di altra...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10411 del 7 ottobre 1987
«La competenza territoriale del giudice nella ipotesi di consumazione del delitto di associazione per delinquere, sia di diritto comune che rivolta alla commissione dei reati previsti dalla legge sugli stupefacenti, si incardina nel luogo in cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3558 del 21 marzo 1987
«Per la configurabilità del reato di favoreggiamento reale è necessario che l'aiuto venga prestato nell'interesse esclusivo dell'autore del reato principale; se esso venga, invece, prestato, o anche solo offerto, per una qualità di profitto,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14442 del 23 dicembre 1986
«Il reato di favoreggiamento reale, di cui all'art. 379 c.p., è ipotizzabile anche durante lo stato di permanenza (successivo alla consumazione) del delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione, di cui all'art. 630 c.p., a condizione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20105 del 16 febbraio 2011
«Il delitto di rivelazione di segreti inerenti ad un procedimento penale (art. 379 bis c.p.) ha ad oggetto quelle notizie che siano state apprese in occasione della partecipazione o dell'assistenza all'atto posto in essere nel procedimento e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41370 del 18 dicembre 2006
«Per la sussistenza del reato di patrocinio infedele è necessaria, quale elemento costitutivo del reato, la pendenza di un procedimento nell'ambito del quale deve realizzarsi la violazione degli obblighi assunti con il mandato, che peraltro non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39924 del 3 novembre 2005
«Nell'accertamento del reato di infedele patrocinio il giudice non può limitarsi alla valutazione di singoli atti o di scelte avulsi dal contesto nel quale sono inseriti, ma deve collocare l'attività professionale svolta nel quadro della linea...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11951 del 25 marzo 2005
«Integra il reato di infedele patrocinio la condotta del difensore che si appropri di somme ottenute in via transattiva per conto della parte assistita in un giudizio in corso. (Fattispecie nella quale l'imputato, nei confronti del quale il proprio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8420 del 18 settembre 1997
«Perché si abbia il reato di patrocinio infedele punito dall'art. 380 c.p., occorre una attuale e effettiva pendenza del procedimento avanti all'autorità giudiziaria e l'infedeltà del patrocinio non può essere riferita alle attività prodromiche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13106 del 2 aprile 2001
«La condotta punibile del reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice (nella specie, un sequestro conservativo) nella forma dell'elusione della misura cautelare a difesa del credito (art. 388, secondo comma, c.p.), ricorre...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11424 del 25 novembre 1995
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 381 c.p. (Altre infedeltà del patrocinatore o del consulente tecnico), per stabilire l'identità o la diversità del procedimento, deve farsi non astratto riferimento ai criteri utilizzati per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4668 del 27 aprile 1995
«Per la sussistenza dei delitti di patrocinio o di consulenza infedele (art. 380 c.p.) e le altre infedeltà del patrocinatore o del consulente tecnico (art. 381 c.p.) è strutturalmente necessaria la instaurazione di un procedimento dinanzi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2123 del 21 novembre 1969
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 381, comma primo, c.p., è necessario che vi sia prestazione effettiva e concreta di patrocinio, che abbia o possa avere un'efficienza processuale immediata o anche mediata, anche se resti indifferente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9718 del 6 ottobre 1988
«Il delitto di millantato credito del patrocinatore è configurabile anche quando la dazione o promessa di compenso corrisponda a prestazioni professionali effettive pur se ingigantite per creare nel cliente la convinzione che il patrocinatore sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5172 del 30 aprile 1988
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 382 c.p. non occorre che sia immediatamente operativa la situazione nel cui contesto il millantatore fa credere al cliente di dover agire per compiere il favore di uno dei soggetti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14612 del 27 aprile 2006
«Risponde del reato di cui all'art. 386 c.p. anche colui che abbia agevolato l'evasione di una persona in stato di arresto presso la propria abitazione. (In applicazione di tale principio la Corte ha annullato con rinvio la sentenza con la quale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3251 del 22 marzo 1991
«Il reato di procurata evasione, previsto dall'art. 386 c.p. è perpetrabile anche mediante omissione. (Fattispecie in cui l'agevolazione dell'evasione di taluni reclusi era stata attuata mediante la totale omissione di controlli).»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25979 del 25 giugno 2010
«Ai fini dell'integrazione del reato di colpa del custode di cui all'art. 387 c.p. è necessario che sussista, e sia all'evidenza riconoscibile, il nesso di causalità tra l'evasione della persona sottoposta a custodia e il fatto addebitato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46247 del 27 novembre 2012
«Non è configurabile la causa di non punibilità di cui al combinato disposto degli artt. 384, comma primo, c.p. e 199 c.p.p., nell'ipotesi in cui un teste deponga in un processo nel quale il prossimo congiunto sia persona offesa dal reato, a nulla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17186 del 3 maggio 2011
«Sussistono i presupposti di operatività dell'art. 384 c.p. qualora l'imputato renda dichiarazioni mendaci alla polizia stradale in ordine alla identità del prossimo congiunto (nella specie nipote) - resosi appena prima responsabile del reato di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26061 del 4 luglio 2011
«In tema di falsa testimonianza, ai fini della configurabilità dell'esimente di cui all'art. 384, comma primo, c.p., rileva non solo il pericolo di un nocumento alla libertà o all'onore dell'autore del reato o di un suo prossimo congiunto, ma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7203 del 24 maggio 1990
«La causa di non punibilità prevista dal primo comma dell'art. 384 c.p. in relazione ai singoli delitti contro la P.A. in esso considerati, postula, come condizione, che ne costituisce anche la ragione giustificatrice, uno stato di necessità, ossia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2533 del 21 gennaio 2010
«In tema di procurata inosservanza di pena, la prova circa la consapevolezza dell'imputato di agevolare l'autore di un reato a sottrarsi all'esecuzione della pena può fondarsi sulla notorietà della caratura criminale del soggetto favorito, nonché...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3613 del 30 gennaio 2006
«Il reato di procurata inosservanza di pena può assumere le forme più diverse, tuttavia è necessario, per l'integrazione della condotta tipica, che l'aiuto prestato al condannato sia idoneo a conseguire l'effetto di sottrarlo all'esecuzione della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9936 del 4 marzo 2003
«La condotta del reato di procurata inosservanza di pena consiste in un'attività volontaria, specificamente diretta ad eludere l'esecuzione della pena, che concorre con quella del condannato ricercato. Ne consegue che non è responsabile del reato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3861 del 30 giugno 1997
«Il reato di favoreggiamento personale ha come presupposto la commissione, da parte di un altro soggetto, di un altro delitto per il cui accertamento siano in corso indagini, e si concreta con l'agevolazione prestata a sottrarsi alle indagini...»