-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 310 del 15 gennaio 1990
«Ai fini della configurabilità della circostanza attenuante del danno risarcito in caso di rifiuto o rinuncia dell'avente diritto al risarcimento, è necessario che l'intenzione di risarcire il danno abbia assunto un particolare carattere di...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4525 del 2 aprile 1990
«I precedenti penali dell'imputato, per quanto non siano di per sé ostativi alla concessione delle attenuanti generiche, possono tuttavia essere valutati come elementi negativi a tal fine, in quanto indicativi della sua pericolosità sociale.»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5272 del 9 aprile 1990
«Il contegno attuoso post factum dell'imputato, il quale con una lunga opera di modernizzazione abbia agito in modo da ridurre l'incidenza degli infortuni sul lavoro, certamente apprezzabile e producente al fine di beneficiare delle attenuanti...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5913 del 23 aprile 1990
«Ai fini della comparazione delle circostanze, nel sistema penale vigente, il criterio generale che deve essere osservato dal giudice, è quello risultante dallo schema dell'art. 133 c.p.; dal coordinamento di detta norma con quello dell'art. 69...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 82 del 11 gennaio 1990
«In tema di nesso di causalità, la colpa della vittima non può costituire causa unica e determinante dell'evento in una situazione di pericolo posta in essere dall'imputato; la causa sopravvenuta, infatti, può essere considerata causa esclusiva...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8238 del 6 giugno 1990
«La circostanza attenuante comune prevista dall'art. 62, n. 6, seconda ipotesi, c.p. (elisione o attenuazione delle conseguenze del reato), è di natura soggettiva e trova fondamento nella minore capacità a delinquere del colpevole, il quale, per...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10605 del 21 ottobre 1991
«La condanna al risarcimento del danno pronunciata in sede penale soltanto a carico dell'imputato e non anche del responsabile civile, regolarmente citato, non inficia la decisione agli effetti civili, poiché il vincolo di solidarietà tra imputato...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10932 del 4 novembre 1991
«Integra il reato di furto aggravato ex artt. 624 e 61, n. 7, c.p., la sottrazione di acque pubbliche derivate da pozzi — escavati nei propri terreni senza preventiva autorizzazione ex art. 95, R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 — e distribuite a terzi...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11027 del 4 novembre 1991
«La sottrazione di un oggetto fatta con l'intento puramente scherzoso non può integrare l'ipotesi di furto, in quanto l'intento ioci causa essendo incompatibile con il fine di trarre profitto, esclude il dolo specifico di detto reato. (Nella...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11941 del 22 novembre 1991
«In tema di appello, non sussiste l'obbligo per il giudice di motivare sulla mancata concessione della sospensione condizionale della pena non richiesta dall'imputato con i motivi di gravame o in sede di trattazione dell'impugnazione. L'art. 597,...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11973 del 22 novembre 1991
«È inammissibile il ricorso dell'imputato che lamenta il mancato giudizio di prevalenza delle riconosciute attenuanti generiche sulla contestata recidiva se tale punto ha formato legittimamente oggetto dell'accordo intervenuto nel giudizio di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11991 del 25 novembre 1991
«La gravità concreta del fatto considerato nelle specifiche circostanze storiche e i precedenti penali, assunti come elementi indicativi della personalità dell'imputato (da soli o insieme ad altri elementi), ben possono giustificare il diniego...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12760 del 18 dicembre 1991
«La circostanza attenuante della riparazione del danno di cui alla prima parte dell'art. 62 n. 6 c.p. non è collegata necessariamente con la cosiddetta resipiscenza del reo, potendo trovare la sua giustificazione in una mera utilità del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12903 del 20 dicembre 1991
«Il quarto comma dell'art. 597 del codice di rito vigente impone che, nella ipotesi di parziale riforma della sentenza di primo grado per la ritenuta non responsabilità dell'imputato per alcuno dei reati concorrenti, si debba diminuire la pena...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2437 del 23 febbraio 1991
«Il giudice nel dichiarare estinto il reato ex art. 152, primo comma c.p.p. (1930) (idem, art. 129 nuovo codice di rito), non ha l'obbligo di esaminare in modo specifico e approfondito, tutte le emergenze processuali né di esporre dettagliatamente...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2662 del 26 febbraio 1991
«Il comportamento dell'imputato successivo alla commissione del reato può essere preso in considerazione dal giudice per il diniego della concessione delle attenuanti generiche né è necessaria una congrua motivazione allorché la concessione di tali...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3018 del 8 marzo 1991
«Se, da una parte, l'imputato non ha il dovere di rispondere alle domande e di ammettere fatti rivelatori della sua responsabilità, dall'altra il giudice può trarre, dai suoi diversi possibili atteggiamenti di fronte alle contestazioni, le proprie...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3503 del 27 marzo 1991
«L'esimente di cui all'art. 384 c.p., se ritenuta sussistente, elimina dal fatto il carattere di penale antigiuridicità, cosicché, come ulteriore conseguenza, non potrà dar luogo a responsabilità dell'agente in ordine ad un evento diverso...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3909 del 6 aprile 1991
«In tema di motivazione sulla mancata concessione delle attenuanti generiche, il richiamo al comportamento processuale dell'imputato improntato al diniego è legittimo, in quanto — se è vero che il medesimo ha la facoltà di mentire — non si può...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5097 del 7 maggio 1991
«La rinuncia a uno o più motivi di appello produce l'effetto di limitare la cognizione del gravame ai capi o ai punti della decisione ai quali si riferiscono i rimanenti motivi; con la conseguenza che l'imputato non può dolersi con il ricorso per...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5519 del 18 maggio 1991
«L'assicurazione a fare vendere le cose che saranno rubate integra una forma di istigazione a commettere il furto, che si differenzia dal favoreggiamento, in cui l'attività del complice è un fatto successivo alla consumazione del furto. (Nella...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5839 del 30 maggio 1991
«La colpa punibile, ai sensi dell'art. 43 c.p., si estrinseca non solo nell'inosservanza di obblighi imposti da leggi, regolamenti, ordini o discipline, ma anche in un comportamento negligente, imprudente o imperito o, comunque, violatore di regole...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 619 del 19 marzo 1991
«Nel caso in cui a carico di un imputato pendano per gli stessi fatti due procedimenti penali, ognuno in fase diversa, dei quali il primo, instaurato nella vigenza del codice di procedura penale del 1930 e che deve proseguire secondo quel rito,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6939 del 28 giugno 1991
«In tema di impugnazione, il giudice di appello — come espressamente impone l'art. 605 nuovo c.p.p., fuori dell'ipotesi dell'art. 604 stesso codice (sentenze di annullamento) — emette sentenze che confermano o riformano in tutto o in parte quelle...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7961 del 25 luglio 1991
«In tema di sequestro di persona a scopo di estorsione, non ricorre l'attenuante ex art. 630 comma quinto, c.p. nel caso in cui un imputato in piena autonomia ed ignorando le confessioni altrui, abbia collaborato in modo rilevante, ma non decisivo...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9842 del 20 settembre 1991
«Il cosiddetto patteggiamento in appello — che non comporta alcuna riduzione premiale né vantaggi di altro genere per l'imputato — non vincola il giudice, il quale, quando le parti concordano sull'accoglimento di tutti o di alcuni motivi con...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10009 del 19 ottobre 1992
«È illegittima la mancata concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, qualora il giudizio relativo alla prognosi non favorevole per il futuro sia stato fondato soltanto sul comportamento post factum dell'imputato. (Nella...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10376 del 29 ottobre 1992
«Benché il giudice di merito nell'esercizio del suo potere discrezionale concernente la concessione o il diniego delle attenuanti generiche possa attingere a qualsiasi elemento di valutazione ancorché non esplicitamente contemplato nell'art. 133...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10587 del 3 novembre 1992
«In tema di reato continuato, una volta ritenuta dal giudice di merito la contravvenzione più grave del delitto, è inammissibile per carenza di interesse il ricorso dell'imputato che miri ad ottenere un'inversione di gravità dei reati, perché il...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11078 del 17 novembre 1992
«La sent. n. 443/90 con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 444, secondo comma, secondo periodo, per violazione dell'art. 24, primo comma Cost., nella parte in cui non prevede che il giudice penale possa...»