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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2110 del 24 febbraio 2000
«In tema di cessione del credito pro solvendo , la garanzia del cedente per mancata realizzazione del credito da parte del cessionario è condizionata alla dimostrazione, da parte di quest'ultimo, dell'adempimento dell'onere di cui all'art. 1267...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7018 del 6 luglio 1999
«In tema di cessione del credito, non integra gli estremi della violazione dell'obbligo di diligenza cui all'art. 1267, secondo comma, c.c. (diligenza del cessionario nell'iniziare o proseguire le istanze contro il debitore ceduto) la mancata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19090 del 11 settembre 2007
«In tema di assunzione dell'obbligazione da parte del delegato al pagamento ai sensi dell'art. 1268 c.c. non sono richiesti speciali requisiti di forma, potendosene ammettere l'integrazione anche in virtù di accordi conclusi per facta concludentia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2402 del 26 giugno 1976
«Qualora il credito ammesso al passivo fallimentare sia stato oggetto, da parte del debitore poi fallito, di delegazione cumulativa passiva, la definitività di detta ammissione non preclude l'esperibilità dell'azione revocatoria fallimentare...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 848 del 24 gennaio 2002
«L'art. 1268 c.c., subordinando la liberazione del debitore ad una dichiarazione espressa del creditore, esclude che la liberazione possa costituire l'effetto di fatti concludenti, per definizione sintomatici di una manifestazione tacita di volontà...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6387 del 17 maggio 2000
«Dall'analisi del modello delegatorio testualmente configurato dagli artt. 1268-1270 c.c. si desume che la delegazione può essere realizzata attraverso una pluralità di distinti negozi bilaterali ed unilaterali, dotati ciascuno di una propria...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 854 del 12 febbraio 1982
«La delegatio promittendi , che ha ad oggetto la promessa di un futuro pagamento, non determina la novazione del rapporto obbligatorio originario, bensì l'aggiunta di un nuovo debitore (delegato), con posizione di debitore principale, accanto al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 262 del 23 gennaio 1975
«Quando una obbligazione pecuniaria, cambiariamente garantita, forma oggetto di delegazione o di accollo, la liberazione del debitore originario non avviene senza una dichiarazione espressa del creditore ovvero senza il suo consenso ad un accollo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3947 del 3 dicembre 1974
«Non si oppone alla qualificazione di un rapporto giuridico come delegatio promittendi la circostanza che il soggetto incaricato di effettuare il pagamento per conto del debitore originario non abbia inteso assumere la medesima posizione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 676 del 12 marzo 1973
«Ai sensi dell'art. 1268, cpv., c.c. il creditore che ha accettato l'obbligazione del terzo non può rivolgersi al delegante se prima non ha richiesto al delegato l'adempimento. Per l'osservanza di tale onere non è tuttavia necessario che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2549 del 11 luglio 1969
«La delegazione si svolge normalmente sulla base di due preesistenti rapporti di debito, intercorrenti rispettivamente tra delegante e delegatario (c.d. rapporto di valuta) e tra delegato e delegante (c.d. rapporto di provvista). Il nostro sistema...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7050 del 28 marzo 2011
«Il rapporto che si instaura tra datore di lavoro e Cassa Edile, per il pagamento da parte di quest'ultima ai lavoratori delle somme dovute in base agli accantonamenti effettuati dal datore di lavoro, va qualificato come delegazione di pagamento,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9470 del 19 maggio 2004
«Il nostro sistema positivo consente di configurare la delegazione cosiddetta titolata, oltre che relativamente a preesistenti rapporti di credito, già liquidi ed esigibili, anche riguardo sia a crediti che, ancorché esistenti, non siano ancora...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5770 del 14 giugno 1994
«Nella delegazione di pagamento «pura» l'obbligazione del delegato verso il delegatario prescinde del tutto dal rapporto sottostante di provvista (delegante-delegato) e di valuta (delegante-delegatario) e, quindi, dai relativi vizi, salvo che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3179 del 23 marzo 1991
«Per il perfezionamento della delegazione di pagamento è richiesta la sola partecipazione del delegante (debitore) e del delegato (terzo), esaurendosi tale negozio nella indicazione al creditore della persona alla quale il debitore ordina di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 724 del 15 marzo 1971
«La delegazione di pagamento (art. 1269 c.c.) si concreta in un rapporto con pluralità di soggetti (cosiddetto «trilatero», cioè con partecipazione, fin dall'origine, del delegante (debitore), del delegato (nuovo debitore) e del delegatario...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1698 del 11 aprile 1978
«Il secondo comma dell'art. 1269 c.c., il quale stabilisce che il terzo delegato per eseguire il pagamento non è tenuto ad accettare l'incarico, ancorché sia debitore del delegante, comporta che la delegazione può aver luogo anche fuori della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11296 del 28 agosto 2000
«Il secondo comma dell'art. 1269 c.c., il quale stabilisce che il terzo delegato per eseguire il pagamento non è tenuto ad accettare l'incarico, ancorché sia debitore del delegante, comporta che la delegazione può aver luogo anche fuori della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 535 del 19 gennaio 2000
«Il pagamento di un assegno bancario da parte della banca trattaria sull'erroneo presupposto dell'esistenza di sufficiente provvista non può considerarsi indebito e non è, quindi, suscettibile di ripetizione, perché la banca solvente, che riveste...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2943 del 4 aprile 1997
«In caso di delegazione di pagamento titolata rispetto al rapporto di valuta, il delegato che per errore esegua una seconda volta il pagamento in favore del terzo ha il diritto di ripetere tale ultimo pagamento, costituente un indebito oggettivo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24891 del 26 novembre 2009
«Il patto con cui un soggetto s'impegna ad estinguere un debito altrui è qualificabile non già come fideiussione, ma come espromissione, avendo ad oggetto un'obbligazione preesistente, e perfezionandosi nei confronti del creditore al momento in cui...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26863 del 10 novembre 2008
«L'espromissione è un contratto tra creditore e terzo, al quale resta estraneo il debitore. Pertanto, là dove tale contratto dovesse assumere la natura di un rapporto ad esecuzione continuata o periodica, il diritto di recesso previsto in via...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8622 del 12 aprile 2006
«Nel contratto di espromissione, l'impegno dell'espromittente si perfeziona nei confronti del creditore al momento in cui il creditore stesso venga a conoscenza di tale impegno, senza necessità di un atto di accettazione di quest'ultimo.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19118 del 13 dicembre 2003
«Il contratto di espromissione, la cui conclusione avviene mediante la sola manifestazione di volontà del terzo e del creditore, trova la sua causa nell'assunzione di un debito altrui, mentre suo necessario presupposto è l'esistenza di una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5076 del 5 aprile 2001
«L'offerta di risarcimento del danno rivolta dall'assicuratore al terzo danneggiato — implicita nell'invito a definire transattivamente l'entità del danno medesimo — concreta una proposta di espromissione e, ove sia accettata, dà vita al relativo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6935 del 21 novembre 1983
«Il negozio di espromissione, con il quale un terzo assume spontaneamente un debito altrui, non si inquadra fra le promesse unilaterali, ma costituisce un contratto tra creditore e terzo, e ad esso pertanto si applicano tutte le regole che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1081 del 2 febbraio 1982
«La promessa dell'obbligazione o del fatto del terzo, cui si riferisce l'art. 1386 ( Recte: 1381 - N.d.R. ) c.c., consiste nell'assunzione dell'impegno di adoperarsi affinché il terzo, non tenuto da precedenti vincoli nei confronti del soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2525 del 7 luglio 1976
«L'espromissione è un contratto fra il creditore ed il terzo, che assume spontaneamente il debito altrui, nel quale non vengono in considerazione i rapporti interni fra debitore ed espromittente e nel quale non sono giuridicamente rilevanti i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1509 del 28 aprile 1976
«Ai fini del disconoscimento della scrittura privata relativa al debito altrui, l'espromittente va considerato come avente causa del sottoscrittore ai sensi e per gli effetti del secondo comma dell'art. 214 c.p.c.; pertanto, poiché a norma del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2769 del 11 luglio 1975
«Poiché nell'espromissione, a differenza che nella delegazione e nell'accollo, l'assunzione del debito altrui è spontanea da parte del terzo e sono irrilevanti i motivi che inducono il terzo a intervenire, l'espromittente ha titolo, proprio in...»