-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2031 del 17 marzo 1983
«In base alla normativa sulla recidiva introdotta con la “novella” n. 220 del 1974, il giudice ha la facoltà di escludere la recidiva, che nonostante la particolare natura di qualificazione giuridica inerente alla persona del colpevole, riceve nel...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20798 del 24 maggio 2011
«La recidiva è circostanza aggravante ad effetto speciale quando comporta un aumento di pena superiore a un terzo e pertanto soggiace, in caso di concorso con circostanze aggravanti dello stesso tipo, alla regola dell'applicazione della pena...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 48655 del 14 dicembre 2012
«In ipotesi di recidiva semplice, sebbene qualificata ai sensi del comma quinto dell'art. 99 cod.pen., non opera il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti previsto dal comma quarto dell'art. 69 cod.pen., in quanto la prima disposizione...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6250 del 7 febbraio 2003
«In tema di concorso di persone nel reato, la disposizione del secondo comma dell'art. 114 c.p., secondo cui l'attenuante della minima partecipazione al fatto pluripersonale non si applica quando ricorra una delle circostanze aggravanti delineate...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5797 del 10 maggio 1988
«In tale caso la responsabilità per concorso anomalo in reato più grave e diverso da quello concordato, quando legato da nesso di causalità psichica e materiale al crimine concordato, resta esclusa soltanto se l'evento maggiore derivatone,...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7223 del 18 luglio 1996
«L'attenuante prevista dall'art. 73, comma quinto, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, e quella ex art. 114 c.p. operano su piani diversi, onde la loro autonomia e presenza dell'una con esclusione dell'altra, agendo la circostanza di cui all'art. 114...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10098 del 6 marzo 2009
«In tema di concorso anomalo, la prognosi postuma sulla prevedibilità del diverso reato commesso dal concorrente va effettuata in concreto, con riferimento alla personalità dell'imputato e alle circostanze ambientali nelle quali si è svolta...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7482 del 28 luglio 1982
«...e sempre con quello di conseguire l'impunità. Il concorso delle due circostanze aggravanti è pertanto configurabile in concreto, qualora il reato determinante contenga anche i requisiti per qualificare, nel movente abietto, il reato determinato.»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9323 del 12 agosto 1998
«Nella responsabilità concorsuale di cui all'art. 116 c.p. il soggetto che non volle il reato diverso e più grave, pur non avendolo previsto e anzi ritenuto evitabile, risponde comunque di un reato doloso — sempre che esso non venga a configurarsi...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32787 del 27 luglio 2015
«In tema di sospensione con messa alla prova, ai fini dell'individuazione dei reati per i quali essa è ammessa ai sensi degli artt. 168 bis e seguenti cod. pen., occorre avere riguardo esclusivamente alla pena massima prevista per la fattispecie...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6587 del 13 giugno 1991
«Il delitto di cui all'art. 317 c.p., oltre che con la forma della «costrizione», si consuma anche con quella della «induzione» per effetto della quale il privato soggiace alla posizione di preminenza del pubblico ufficiale che, abusando della...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2790 del 16 marzo 1992
«La qualità di pubblico ufficiale deve essere attribuita a tutti gli insegnanti di scuole statali, in quanto essi esercitano una funzione disciplinata da norme di diritto pubblico e caratterizzata dalla manifestazione della volontà della pubblica...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 52005 del 12 dicembre 2014
«Gli ufficiali ed agenti della Polizia di Stato sono considerati in servizio permanente nel senso che non cessano dalla loro qualifica di pubblici ufficiali pur se liberi dal servizio, essendo anche in tali circostanze tenuti ad esercitare le...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10289 del 4 marzo 2014
«In tema di calunnia, la prova dell'elemento soggettivo può desumersi dalle concrete circostanze e modalità esecutive dell'azione criminosa, attraverso le quali, con processo logico-deduttivo, è possibile risalire alla sfera intellettiva e volitiva...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10130 del 11 agosto 1999
«Poiché i delitti di falso in scrittura privata tutelano, non solo la fiducia e la sicurezza nella circolazione dei titoli, ma anche gli specifici interessi patrimoniali che gli stessi incorporano, sono ad essi applicabili le circostanze -...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4235 del 7 marzo 2000
«Ai fini della verifica delle condizioni alle quali l'art. 280 c.p.p. subordina l'applicazione, e quindi il mantenimento, di una misura coercitiva personale, occorre fare riferimento, dopo una sentenza di condanna, alle statuizioni della sentenza...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14209 del 25 ottobre 1989
«In tema di incendio colposo, la mancata individuazione del fattore innescante la combustione risulta irrilevante ai fini della affermazione di penale responsabilità di colui che pose e mantenne le condizioni per il verificarsi dell'evento, cioè...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5660 del 16 maggio 1994
«Risponde del delitto di cui agli artt. 490 e 476 c.p. l'agente di custodia che sopprima una «nota riservata» redatta al direttore della Casa circondariale, nella quale si dà atto dei disservizi riscontrati nella gestione dell'istituto e si...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25336 del 7 giugno 2004
«Sussiste il delitto di falsità ideologica del privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), qualora un esperto qualificato, iscritto in un albo speciale, riversi — così assumendo spontaneamente responsabilità attestativa — in un atto pubblico redatto...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37938 del 6 ottobre 2003
«Il delitto di falsa attestazione al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, di fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità è integrato anche quando l'agente prospetti come vere circostanze delle quali non sia effettivamente a...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7515 del 24 giugno 1998
«Il reato di falsa dichiarazione a un pubblico ufficiale sulle proprie qualità personali, destinata a essere riprodotta in un atto pubblico, di cui all'art. 495, secondo comma, c.p., si consuma nel momento in cui le false dichiarazioni vengono...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10258 del 19 ottobre 1988
«...il delitto tentato è perseguibile di ufficio. Nei casi incerti, il principio per cui in dubio pro reo rende il tentativo di lesioni, delle quali non è possibile ipotizzare in concreto prognosi sui termini di guarigione, reato procedibile a...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4407 del 15 aprile 1998
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 591 c.p. (abbandono di persone minori o incapaci), non è penalmente apprezzabile l'atto con il quale il direttore sanitario di una clinica — presso cui è ricoverato, in trattamento sanitario non...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8282 del 2 ottobre 1985
«Per fatto determinato, ai fini della configurabilità della circostanza aggravante di cui all'art. 595 comma secondo c.p., s'intende il fatto concretamente individuabile mediante l'indicazione dell'azione o delle azioni che si affermano essere...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10510 del 23 novembre 1981
«In tema di diffamazione, per fatto determinato deve intendersi un fatto concretamente individuabile mediante l'indicazione dell'azione che si afferma essere stata commessa da qualcuno, non essendo sufficiente la generica attribuzione di qualità o...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10372 del 1 settembre 1999
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, poiché, qualunque sia la forma grammaticale o sintattica delle frasi o delle locuzioni adoperate, ciò che conta è la loro capacità di ledere o mettere in pericolo l'altrui reputazione, il reato si realizza...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2210 del 29 febbraio 1996
«In tema di reato di diffamazione a mezzo stampa, l'attribuzione a taluno, in termini di certezza, di un fatto che è invece rimasto non accertato, non perde il connotato della illiceità sol perché sia inserita all'interno di una determinata analisi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 569 del 15 gennaio 2015
«In tema di prova testimoniale, i testimoni "de relato actoris" sono quelli che depongono su fatti e circostanze di cui sono stati informati dal soggetto che ha proposto il giudizio, così che la rilevanza del loro assunto è sostanzialmente nulla,...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 25756 del 5 dicembre 2014
«Il mancato esame di un documento può essere denunciato per cassazione solo nel caso in cui determini l'omissione di motivazione su un punto decisivo della controversia e, segnatamente, quando il documento non esaminato offra la prova di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5602 del 4 febbraio 2014
«L'inimicizia grave come motivo di ricusazione deve sempre trovare riscontro in rapporti personali estranei al processo ed ancorati a circostanze oggettive, mentre, invece, la condotta endoprocessuale può assumere rilievo solo quando presenti...»