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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40012 del 4 novembre 2011
«Ai fini della configurabilità del reato di atti contrari alla pubblica decenza non è richiesto che gli stessi siano effettivamente percepiti da terzi, essendo sufficiente la mera possibilità della loro percezione.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23083 del 8 giugno 2011
«Integra il reato di atti contrari alla pubblica decenza l'esibizione dei glutei scoperti ai passanti in luogo di pubblico transito.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 31407 del 21 settembre 2006
«Poiché la pubblica decenza va commisurata secondo un criterio storico-sociologico al sentimento comune dell'uomo medio e non alla particolare sensibilità di un singolo, la nudità integrale in luoghi pubblici o aperti al pubblico, al di fuori della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9685 del 13 novembre 1996
«Ai fini della determinazione delle categorie dell'osceno e degli atti contrari alla pubblica decenza, il giudice deve adottare, quali parametri di valutazione del modificarsi dei costumi sull'intero territorio nazionale, mode (costumi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2194 del 18 febbraio 1987
«La forza preclusiva del principio ne bis in idem, di cui all'art. 90 c.p.p., non opera nel caso in cui il fatto sul quale si è formato il giudicato, pur essendo unico come entità di ordine materiale, importi la violazione di diverse disposizioni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16438 del 27 aprile 2011
«Ai fini dell'integrazione del reato di inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori la mancata conoscenza, da parte dei genitori, della omessa frequentazione scolastica dei propri figli non esclude l'elemento soggettivo, incombendo comunque...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33841 del 4 settembre 2007
«Integra il reato di cui all'art. 731 c.p. la condotta di chi, investito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, ometta di vigilare e controllare che il minore si rechi realmente a scuola per ricevere l'istruzione.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16965 del 4 maggio 2007
«L'art. 731 c.p. sanziona l'inosservanza dell'obbligo dei genitori di impartire ai figli minorenni l'istruzione elementare e, pertanto, non ricomprende l'inosservanza dell'art. 2 lett. c) della legge 28 marzo 2003 n. 53 secondo cui è assicurato a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 32539 del 29 settembre 2006
«Il semplice rifiuto del minore di frequentare la scuola non costituisce motivo di esclusione dalla responsabilità in ordine al reato di cui all'art. 731 c.p., inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori, atteso che si configura quale giusto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 13977 del 23 marzo 2004
«Il reato di cui all'art. 731 del c.p., inosservanza dell'obbligo di istruzione di minori, ha natura plurioffensiva, atteso che tutela non soltanto l'interesse pubblico dello Stato all'ottemperanza all'obbligo scolastico, ma anche il diritto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4478 del 2 aprile 1990
«L'obbligo di curare l'istruzione elementare e media del figlio minore sussiste anche se quest'ultimo sia stato affidato — in sede di divorzio — all'altro coniuge. Ne deriva che è configurabile il reato di cui all'art. 731 c.p. a carico del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42893 del 24 ottobre 2008
«In tema di tutela penale delle cose di antichità e d'arte, la qualifica di soggetto attivo del reato di danneggiamento (art. 733 c.p. ) compete anche a chi riveste la carica pubblica di sindaco nel caso in cui i beni danneggiati costituiscano...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 39727 del 26 novembre 2002
«Soggetto attivo del reato di cui all'art. 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) non è il solo titolare di diritti reali sui beni protetti, ma anche il sequestro detentore o il possessore degli stessi,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4001 del 1 febbraio 2001
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 733 c.p. (danneggiamento del patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) occorre verificare se dal fatto sia derivato un danno patrimoniale archeologico nazionale, atteso che tale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3624 del 19 marzo 1999
«La contravvenzione di cui all'art. 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) costituisce un presidio esterno al sistema di tutela apprestato dalla legge 1 gennaio 1939, n. 1089, che tra le sue figure di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4052 del 20 gennaio 1997
«Il reato contravvenzionale previsto dagli artt. 11 comma primo e 59 della legge 1 giugno 1939, n. 1089 è reato di condotta, che consiste nel demolire, rimuovere, modificare o restaurare le cose di interesse artistico senza l'autorizzazione del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6199 del 21 giugno 1993
«Il soggetto attivo del reato ex art. 733 c.p. può essere rappresentato sia dal proprietario sia dal possessore o dal detentore, dato che un'interpretazione eccessivamente restrittiva del termine «proprio» paradossalmente escluderebbe dalla tutela...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6478 del 28 aprile 1989
«Non è configurabile il concorso formale fra il reato previsto dall'art. 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale) e le violazioni degli artt. 48, 68 c.p. e 59, L. 1 giugno 1939, n. 1089, dovendosi ritenere...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7083 del 17 giugno 1988
«Le due ipotesi di reato previste dall'art. 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) e dagli artt. 11 e 59 L. 1 giugno 1939, n. 1089 (violazione delle disposizioni per la conservazione, integrità e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1990 del 17 febbraio 1987
«Il reato di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale, previsto dall'art. 733 c.p., può essere commesso soltanto dal proprietario della cosa.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5319 del 19 maggio 1975
«Perché si configuri la contravvenzione di cui all'art. 733 c.p., è necessario che al danneggiatore della cosa propria «sia noto il rilevante pregio» di essa, archeologico, storico, oppure artistico. Tale conoscenza dell'agente è certa quando con...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33550 del 7 agosto 2003
«Il reato di distruzione o deturpamento di bellezze naturali ha natura di reato istantaneo con effetti permanenti, ed allorché consti di atti plurimi frazionati e protratti nel tempo si consuma al momento della cessazione dell'attività vietata....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9229 del 26 agosto 1994
«La distruzione o l'alterazione del paesaggio si verifica, nell'ipotesi di costruzione o demolizione, all'epoca della ultimazione delle due attività. In quel momento il danno è ormai intervenuto. La successiva protrazione del medesimo non configura...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 1695 del 13 settembre 1993
«La distruzione o l'alterazione del paesaggio si verifica, nell'ipotesi di costruzione o demolizione, all'epoca della ultimazione delle due attività. In quel momento in danno è ormai intervenuto. La successiva protrazione del medesimo non configura...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6200 del 21 giugno 1993
«La contravvenzione di deturpamento o alterazione di bellezze naturali (nella specie sistemazione di un cartellone pubblicitario stradale) ha natura di reato permanente, poiché la condotta non si esaurisce con la sistemazione dell'ostacolo alle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 248 del 12 gennaio 1993
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 734 c.p. è demandato sempre al giudice penale l'accertamento della sussistenza della distruzione o alterazione delle bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione dell'autorità,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10956 del 13 novembre 1992
«Il reato di cui all'art. 734 c.p. è di danno concreto, poiché la norma postula il deturpamento o l'alterazione delle bellezze naturali, indipendentemente dal nulla osta paesistico. La relativa valutazione è riservata al motivato apprezzamento dei...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46992 del 3 dicembre 2004
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 734 c.p., non è necessario che l'alterazione del luogo protetto abbia carattere primario, ma la condotta di deturpamento può anche essere successiva ad altri fatti, sempre che il giudice motivi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32125 del 23 luglio 2004
«Il reato di cui all'art. 734 c.p. (distruzione e deturpamento delle bellezze naturali), si configura in presenza di un effettivo e grave danno ambientale, che risulta anche da una diversa destinazione (lottizzazione) impressa all'opera rispetto...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15299 del 30 marzo 2004
«In tema di tutela del patrimonio paesistico ed ambientale, ai fini della applicabilità della ipotesi contravvenzionale di cui all'art. 734 c.p., l'accertamento della sussistenza della distruzione o alterazione delle bellezze naturali dei luoghi...»