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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 81 del 7 gennaio 2000
«La responsabilità per gravi difetti di cui all'art. 1669 c.c. è di natura extracontrattuale, essendo sancita al fine di garantire la stabilità e solidità degli edifici e delle altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata, a tutela...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1463 del 23 gennaio 2008
«In tema di garanzia per gravi difetti dell'opera ai sensi dell'art. 1669 c.c., il termine per la relativa denunzia non inizia a decorrere finché il committente non abbia conoscenza sicura dei difetti e tale consapevolezza non può ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14561 del 30 luglio 2004
«In tema di rovina e difetti di cose immobili destinate per loro natura a durare nel tempo, l'art. 1669 c.c. prescrive, oltre al termine decennale attinente al rapporto sostanziale di responsabilità dell'appaltatore (ricollegabile anche alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11672 del 5 settembre 2000
«Nel giudizio contro il costruttore di un immobile per il risarcimento dei danni conseguenti ad un grave difetto di costruzione, ai sensi dell'art. 1669 c.c., l'eccezione del costruttore che, senza contestare il difetto denunciato, si limita a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11613 del 18 novembre 1998
«In tema di responsabilità dell'appaltatore per rovina e difetti di cose immobili ai sensi dell'art. 1669 c.c., l'identificazione degli elementi conoscitivi necessari e sufficienti perché possa individuarsi la scoperta del vizio ai fini del computo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8689 del 2 settembre 1998
«A differenza dell'azione per la difformità e vizi dell'opera di cui all'art. 1667 c.c., l'azione per gravi difetti, disciplinata dall'art. 1669 c.c., prescinde dalla consegna dell'opera e dal collaudo, mentre il termine annuale per evitare la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8109 del 27 agosto 1997
«Premessa la applicabilità della norma di cui all'art. 1669, in tema di responsabilità dell'appaltatore verso il committente, anche alla analoga fattispecie di responsabilità del costruttore-venditore verso l'acquirente, deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11642 del 29 luglio 2003
«Il diritto di recesso esercitabile ad nutum dal committente in qualsiasi momento dell'esecuzione del contratto di appalto non presuppone necessariamente uno stato di regolare svolgimento del rapporto, ma, al contrario, stante l'ampiezza di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 77 del 8 gennaio 2003
«In tema di appalto ed in ipotesi di recesso unilaterale dal contratto ai sensi dell'art. 1671 c.c. grava sul committente che recede e che eccepisca in giudizio la compensatio lucri cum damno provare il lucrum dell'appaltatore (che abbia potuto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12368 del 22 agosto 2002
«In tema di appalto, il recesso del committente disciplinato dall'art. 1671 c.c. può essere convenuto, tra le parti, con determinati requisiti di tempo e di forma, attesa la derogabilità convenzionale della norma in parola, sicché, in caso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6814 del 13 luglio 1998
«Il recesso del committente del contratto di appalto senza richiesta di risarcimento del danno, e rimborsando l'appaltatore delle spese affrontate, compensandolo per i lavori eseguiti e risarcendolo per i danni subiti, può esser esercitato in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8254 del 29 agosto 1997
«Il contratto d'opera e quello di prestazioni continuative di servizi non possono considerarsi strutture negoziali ontologicamente e funzionalmente diverse tra loro, risultandone, viceversa, la indiscutibile omogeneità, tra l'altro, sotto il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8565 del 7 agosto 1993
«Nel rapporto di appalto, sia pubblico che privato, il recesso ad nutum del committente rappresenta l'esercizio di un diritto potestativo, riservato alla libera determinazione del recedente e sottratto al controllo di terzi e dell'appaltatore,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 729 del 26 gennaio 1987
«Lo scioglimento anticipato del rapporto di appalto — qualunque ne sia la causa — lascia permanere le specifiche obbligazioni, riconducibili al contratto, rispettivamente dell'appaltatore di lasciare libero il fondo, essendo l'occupazione dello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4987 del 24 agosto 1981
«Il committente ha il diritto di recedere dal contratto d'appalto in ogni momento, anche se è inadempiente e senza necessità di fornire giustificazioni, in quanto le conseguenze indennitarie poste a suo carico dall'art. 1671 c.c. sono...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4783 del 13 luglio 1983
«Anche nell'appalto continuativo o periodico di servizi trova applicazione l'art. 1671 c.c., in tema di recesso unilaterale del committente, in relazione all'esigenza di evitare che lo stesso resti vincolato pure quando sia venuta meno la sua...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4707 del 5 novembre 1977
«In tema di appalto, i principi dettati dall'art. 1673 c.c., con riguardo alla ripartizione dei rischi per il caso di perimento o deterioramento dell'opera prima dell'accettazione, postulano che detti eventi siano dovuti a causa non imputabile ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23489 del 19 novembre 2010
«L'azione diretta proposta dal dipendente dell'appaltatore contro il committente per conseguire quanto gli è dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore al momento della proposizione della domanda, è prevista...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6208 del 7 marzo 2008
«L'art. 141, comma quarto, prima parte, D.P.R. n. 554 del 1999, in materia di appalto di lavori pubblici, nel prevedere che l'affidamento dei lavori da parte della società consortile aggiudicataria — costituita da imprese artigianali individuali —...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9048 del 19 aprile 2006
«Qualora gli ausiliari dell'appaltatore si rivolgano, anche in via stragiudiziale, al committente per ottenere il pagamento di quanto ad essi dovuto, per l'attività lavorativa svolta nell'esecuzione dell'opera appaltata o per la prestazione dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12048 del 9 agosto 2003
«La previsione contenuta nell'art. 1676 c.c., in base alla quale i lavoratori dipendenti dell'appaltatore hanno, nei confronti del committente, un'azione diretta allo scopo di conseguire quanto è loro dovuto con riferimento all'attività lavorativa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11074 del 15 luglio 2003
«Il committente, cui il cessionario del credito dell'appaltatore chieda il pagamento dopo che la cessione gli sia stata portata a conoscenza, non può sottrarsi al pagamento, eccependo che, successivamente alla comunicazione della cessione, i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3559 del 10 marzo 2001
«In materia di appalto, l'apertura del procedimento fallimentare nei confronti dell'appaltatore non comporta l'improcedibilità dell'azione precedentemente esperita dai dipendenti nei confronti del committente, ai sensi dell'art. 1676 c.c., per il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12784 del 27 settembre 2000
«La norma di cui all'art. 1676 c.c. attribuisce ai dipendenti dell'appaltatore un'azione diretta contro il committente per conseguire quanto è dovuto in conseguenza della prestazione dell'attività svolta per l'esecuzione dell'opera o del servizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11607 del 4 settembre 2000
«L'azione diretta esercitata ex art. 1676 c.c. dall'ausiliare dell'appaltatore contro il committente è pienamente distinta e autonoma rispetto a quella che, eventualmente, venga simultaneamente proposta nei confronti dell'appaltatore — datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4067 del 23 aprile 1999
«Il principio secondo cui al giudizio promosso ai sensi dell'art. 1676 c.c. dagli ausiliari dell'appaltatore per conseguire direttamente dal committente quanto loro è dovuto deve partecipare anche l'appaltatore quale litisconsorte necessario,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11753 del 20 novembre 1998
«Le azioni che i dipendenti dell'appaltatore possono esperire nei confronti dell'impresa committente per la soddisfazione delle loro spettanze in base all'art. 1676 c.c. e all'art. 3 L. 23 ottobre 1960, n. 1369 si differenziano per finalità e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5609 del 17 aprile 2001
«La distinzione tra appalto d'opera e appalto di servizi riguarda l'oggetto del contratto che può consistere sia in opere che in servizi, intendendosi per opera qualsiasi modificazione dello stato materiale di cose preesistenti e per servizio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18300 del 1 dicembre 2003
«Il contratto di trasporto di cose, quando il destinatario è persona diversa dal mittente, è un contratto a favore di terzi tra mittente e vettore, in cui terzo beneficiario è il destinatario della merce, con la particolarità che il terzo può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10 del 6 gennaio 1982
«La partecipazione al trasporto di più vettori successivi può assumere diverse configurazioni giuridiche a seconda della posizione in cui ciascun vettore si colloca rispetto al rapporto inizialmente istituitosi con il mittente. In particolare:
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