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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6247 del 30 aprile 1990
«La diminuzione obbligatoria della pena prevista dall'art. 116, cpv., c.p. per chi volle il reato meno grave configura una vera e propria circostanza attenuante, che come tale è soggetta alla disciplina generale delle circostanze, compreso il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3609 del 1 febbraio 2011
«Ai fini della concessione o del diniego delle circostanze attenuanti generiche il giudice può limitarsi a prendere in esame, tra gli elementi indicati dall'art. 133 c.p., quello che ritiene prevalente ed atto a determinare o meno il riconoscimento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3288 del 1 febbraio 2005
«Ai fini della concessione o del diniego delle circostanze attenuanti generiche basta che il giudice del merito prenda in esame quello tra gli elementi indicati nell'articolo 133 c.p. che ritiene prevalente e atto a consigliare o meno la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6034 del 25 maggio 1995
«Conseguentemente, anche l'uso di espressioni come «pena congrua», «pena equa», «congrua riduzione», «congruo aumento» o il richiamo alla gravità del reato o alla capacità a delinquere dell'imputato sono sufficienti a far ritenere che il giudice...»
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Cassazione penale, Sez. VI, ordinanza n. 549 del 23 marzo 1994
«In mancanza di elementi macroscopicamente rivelatori di incongruità, per eccesso o per difetto, il giudizio in ordine alla ritenuta congruità della pena patteggiata nei limiti di cui all'art. 27 terzo comma della Costituzione può dirsi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 560 del 20 gennaio 1995
«Tale motivazione, infatti, è erronea perché l'annotazione della condanna non costituisce un fattore dissuasivo da illeciti futuri, mentre la norma dell'art. 175 c.p. è diretta proprio al raggiungimento dell'effetto opposto, che è quello di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11556 del 31 marzo 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 674 c.p., emissione di gas, vapori e fumi atti a molestare le persone, nei casi in cui non sia stata richiesta l'autorizzazione, la cui assenza non determina automaticamente la integrazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32787 del 27 luglio 2015
«In tema di sospensione con messa alla prova, ai fini dell'individuazione dei reati per i quali essa è ammessa ai sensi degli artt. 168 bis e seguenti cod. pen., occorre avere riguardo esclusivamente alla pena massima prevista per la fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2060 del 20 gennaio 2009
«In tema di revoca dell'indulto, nel caso in cui il reato commesso entro il termine all'uopo rilevante risulti unito in continuazione con altro più grave commesso precedentemente, per valutare il superamento del limite di pena preclusivo alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 506 del 9 gennaio 2009
«È configurabile il concorso nel reato di concussione anche nei confronti di chi si ponga come tramite di una proposta concussiva nei confronti della vittima nella piena consapevolezza di tutte le circostanze del fatto.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7836 del 5 luglio 2000
«La serietà dell'offerta va infatti correlata alla controprestazione richiesta, alle condizioni dell'offerente e del soggetto pubblico nonché alle circostanze di tempo e di luogo in cui l'episodio si colloca. (Nella specie è stata ritenuta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32705 del 23 luglio 2014
«Ai fini della consumazione del reato di cui all'art. 336 c.p., l'idoneità della minaccia posta in essere per costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai propri doveri deve essere valutata con un giudizio "ex ante", tenendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37795 del 25 ottobre 2010
«Non integra il delitto di calunnia l'esposizione di circostanze di fatto inidonee ad indicare taluno come colpevole di fatti costituenti reato, anche quando il soggetto attivo, sulla base dei dati prospettati all'autorità giudiziaria, manifesti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2805 del 25 gennaio 2007
«Sussiste il reato di calunnia anche quando il fatto, oggetto della falsa incolpazione, sia essenzialmente diverso da quello realmente accaduto, ovvero quando al denunciato sia attribuito un reato diverso per titolo e più grave. Questa condizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36364 del 12 settembre 2003
«Integra il reato di calunnia l'indicazione delle circostanze di fatto diverse e più gravi di quelle realmente verificatesi. (Fattispecie in cui la moglie aveva accusato il marito di non aver mai in alcun modo contribuito al mantenimento dei figli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6574 del 2 giugno 2000
«Per la configurabilità del reato di calunnia non è indispensabile un'espressa attribuzione di fatti costituenti reato a carico di una persona attraverso una formale denuncia, essendo sufficiente che l'agente porti a conoscenza dell'autorità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1743 del 18 febbraio 1992
«L'incolpazione implicita integra il delitto di calunnia allorché dal suo tenore e dal contesto delle circostanze in cui viene formulata emerga la volontaria attribuzione di un fatto costituente reato a carico di persona che si sa innocente, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1255 del 14 gennaio 2014
«Integra il delitto di calunnia la denuncia con la quale si rappresentino circostanze vere, astrattamente riconducibili ad una determinata figura criminosa, celando, però, consapevolmente la concorrenza di una causa di giustificazione. (In...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13933 del 2 aprile 2015
«Le circostanze di persona che, ai sensi dell'art. 61 n. 5 cod. pen. aggravano il reato quando l'agente ne approfitti possono consistere in uno stato di debolezza fisica o psichica in cui la vittima del reato si trovi per qualsiasi motivo; ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6848 del 21 giugno 1991
«In tema di circostanze, l'aggravante della minorata difesa (art. 61, n. 5 c.p.) si ha quando l'agente approfitta di circostanze a lui favorevoli di tempo, di luogo o di persona, da lui conosciute e che abbiano, in relazione alla situazione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 29 del 3 gennaio 2005
«In tema di circostanze aggravanti comuni, ai fini della contestazione dell'ipotesi di cui all'art. 61, n. 7 c.p. (l'avere cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità) non è sufficiente la mera indicazione nel capo d'imputazione (nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10130 del 11 agosto 1999
«Poiché i delitti di falso in scrittura privata tutelano, non solo la fiducia e la sicurezza nella circolazione dei titoli, ma anche gli specifici interessi patrimoniali che gli stessi incorporano, sono ad essi applicabili le circostanze -...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6294 del 16 maggio 1987
«In tema di circostanze aggravanti per delitti contro il patrimonio e di cui all'art. 61 n. 7 c.p., la rilevanza del danno deve essere valutata sotto il profilo oggettivo, costituendo la capacità economica del danneggiato soltanto un elemento di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44868 del 18 novembre 2004
«Ne consegue che le relazioni di ufficio possono consistere anche in rapporti di mero fatto, indipendentemente dalla qualificazione giuridica degli stessi. (Nella fattispecie, relativa al reato di appropriazione indebita, la Corte ha riconosciuto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21872 del 30 maggio 2001
«Ai fini della configurabilità dell'attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.) in riferimento al delitto di rapina, non è sufficiente che il bene mobile sottratto sia di modestissimo valore economico, ma occorre valutare anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4235 del 7 marzo 2000
«.... Ugualmente deve affermarsi se vengano riconosciute circostanze per le quali la legge stabilisce una pena di specie diversa da quella ordinaria del reato e di quelle a effetto speciale (art. 278 c.p.p.). Viceversa, non assumono alcun rilievo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10361 del 1 settembre 1999
«In tema di circostanze del reato, ai fini del riconoscimento o dell'esclusione dell'attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), il danno suscettibile di valutazione va commisurato al valore della cosa al momento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1378 del 30 aprile 1994
«In tema di estinzione del reato per amnistia, l'art. 4, lett. d), del D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, laddove, per la determinazione della pena con riferimento al reato di furto ai fini dell'applicazione di tale causa estintiva deroga alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10355 del 29 ottobre 1992
«Ai fini della concessione dell'attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall'art. 62 n. 4 c.p., nel caso di tentativo il giudice deve avere riguardo alle concrete modalità dell'azione rimasta incompiuta o improduttiva di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6389 del 27 maggio 1988
«Il delitto di favoreggiamento personale integra un reato di pericolo ed, almeno nella normalità dei casi, istantaneo, il quale si consuma nel momento in cui il soggetto attivo ha posto in essere la condotta favoreggiatrice, purché quest'ultima sia...»