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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7663 del 26 maggio 1989
«È configurabile il concorso tra il reato di truffa e quello di falso di cui agli artt. 478 e 482 c.p. nell'ipotesi in cui venga alterato l'attestato di pagamento della cosiddetta tassa di circolazione (cosiddetto disco-contrassegno) ed esposto poi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9271 del 15 settembre 1988
«La norma tributaria che sanziona, con la «sopratassa pari a tre volte la differenza tra la tassa annua dovuta e quella pagata rapportata a anno», il pagamento della tassa in misura inferiore a quella dovuta per effetto della iscrizione nei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28752 del 22 luglio 2010
«Integra il delitto di truffa, perché costituisce elemento di artificio o raggiro, la condotta di consegnare in pagamento, all'esito di una transazione commerciale, un assegno di conto corrente bancario postdatato, contestualmente fornendo al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28928 del 8 luglio 2003
«Il delitto di truffa si perfeziona non nel momento in cui il soggetto passivo assume un'obbligazione per effetto degli artifici o raggiri subiti, bensì in quello in cui si verifica l'effettivo conseguimento del bene economico da parte dell'agente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 41261 del 16 dicembre 2006
«Non risponde del reato di cui all'art. 642 c.p. il soggetto che utilizzi il certificato assicurativo di una vettura ed il relativo contrassegno, entrambi contraffatti, qualora non sussista un valido contratto assicurativo tra il soggetto agente e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 881 del 11 marzo 1999
«In tema di emissione di assegno bancario, quando la firma di traenza risulti essere stata falsificata (tanto che sia riferibile al titolare del conto, quanto ad altra persona), ovvero venga apposta firma di persona inesistente, il rapporto tra il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5499 del 9 giugno 1997
«Si configura il delitto di appropriazione indebita (art. 646 c.p.) nell'ipotesi in cui il soggetto incassi un assegno datogli a garanzia di accordo negoziale successivamente non perfezionatosi: ciò in quanto la condotta realizza una inversione del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 29424 del 22 luglio 2011
«Non integra il delitto di appropriazione indebita, ma un mero inadempimento di natura civilistica, la condotta di colui che ponga all'incasso un assegno datogli come anticipo del corrispettivo per la vendita di un bene, senza poi procedere alla...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1151 del 1 giugno 2000
«Integra il delitto di cui all'art. 646 c.p. la condotta del prenditore che ponga all'incasso un assegno bancario, appropriandosi della somma riscossa, in violazione del patto di garanzia concluso con l'emittente. (Nell'occasione la Corte ha...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5081 del 19 maggio 1993
«In tema di appropriazione indebita, non sussiste il profitto ingiusto, richiesto per l'integrazione del reato, quando l'appropriazione sia realizzata in accordo con la volontà del titolare dei beni che sono oggetto della condotta. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7649 del 31 maggio 1990
«Sussiste il delitto di appropriazione indebita nel caso in cui un soggetto utilizzi un assegno da altri firmato in bianco, per scopi diversi rispetto a quelli concordati (nel caso di specie per estinguere un proprio debito privato anziché per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12922 del 17 marzo 2004
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 647 c.p., cosa smarrita è quella rispetto alla quale il possessore non ha di fatto alcun rapporto o potere materiale e psicologico; una volta accertato l'avvenuto smarrimento, ricorre,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5844 del 17 giugno 1997
«L'assegno bancario deve considerarsi cosa smarrita a prescindere dai segni esteriori, percepibili dall'agente, di un precedente legittimo — ma oramai non più esistente — possesso altrui. L'appropriazione di un assegno smarrito integra perciò il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17393 del 18 dicembre 1989
«L'assegno in bianco di conto corrente non può ritenersi cosa smarrita, agli effetti di cui all'art. 647 c.p., contenendo chiari e intatti i segni esteriori pubblicitari di un possesso legittimo altrui.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3646 del 19 marzo 1999
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 647 c.p., cosa smarrita è quella rispetto alla quale il possessore non ha di fatto alcun rapporto o potere materiale e psicologico; una volta accertato l'avvenuto smarrimento, ricorre,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45569 del 26 novembre 2009
«Il possesso e/o l'uso di un assegno al di fuori delle regole che ne disciplinano la circolazione costituisce elemento di prova, per conformità ai criteri logici e giuridici, del reato di ricettazione, in assenza di plausibili giustificazioni in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36281 del 22 settembre 2003
«In tema di ricettazione, la provenienza da delitto dell'oggetto materiale del reato è elemento definito da norma esterna alla fattispecie incriminatrice, di talché l'eventuale abrogazione o le modifiche di tale norma non assumono rilevanza ai...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1493 del 3 febbraio 1989
«La consapevolezza dell'imputato di ricettazione, circa la provenienza delittuosa della cosa ricevuta, può desumersi da qualsiasi elemento e, in particolare, dalla sua peculiare natura in quanto tale da ingenerare in persona di media levatura la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 32832 del 13 agosto 2007
«La « particolare tenuità» che attenua il delitto di ricettazione, va desunta da una complessiva valutazione del fatto, il quale, avendo riguardo sia alle modalità dell'azione, sia alla personalità dell'imputato, sia al valore economico della «...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2919 del 27 gennaio 2004
«In tema di ricettazione, ai fini della valutazione della concessione dell'attenuante di cui all'art. 62 n. 4 c.p. per valutare l'entità del danno cagionato dal reato di ricettazione di assegni circolari e bancari si deve tener conto dell'importo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 16 del 15 giugno 1995
«Elemento costitutivo della fattispecie contravvenzionale di cui all'art. 114 R.D.L. 19 ottobre 1938, n. 1933, conv. in legge 5 giugno 1939, n. 973 (ora depenalizzata per effetto dell'art. 1, lett. b, legge 28 dicembre 1993, n. 561), relativa al...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13330 del 11 ottobre 1989
«In tema di ricettazione di assegni, ai fini dell'applicazione dell'attenuante della speciale tenuità del danno patrimoniale cagionato alla persona offesa si deve tener conto dell'importo risultante dal titolo solo se il reato di ricettazione abbia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22120 del 23 maggio 2013
«Integra il delitto di ricettazione e non la contravvenzione di acquisto di cose di sospetta provenienza la condotta di colui che riceva o acquisti un modulo di assegno bancario in bianco, trattandosi di documento per sua natura e destinazione nel...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44047 del 18 novembre 2009
«La causa soggettiva di esclusione della punibilità prevista per il coniuge dall'art. 649 c.p. non si estende al convivente "more uxorio". (Fattispecie di ricettazione di assegno bancario il cui smarrimento era stato denunciato dal convivente "more...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8200 del 23 maggio 2003
«L'interesse ad agire consiste nell'esigenza di ottenere un risultato utile giuridicamente apprezzabile e non conseguibile senza l'intervento del giudice; pertanto, in presenza di assegno bancario oggetto di ammortamento ad istanza del portatore,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18248 del 10 settembre 2004
«Il principio secondo il quale il creditore che abbia ottenuto una pronuncia di condanna nei confronti del debitore ha esaurito il suo diritto di azione e non può, per difetto di interesse, richiedere ex novo un decreto ingiuntivo contro il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1690 del 11 aprile 1978
«Il provvedimento giudiziale ex artt. 8 e 9 della L. n. 898 del 1970, con il quale viene ordinato agli enti previdenziali o ad altri terzi, tenuti a corrispondere somme all'obbligato per l'assegno di divorzio, di versare parte di dette somme...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24495 del 17 novembre 2006
«La interpretazione della domanda, in base alla quale il giudice del merito ritenga in essa compresi o meno alcuni aspetti della controversia, spetta allo stesso giudice, ed attiene al momento logico relativo all'accertamento in concreto della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19274 del 24 settembre 2004
«Qualora il giudice di primo grado, nel decidere sulla domanda riconosca all'attore un diritto diverso da quello del quale egli ha chiesto il riconoscimento e l'attore impugni la decisione deducendo l'errore compiuto dal primo giudice, senza che a...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1108 del 9 febbraio 1999
«L'art. 112 c.p.c. impone al giudice di rispettare il principio della corrispondenza della pronuncia a quella richiesta e di non sostituire di ufficio una diversa azione a quella formalmente proposta, ponendo a fondamento della decisione fatti e...»