Il diritto all’educazione rappresenta l’elemento chiave di tutte le norme a tutela dei consumatori, poiché è in grado di fornire al
consumatore una
tutela preventiva.
Per mezzo di essa, infatti, si intende ridurre lo squilibrio che caratterizza il rapporto tra consumatore e
professionista (la c.d. asimmetria informativa), in quanto un consumatore educato è in grado di effettuare scelte consapevoli, ha coscienza dei propri diritti e viene posto in condizione di conoscere sia gli strumenti tradizionali per far valere quei diritti sia le nuove forme di risoluzione alternative delle controversie.
Diverse sono le iniziative adottate sia in ambito europeo che in Italia per favorire tale eduzione; ad esempio, la Commissione Europea ha realizzato un apposito sito
internet dedicato all’educazione dei consumatori, all’interno del quale si rinvengono informazioni utili nei principali settori del consumo (in particolare con riferimento all’educazione sui servizi finanziari, settore per il quale è richiesto un alto livello di conoscenza da parte dei consumatori).
In Italia è al Ministero dello sviluppo economico che viene affidata l’attività di educazione ed informazione dei consumatori, attività che viene svolta attraverso l’uso di canali televisivi e radiofonici.
Ma l’educazione al consumo può essere condotta sia da soggetti pubblici che privati, anche in collaborazione tra di loro (si tratta di una forma di educazione civica).
Attraverso le campagne informative le associazioni dei consumatori diffondono sia conoscenze relative a settori specifici che principi e metodi di approccio diretto al consumo, improntati anche all’etica ed alla solidarietà (si pensi alla valorizzazione di un
commercio equo e solidale, delle produzioni locali, di un consumo ecologico, di una corretta gestione dei rifiuti, ecc.).
Particolare attenzione viene in questo contesto dedicata al mondo della scuola, all’interno del quale le associazioni dei consumatori lavorano per costruire la sensibilità e l’attenzione dei giovani, esortando alla moderazione degli atteggiamenti consumistici che hanno caratterizzato i decenni precedenti la crisi economica e le attuali generazioni adulte.
Sotto il profilo della
salute pubblica rivestono particolare importanza le campagne di educazione alimentare, per mezzo delle quali si intende prevenire l’obesità e tutte le malattie che da essa possono conseguire.
Sotto il profilo dell’educazione finanziaria, invece, assumono particolare importanza l’educazione ad una corretta gestione del bilancio familiare e la prevenzione del sovraindebitamento.
Ma sono molte le materie per le quali si ritiene indispensabile che i consumatori ricevano una adeguata informazione e formazione, al fine di poter essere in grado di fare scelte consapevoli e prevenire problemi; ci si intende riferire a competenze in parte specifiche e settoriali ed in parte trasversali, come ad esempio la capacità di leggere e comprendere nella giusta misura le previsioni di un
contratto o le condizioni generali di un servizio, scritte sempre in un linguaggio molto tecnico e giuridico.
La consapevolezza dei diritti e dei pericoli insiti nella scelta di un acquisto mette il consumatore in grado di autodifendersi e prevenire problemi; un consumatore informato riesce a valutare criticamente il rapporto qualità/prezzo, a comprendere, ancor prima di firmare, quali sono i benefici e gli oneri legati al contratto, ad evitare raggiri.
Per altro verso, una domanda più consapevole, attenta e informata diviene più esigente ed è in grado di stimolare un’offerta più qualificata e corretta, con benefici per il mercato in generale e per la società nel suo complesso.
Sembra evidente, tuttavia, che nessun consumatore può essere un esperto di tutte le materie, in grado di interpretare tutte le clausole contrattuali e di valutare tutti gli aspetti tecnici dei diversi beni e servizi.
Il rapporto di consumo riguarda tutti gli aspetti della vita di un individuo, dalle polizze assicurative ai prodotti tecnologici, dai servizi internet agli investimenti in azioni e obbligazioni, dall’etichettatura di prodotti alimentari ai servizi per la salute.
Chi ha ricevuto una buona educazione al consumo, avvalendosi delle diverse fonti a sua disposizione (come informazioni reperite su internet) può in molti casi essere in grado di affrontare da solo la decisione di un acquisto e gestire con il professionista un rapporto sano ed equilibrato, facendo ricorso alla consulenza soltanto per quelle poche questioni che si presentano come davvero importanti o complesse; allo stesso modo sarà in grado nella maggior parte dei casi di far valere i suoi diritti, ricordando al professionista i suoi obblighi.
Il consumatore ben preparato sa quali elementi attenzionare quando occorre valutare un’offerta, quali sono le informazioni essenziali cui ha diritto, quali domande porsi e porre al professionista, quali sono quelle clausole contrattuali da cui può derivare una limitazione dei sui diritti.
E’ questo il modello di consumatore che non firma mai un contratto dopo averlo letto frettolosamente davanti al professionista o, peggio, chiedendo a lui di riassumere i termini dell’accordo, perché sa che sono comportamenti ad alto rischio (predilige sicuramente chiederne una copia in visione e studiarlo con calma, alla ricerca di punti oscuri o controversi su cui chiedere spiegazioni e l’eventuale modifica delle clausole).
In caso di dubbio, è ben disposto a rivolgersi ad un’
associazione di consumatori per ottenere l’assistenza imparziale di un esperto.
Inoltre, il consumatore “educato” si preoccupa, in caso di offerte ricevute tramite visite a domicilio, e-mail, posta, telefono o SMS, di applicare le basilari regole di cautela attraverso cui accertare identità e serietà dell’interlocutore, rifiuta i pagamenti non tracciabili, conosce i diritti legati alle vendite a distanza e fuori dei locali commerciali.