La disposizione mirava controllare gli enti non riconosciuti nel momento in cui acquistavano beni, al fine di evitare che tali risorse venissero accumulate per scopi non produttivi e, di conseguenza, sottratte all'economia nazionale.
Nel tempo, tuttavia, è aumentato il rilievo sociale di tali soggetti (tra i quali rientrano anche associazioni di volontariato, onlus e più in generale quello che viene definito il «Terzo settore») ed è parallelamente cresciuta la loro autonomia per quanto concerne la capacità decisionale in ambito finanziario e patrimoniale.
Venuta meno la ragione che giustificava la norma in esame, essa è stata abrogata.