AUTORE:
Alessandro Cuomo
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Università degli Studi di Bari
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il presente lavoro di tesi si occupa di analizzare il fenomeno della criminalità organizzata innestato in un ambiente diverso da quello in cui si è abitualmente portati a riflettere, ovverosia l’ambiente giovanile. Un ambiente in cui il minore, per scelta o per “eredità”, decide di intraprendere percorsi di vita nettamente differenti da quelli dei suoi coetanei, laddove la voglia, ma anche l’esigenza, di guadagnare denaro facilmente ed immediatamente trionfano sul sacrificio dello studio ovvero del lavoro “onesto”. In questa sede, dunque, dopo una breve ricognizione della normativa che disciplina la figura del minore autore di reati, vengono prese in considerazione le diverse fasi che il soggetto minorenne si trova ad affrontare. In particolare, viene attentamente esaminato il modus in cui questi fa il proprio ingresso nell’ambiente del crimine organizzato, e di conseguenza - quindi inevitabilmente - anche nel circuito penale. Attento sarà l’esame delle modalità con cui il minore si approccia al crimine organizzato, avendo riguardo di descrivere la realtà associativa nel sistema penale e di come la polizia giudiziaria interviene per contrastare tale fenomeno. Un particolare focus sarà dedicato al ruolo dominante della famiglia in questi contesti criminosi ed in particolare al processo di affiliazione che vede protagonisti genitori. Peculiare attenzione sarà rivolta sia ai padri, responsabili dell’educazione criminale, sia alle madri, le quali sono spesso vittime del sistema patriarcale ovvero testimoni e collaboratrici di giustizia. Oggetto di studio sarà inoltre un caso giurisprudenziale che ha coinvolto il Tribunale per i Minorenni di Taranto e che ha trattato, nella fattispecie, un caso di associazione per delinquere costituita al fine di commettere il reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, commesso da soggetti minorenni. Questo lavoro si concentrerà, inoltre, sulla trattazione di figure esperte – intervenienti nel procedimento e nel processo penale minorile – che sostengono e assistono il minore per tutto l’iter procedimentale, come il difensore, figura qualificata e necessaria nella assistenza processuale, la polizia giudiziaria e i servizi minorili che, dopo aver assistito e preso in carico il soggetto minorenne, lo guidano in un percorso educativo ed assistenziale non troppo semplice. Questi ultimi soggetti impegnati nel procedimento sono figure altamente specializzate che coadiuvano il giudice anche durante l’intero arco procedimentale nonché nella scelta delle misure più idonee da adottare avendo riguardo alla personalità dell’imputato. A questo proposito, si farà riferimento alle caratteristiche, con conseguente classificazione, delle misure alternative alla detenzione che puntualmente vengono inflitte dal giudice impegnato nel processo penale minorile, le quali sono state oggetto di riforma ad opera del legislatore del 2018. Tali misure sono fondamentali nella formazione del percorso educativo atteso che la detenzione, sin dall’emanazione del D.P.R. 448/1988, rappresenta la extrema ratio. Un cenno particolare merita infine il Progetto “Liberi di scegliere”, realizzato con successo nella Regione Calabria grazie alla sinergia di diverse Istituzioni, il quale si pone come obiettivo quello di distogliere i minori dal contesto della criminalità organizzata attraverso percorsi formativi appositamente modellati sulle loro peculiarità.