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Diritto processuale penale -

Il minore nella criminologia e nella giustizia riparativa

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2023
TIPOLOGIA: Tesi di Master
ATENEO: Universitą degli Studi “Guglielmo Marconi” Roma
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Quello della delinquenza minorile è un fenomeno antico, che ha sempre destato e desta, soprattutto oggi, forte preoccupazione. Col presente lavoro di tesi si è voluto indagare sulle cause della devianza minorile (la quale, nel peggiore dei casi, è l’antecedente della criminalità adulta) e sulle teorie legate alla criminogenesi minorile, tra cui le teorie psicobiologiche, teorie sociologiche, teorie dell’apprendimento; ancora, sui fattori predittivi della devianza, sulle subculture e su fenomeni estremamente attuali come baby gang, revenge porn e cyberbullismo. Qui intervengono la giustizia penale minorile (D.P.R. 448/88, Codice Processo Penale Minorile) e la giustizia riparativa, in particolar modo la mediazione penale minorile (D.Lgs. 150/22, c.d. Riforma Cartabia), al fine di evitare l’effetto "etichettamento" (la stigmatizzazione della società dopo la commissione di un atto penalmente rilevante) con trattamenti individualizzati sul singolo minore e tendenti, ex art. 27 Cost., alla rieducazione, al reinserimento, alla responsabilizzazione del minore, alla riduzione della recidiva e alla carcerazione come extrema ratio (principio della minima offensività del processo). E proprio la giustizia riparativa assurge a questi obiettivi quale “child friendly justice”, ovvero come soluzione psico-socio-pedagogica attraverso cui il minore prende coscienza delle conseguenze del reato mediante il “face to face” con la vittima. Mediante l’ascolto e il dialogo si ha il riconoscimento della vittima e la comprensione dei suoi dolori; in mediazione la vittima è riconosciuta, ha un proprio spazio (totalmente assente nel processo penale minorile, in quanto non può costituirsi neanche parte civile), è tutelata, può esprimere i propri dolori, cercare risposte e chiudere un cerchio, una ferita ancora aperta, evitando così la vittimizzazione secondaria. Emblematico è, infine, il caso di Lorenzo Sciacca che, da adolescente criminale, attraverso un percorso di mediazione penale in carcere, come catarsi sviluppa una nuova consapevolezza che lo porta a diventare mediatore penale presso il Centro di Giustizia Riparativa di Padova.

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